Il finocchietto selvatico è un arbusto erbaceo mediterraneo che si trova spesso spontaneo, in particolare nel centro e sud dell”Italia. Si tratta di una pianta ombrellifera dal nome scientifico di Foeniculum vulgare, parente povera del  finocchio coltivato, con cui condivide diverse caratteristiche botaniche.

Il finocchietto però non forma il grumolo ed è quindi meno interessante come ortaggio dal punto di vista commerciale, viene tenuto come pianta aromatica.

finocchietto selvatico

Visto che richiede poche cure non è difficile tenere in giardino o nell’orto una piccola aiuola di finocchietto selvatico, detto anche finocchio amaro o comune, ed è un’erba che può impreziosire molte ricette e che ha interessanti effetti officinali.

Si tratta di un cespuglio che raggiunge buone dimensioni e può essere consumato interamente: i semi sono ricercati per speziare le pietanze e realizzare tisane, ma anche foglie e fusti sono commestibili e si usano come aroma. Lo sarebbero in teoria anche le radici, che però si ingrossano poco e restano fibrose, non valgono il lavoro di estirparle e pulirle.

La pianta di Foeniculum vulgare

La pianta di finocchietto forma un cespuglio perenne che può arrivare facilmente a un metro di larghezza e anche a uno e mezzo o due di altezza. Si caratterizza per le foglie filiformi e soprattutto per i fiorellini molto piccoli bianchi o gialli, che si raggruppano in ombrelle. Da questi fiori possono nascere numerosi semini, che rivelano la natura infestante di questo arbusto: facilmente vengono sparsi dal vento e invadono tutto il terreno circostante diffondendo la pianta officinale a dismisura. Per limitarne la diffusione è opportuno eliminare le ombrelle prima che vadano in semente. Una pianta molto simile al finocchietto è l’aneto, si tratta di un’altra erba preziosa in cucina.

Il fatto che sia una coltura perenne non rende necessario riseminarla: all’arrivo dell’inverno si taglia alla radice e si aspetta poi che in primavera la radice fittonante caccino i nuovi getti.

Clima e terreno

La cosa più delicata da cui dipende la coltura del finocchietto selvatico è il freddo: dove il termometro scende sotto zero conviene evitare di tenerlo: le gelate invernali possono uccidere la pianta. A parte freddo e umidità l’arbusto non ha grandi problemi ad adattarsi.

Il finocchietto richiede al terreno un buon drenaggio e un suolo abbastanza sciolto. Lo troviamo in natura anche su suolo sabbioso o ghiaioso, ma è più produttivo se incontra una buona presenza di sostanza organica. Serve anche una buona esposizione al sole e un riparo al troppo vento, che per via delle dimensioni del cespuglio può dar problemi.

La semina del finocchietto

Preparare il terreno. Prima di mettere a dimora il finocchio conviene lavorare il terreno con vangature profonde, in modo che scorra via senza difficoltà l’acqua in eccesso. In questa fase si può incorporare del compost maturo come concimazione organica naturale. Il letto di semina deve essere tenuto fine e ben pianeggiato con un rastrello, visto che i semini della pianta sono abbastanza piccoli.

Periodo di semina. Il momento giusto per mettere i semi di questa aromatica è la primavera, se si usa un semenzaio protetto si può anticipare a febbraio piantando nei vasetti e poi trapiantando ad aprile. I semini si pongono a solo un centimetro di profondità.

Sesto d’impianto. In genere nell’orto familiare basta mettere qualche cespuglio di finocchietto selvatico, non serve farne filari. Se si volesse realizzare una coltivazione più impegnativa conviene fare file distanti tra loro almeno 80 centimetri e porre una piantina ogni 50 centimetri circa lungo le file.

Moltiplicare la pianta. Per propagare la pianta conviene lasciare che il fiore vada a seme: un cespuglio di finocchietto produce una moltitudine di semi e sono molto semplici da far germogliare.

Coltivazione del finocchietto

Irrigazione. Il finocchietto richiede poca acqua per vivere, dato però che viene spesso coltivato in zone aride bisogna comunque controllare che il suolo non secchi completamente e se necessario irrigare, in particolare durante l’estate. Se si sceglie di bagnare queste piante è importante ricordarsi di farlo la sera o la mattina presto, evitando le ore di sole.

Pacciamatura. La pacciamatura di questa pianta è molto utile, sia l’estate, per non far seccare la terra, che l’inverno, per tenere al caldo le radici.

Concimazione. Essendo una coltura poliennale bisogna ogni anno rinnovare un po’ la sostanza organica presente nel terreno, per cui apportare concime. Conviene farlo con compost oppure letame maturo, in dose moderata, che si zappetta al suolo tra l’autunno e l’inverno. La prima concimazione di fondo si fa invece al momento dell’impianto.

Taglio invernale della pianta. Quando arriva l’inverno la pianta di finocchietto deve essere tagliata, resta invece nel terreno la radice che può dar vita l’anno successivo a una nuova coltivazione, se il freddo arriva allo zero eventualmente si può coprire con tessuto non tessuto per tenere al calduccio le radici di questa officinale.

Parassiti e malattie

Afidi. Il finocchietto come il finocchio può esser colpito dagli afidi. Se si verifica un attacco bisogna per prima cosa tagliare le parti di pianta più colpita, si può usare macerato di ortica o di aglio per contrastare questi insettini.

Malattie crittogamiche. Ci sono una serie di patologie funginee che possono colpire il finocchietto selvatico. Le principali sono quelle che prendono il via dalla radice o comunque dal suolo: ad esempio il marciume radicale e il marciume del colletto. Per prevenire il problema è sufficiente fare attenzione alla troppa umidità e prevenire eventuali ristagni idrici.

Il raccolto e l’uso

La pianta del finocchietto è interamente commestibile, consumando le foglie non ci sono maturazioni da aspettare: si può raccogliere sempre, con l’ovvia eccezione del periodo invernale in cui si trova a riposo vegetativo. Prima delle gelate si taglia tutta la parte aerea dell’arbusto e si deve poi aspettare che riparta a vegetare in primavera. A parte i mesi freddi questa erba aromatica è disponibile per buona parte dell’anno da cogliere al bisogno.

Raccolta dei semi. Se si vogliono raccogliere i semi invece bisogna lasciare che il fiore si secchi, facendo attenzione che una volta avvenuta la maturazione i semini si staccano facilmente e possono quindi andare persi nel terreno. La fioritura avviene in estate, segue la maturazione e il periodo adatto alla raccolta di questi semi è di solito agosto.

Utilizzo in cucina. Le foglie di finocchietto si usano come aroma e si possono aggiungere alle insalate, mentre i semi si mettono su carni e soprattutto sul pesce. Si dice che questa pianta officinale abbia proprietà antispasmodiche, antinfiammatorie e digerenti, oltre a esser curativa per intestino e colon. Con i semi di finocchietto si fanno tisane e decotti, utili anche da dare ai bimbi piccoli contro i mal di pancia da coliche.

Articolo di Matteo Cereda

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