La vangatura è la principale operazione di lavorazione del terreno che si esegue nell’orto. Si tratta di un lavoro da fare ciclicamente, molto importante per mantenere sciolto e drenante il suolo.

Lo strumento con cui si esegue è la vanga, come suggerisce il termine stesso, anche se come vedremo c’è anche la forca da vangatura che spesso si rivela migliore.

come vangare il terreno

Per coltivare non c’è obbligo di vangatura: esistono metodi validi che prevedono di non lavorare il terreno, come l’orto sinergico. Un buon orto classico tuttavia è basato su un terreno lavorato in modo tradizionale vangando. Vale la pena quindi provare a dar consigli utili su come fare questo lavoro per bene. Chi sceglie una coltivazione biologica deve avere l’attenzione di vangare senza sconvolgere gli equilibri che si creano in natura, evitando di interrare le sostanze organiche troppo a fondo e di ribaltare le zolle.

Perché vangare

Vangare l’orto è utile per avere un terreno ben strutturato e permeabile. Questo avvantaggia le radici delle piante orticole, che si trovano libere di svilupparsi nel sotto suolo, ma agevola anche l’acqua piovana, che defluisce impregnando uniformemente il terreno, senza i pericolosi ristagni che provocano spesso malattie alle colture.

La lavorazione preparatoria del terreno è anche occasione per ripulire il letto di semina, per cui consente di eliminare le erbe infestanti, e per livellarlo, coltivando una superficie uniforme.

Non bisogna confondere la vangatura con la zappatura: la vanga arriva a fondo, mentre con la zappa infatti si fa una lavorazione secondaria, più superficiale. Zappare il terreno serve a sminuzzare le zolle preparando il letto in cui seminare o piantare.

Quando vangare e quante volte farlo

Il momento principale in cui occorre vangare l’orto è prima di mettere le coltivazioni a dimora, per cui prima di semina o trapianto. Si tratta di smuovere l’intera superficie dell’appezzamento dove si vuole piantare, che sarà totalmente libero. Con la vanga non possiamo permetterci di “schivare” piante, semi o radici, visto che bisogna andare a fondo e lavorare tutta l’area.

Possiamo decidere di vangare appena prima della semina o trapianto, ma anche qualche giorno o qualche settimana prima. Nel decidere quando vangare comanda in primo luogo il tempo a nostra disposizione. Chi fa l’orto nel tempo libero spesso non può aspettare: si ricorda di vangare quando è già il momento di fare i trapianti. Non è grave, ma sarebbe meglio pensarci un po’ prima.

Programmare l’orto con un certo anticipo sarebbe la cosa migliore; in questo modo possiamo vangare un paio di settimane prima di piantare, così il suolo ha tempo di cominciare a riassestarsi, ma senza compattarsi troppo.

Se abbiamo l’orto libero per un tempo lungo possiamo fare una doppia vangatura, una un paio di mesi prima della semina, un secondo passaggio 10 giorni prima. Questo è tipico delle semine primaverili: si vanga in autunno e si rinfresca il lavoro a febbraio o marzo. Il terreno dell’orto vangato più volte risulta meglio sciolto e drenante, strutturato in modo ottimale. Quando si prepara bene il suolo si evitano buona parte delle malattie dell’orto, visto che non si formano ristagni di acqua si scoraggiano la formazione di muffe e marciumi radicali.

Il tipico periodo in cui vangare è l’autunno: infatti in questa stagione l’orto è spesso vuoto in gran parte e possiamo cogliere l’occasione per lavorare il terreno e concimarlo. In questo caso in primavera faremo una seconda vangatura, più rapida, per procedere alle semine.

Come si vanga

Ci sono molti modi in cui si può fare il lavoro di vangatura.

Il primo consiglio per vangare un buon orto biologico è di arrivare ad una buona profondità, idealmente circa 30/40 cm, visto che alcune piante da orto sviluppano molto le radici e visto anche che più ci spingiamo a fondo e meglio drena l’acqua.

