La lombricoltura è un’attività interessante, in particolare perché questi vermi richiedono poche attenzioni.

Proviamo a renderci conto di quali sono i lavori che comporta allevare lombrichi e quanto tempo e risorse può richiederci la cura di questi vermi rossicci e la produzione di humus.

lettiera di lombrichi

Eccoci con una sintesi che può essere utile a chi vuole iniziare ad allevare lombrichi per autoprodursi l’humus nel proprio orto ma anche a chi sta pensando al lombrico come fonte di reddito e vuole iniziare un’attività professionale che diventi un lavoro.

Investimento e attrezzi per iniziare

Attrezzi necessari alla lombricoltura. Allevare lombrichi è un’attività per cui non servono attrezzature particolari, non è difficile quindi avviare una lombricoltura. Come attrezzature bastano anche solo con una carriola, una forca, un rastrello e la canna dell’acqua per annaffiare. L’investimento in termini di attrezzi è quindi minimo. Non servono contenitori o altre strutture perché ai lombrichi basta semplicemente il terreno.

attrezzi per allevare lombrichi

Il terreno dove mettere i lombrichi. Non occorono caratteristiche particolari: i lombrichi sopravvivono in qualsiasi clima, sia a livello del mare che in montagna, possono stare al sole oppure all’ombra senza differenza. Le lettiere non mandano odori perché gli scarti vengono distribuiti quando è già superata la loro fase di marcescenza, sia che si tratta di scarti vegetali che di letame, per lo stesso motivo non attirano animali, se nella vostra zona ce ne sono si prendono dei provvedimenti come può essere un dissuasore per le talpe, un recinto contro i cinghiali o la rete antigrandine per gli uccelli.

Comprare i lombrichi

Per fare un impianto di lombricoltura bisogna ovviamente acquistare i lombrichi. Si possono comprare le lettiere, per lettiera non si intende un contenitore ma l’insieme dei lombrichi: uova, piccoli e adulti nel loro terriccio, già pronti per essere posizionati sul terreno. Una volta comprata la lettiera si può partire con la lombricoltura: l’allevamento sarà pronto per smaltire rifiuti organici e produrre fertile humus. La lettiera va predisposta in base allo spazio disponibile e alle esigenze specifiche (quantità di humus che si vuole produrre o di rifiuti che si desidera smaltire).

Quanto costa allevare lombrichi

La spesa iniziale naturalmente dipende da quello che dovete fare: se l’impianto di lombricoltura è hobbistico, per l’uso privato nel vostro orto, basta un investimento molto contenuto, indicativamente tra i 100 e i 500 euro, che ammortizzerete risparmiando sui concimi e sullo smaltimento dei rifiuti. Se invece si vuole iniziare a fare lombricoltura da reddito si può partire con un investimento medio (1.000-3.000€) o industriale (5.000-10.000€ o più). In ogni caso la lombricoltura è un settore in cui si può iniziare con poco, guadagnare coi lombrichi è possibile anche se come per tutto occorre voglia di rimboccarsi le maniche. Per avere una migliore idea delle spese che comporta questa attività è possibile leggere l’articolo su costi e ricavi, in cui si esaminano investimenti necessari e possibili fonti di reddito.

Alimentazione e lavori di allevamento dei lombrichi

Impostazione del lavoro. Una volta comprati i lombrichi e scelto il terreno siete pronti per iniziare a lavorare. Il lavoro del lombricoltore è così strutturato:

  • Inizio allevamento con inseminazione;
  • Alimentazione regolare tre volte al mese;
  • Divisione delle lettiere ogni tre mesi circa;
  • Raccolta humus una/due volte l’anno.

I lombrichi si alimentano ogni dieci giorni con un piccolo strato. La trasformazione in humus (qualifica generale: ammendante) avviene in sei mesi, a questo punto si raccoglie il fertilizzante ed eventualmente si lascia maturare in cumulo all’aperto, o si cede direttamente.

scarti vegetali, cibo per lombrichi

Preparare cibo per i lombrichi

Occorre dividere il materiale pronto (erba, foglie, scarti di cucina, frutta e verdura, letame, carta e cartone) che si può ammucchiare in un angolo e il materiale da triturare (ramaglie). Il materiale da tritare va cippato e poi miscelato con gli altri elementi. Si ottiene un miglior risultato tanto più il materiale è vario e miscelato: si migliora l’ossigenazione e l’humus resta più omogeneo. I lombrichi trasformano più rapidamente il materiale ben marcito e già fermentato, quindi conviene preparare la miscela compostata per tempo, distribuendola sulla lettiera una volta che la fase di decomposizione è avanzata, senza gli sviluppi di gas e calore tipici della fase di fermentazione.

Quando e come alimentare i vermi

Si preleva dal mucchio sempre la parte più vecchia, quella in fase avanzata di marcescenza, il lombrico ama cibarsi di prodotto con ph intorno a 7. Il cibo si mette sopra la lettiera spargendolo in strati inferiori ai 5 centimetri (ogni mese al massimo si mette uno strato di 15/20 cm sopra la lettiera). La quantità di cibo è circa di 5-7 cm ogni 10 giorni, questo consente al materiale organico di ossigenarsi e perdere eventuale acidità senza fermentare. Si alimentano quindi i lombrichi circa 3 volte al mese dalla primavera all’autunno. In inverno invece, causa freddo e fango può essere difficoltoso lavorare coi lombrichi e può valer la pena fermarsi e lasciar riposare. All’arrivo dei primi freddi, diciamo a partire da fine novembre, si può dare una doppia alimentazione (ad esempio 20 cm di letame) in modo che un po’ di fermentazione lasci il calore che crea un ambiente ottimale ai lombrichi. In primavera le lettiere scoppieranno di vermetti e la produzione di humus riprenderà a pieno regime.

Annaffiatura delle lettiere

Nei mesi caldi è bene innaffiare spesso, cercando di mantenere la lettiera umida e a temperatura costante, soprattutto a giugno e luglio può servire innaffiare tutti i giorni.

L’allevamento di lombrichi come avete letto in questo articolo è un’attività semplice e alla portata di tutti, che non richiede grande investimento economico e può dare grandi soddisfazioni. L’humus che si produce è il miglior fertilizzante possibile per l’orto, nutriente e naturale.

Articolo di Matteo Cereda con il contributo tecnico di Luigi Compagnoni.

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