La vangatura consiste nel piantare l’attrezzo in profondità, e smuovere la lama rompendo le zolle. Spesso si sceglie di sollevare la fetta di terreno, rovesciandola. Si prosegue con un fronte di lavoro più o meno largo, andando poi indietro in modo ordinato, senza dimenticarsi pezzi. Rovesciare la zolla è utile per soffocare le erbe infestanti ma non è sempre l’ideale.

Salendo con il piede sulla lama si può usare il proprio peso per andare bene a fondo. Si tratta poi di fare leva tramite il manico per inclinare la lama della vanga nel terreno. Fare tutti i movimenti in modo corretto e avendo cura di non sovraccaricare la schiena è fondamentale: l’attrezzo deve essere ergonomico e lo stile di lavoro appropriato: cerchiamo sempre di piegare le gambe e aiutarci con tutto il corpo per evitare di finire la vangatura col mal di schiena.

come si vanga

Perché non rivoltare la zolla

L’uso tradizionale della vanga prevede di rivoltare la zolla, portando sopra quello che stava sotto e viceversa. La gran parte degli orticoltori fa questo, ma in realtà sarebbe meglio procedere diversamente. L’eventuale ribaltamento infatti sarebbe meglio praticarlo solo nei primi 10 cm di superficie, in questo modo il terreno resta fertile in maniera ottimale. La lavorazione del terreno migliore per una coltivazione biologica quindi smuove e rompe la zolla ma non gira mai il terreno se non nel suo strato più superficiale, cosa che possiamo fare anche zappando dopo.

Il terreno dell’orto è pieno di microrganismi molto utili, le loro attività permettono la vita delle piante ed entrano in simbiosi con gli apparati radicali. Quando si rivolta la zolla spesso organismi che vivono in profondità e non vogliono ossigeno finiscono in superficie, viceversa quelli che vivono in prossimità dell’aria si trovano soffocati. Questo può avere un effetto negativo sulla fertilità del suolo.

Per questo tipo di lavorazione senza rivoltamento è utile impiegare una grelinette o una forca da vangatura.

Pulire il terreno

La lavorazione del terreno dicevamo che è importante anche per il controllo delle erbe infestanti, in quanto crea una superficie pulita, pronta per semine e trapianti. Se si approccia un terreno incolto partendo dal prato prima di vangare conviene rimuovere la cotica superficiale con la zappa,  asportando radici e semi di eventuali erbe infestanti.

Sempre per far pulizia migliorativa vale la pena togliere sassi man mano che si lavora.

Concimare vangando

La vangatura potrebbe essere un ottimo momento per interrare concime, sia esso letame, humus di lombrico o compost. Nel farlo l’attenzione è sempre quella di non mandare le sostanze nutritive troppo a fondo: nei primi 10 cm ci sono i microrganismi in grado di elaborarle e quindi lì si dovrebbero fermare.

Per questo in genere meglio usare la zappa e non la vanga per incorporare i nutrimenti.

La sequenza corretta sarebbe:

  • Vangare a fondo.
  • Spargere il concime.
  • Zappare.

Scegliere il tipo di vanga

Le vanghe non sono tutte uguali, quale tipo utilizzare utilizzare dipende dal tipo di terreno che ci troviamo a lavorare: a punta è perfetta per terreni compatti, visto che affonda meglio, mentre se un terreno è morbido e già lavorato si propende per una vanga a punta piatta, che ha un’azione più larga.

Spesso la scelta migliore è il forcone da vangatura, ed esiste anche un’intelligente vanga tecnologica con meccanismo per piegar meno la schiena. Questo tema possiamo approfondirlo nell’articolo dedicato ai tipi di vanga.

La forca da vangatura e la grelinette

La vanga forca è perfetta per fare meno fatica, visto che i denti affondano in modo più facile rispetto a una lama larga.

L’evoluzione ulteriore è un attrezzo francese chiamato grelinette, davvero utilissimo. Vi invito a scoprirlo: si tratta di una forca da vangatura a due manici e permette di lavorare comodi e rapidamente.

forca da vangatura

Come vangare senza troppa fatica

Tra i vari lavori dell’orto vangare è una delle attività più faticose per la schiena. Proviamo a suggerire alcuni accorgimenti per far meno fatica ed evitare il mal di schiena.

Sfrutta il tuo peso

Nella vangatura come prima cosa bisogna far penetrare l’attrezzo in profondità nel terreno, per un lavoro ben fatto deve entrare quasi tutta la lama. E’ importante usare la vanga giusta, e la scelta può dipendere dal tipo di terreno: se la terra è compatta, argillosa e pesante meglio quella a punta o la forca, la vanga quadrata invece va bene per un orto già lavorato o con terreno soffice. Per una facile penetrazione nel terreno ci si aiuta facendo peso con il corpo, meglio ancora salendo con i piedi sulla parte superiore della lama. In questo modo è la forza di gravità del nostro corpo a fare la maggior parte del lavoro.

Il principio della leva

Dopo aver affondato la vanga si deve rompere la zolla aprendola e poi rivoltarla ed è la parte più faticosa. Archimede diceva giustamente “datemi una leva e vi solleverò il mondo”: a volte la malizia nel lavoro rende più della forza bruta. Per questo motivo il giusto movimento può aiutarvi a girare la zolla senza fare troppa fatica. Dopodiché si lascia un piede perno sulla testa dell’attrezzo e si tira il manico verso di sé. Questo movimento andrebbe accompagnato con le gambe e fatto soprattutto con le braccia, evitando di sollecitare i muscoli della schiena. Aiuta molto una vanga ergonomica con la giusta curvatura, e con un’altezza proporzionata all’orticoltore che la deve usaree un’impugnatura idonea che agevola il lavoro di braccia. Esiste anche la tecnovanga, già citata: con un meccanismo ideale per sfruttare la miglior leva.

La leggerezza dell’attrezzo

Sembra banale dirlo ma con un attrezzo leggero si fa molta meno fatica. Ogni volta che la vanga affonda nella terra bisogna poi sollevarla e nuovamente affondarla: riducendo il peso dell’attrezzo si riduce anche lo sforzo nel lavorare.

Fare il lavoro a macchina

La vangatura ha dei difetti: richiede tempo e provoca fatica, sudore e mal di schiena, per cui è utile in molti casi automatizzare il mestiere. Se il lavoro di vangatura di un piccolo orto si realizza a mano, per grandi estensioni per fare il lavoro di vanga vengono impiegate macchine motorizzate.

Tanti pensano di sostituire la vanga con la fresando con macchinari come motozappa o motocoltivatore, bisogna tener conto però che la fresa non svolge esattamente la stessa funzione: lavora il terreno più superficialmente e crea la suola di lavorazione.

Esiste invece la vangatrice, attrezzo a motore meno diffuso che ricrea la lavorazione della vanga e permette un miglior risultato di lavorazione. Ci sono modelli applicabili al motocoltivatore, chiamati anche motovanghe, adatti anche a piccoli appezzamenti.

Approfondimenti su suolo e vangatura

Su come si vanga ho provato fin qui a dare i miei consigli, concludo lasciando un po’ di risorse utili a chi volesse approfondire o chiarire meglio alcuni aspetti.

Per chi è completamente inesperto può essere utile vedere un video che spieghi come si vanga mostrando anche il lavoro, su YouTube ne trovati molti. Non ne cito nessuno perché quelli che ho visto seguono tutti l’idea di ribaltar la zolla, che non condivido.

Passando a letture cartacee ogni manuale di orto spiega la vangatura, io consiglio di leggere la parte dedicata al terreno del manuale di Luca Conte sull’orto bio, utilissima a capire molte logiche sul rapporto tra terra e coltivazione. Se invece volete un punto di vista alternativo e capire i motivi per non vangare potete leggere La rivoluzione del filo di paglia, splendido testo di Masanobu Fukuoka.

Anche su Orto Da Coltivare abbiamo pubblicato molti articoli sulla lavorazione del suolo, alcuni li abbiamo segnalati man mano all’interno del testo. Aggiungo che potreste andare a vedervi la pagina generale su terreno e concimi, che è un utile indice del contenuto, un testo invece a cui tengo molto è quello che spiega perché è meglio non rivoltare la terra, tema accennato in questo post e troppo spesso trascurato.

Articolo di Matteo Cereda

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