Non è difficile far germogliare i semi e realizzare da soli le piantine da trapiantare poi nell’orto, invece che comprarle in un vivaio. Le piante vengono fatte crescere in semenzaio, per la germogliazione si può fare una seminiera. Vediamo come fabbricare in modo semplicissimo l’ambiente in cui le nostre future piante orticole possano nascere e trascorrere i primi giorni di vita, basta una semplice scatola e un po’ di terriccio.

semenzaio

Ipotizziamo in questo articolo di voler autoprodurre una seminiera semplice, adatta all’orto familiare. Possiamo semplicemente avvalerci di una cassetta di piccole dimensioni in cui germineranno i semi. Dopo pochi giorni dalla germinazione si dovranno spostare le giovani piantine in contenitori più grandi, come i tipici vassoi di vasetti neri. Scopriamo insieme i motivi per cui è utile fare una seminiera e come gestirla nel pratico.

Partire dal seme: risparmio e soddisfazione

Far nascere in seminiera le proprie piantine è un sistema utile per chi coltiva l’orto, perché porta un notevole risparmio sia economico che di spazio, inoltre consente di programmare meglio cosa coltivare. Per ragioni di tempo potete anche trapiantare piantine acquistate nei vivai ma comprare le piantine costa molto di più rispetto a comprare le bustine di semi. Per questo vi spiego qui di seguito come costruire una seminiera in cui far germinare il seme, il discorso prosegue poi nel semenzaio, dopo aver ripicchettato le piantine piccole nei vasetti, fino ad arrivare poi al trapianto nell’orto. Oltre al risparmio la soddisfazione di vedere il seme germogliare è impagabile, quindi vi invito a provare a mettere in pratica le indicazioni che seguono, non ve ne pentirete.

Il vantaggio di trapiantare

Il trapianto della piantina presenta diversi vantaggi rispetto alla semina diretta in piena terra, mettendo il seme direttamente nell’orto. Eccoli:

  • Meno malattie funginee e parassiti. La seminiera consente di far germinare il seme in condizioni più controllate che non in campo (terriccio sterile, temperatura regolata, umidità stabilita). Le piantine crescono sane, i semi non vengono mangiati o spostati da animali e insetti.
  • Guadagno di tempo e programmazione migliore. Controllando la temperatura le piantine si sviluppano prima, si impiega il terreno dell’orto in modo più razionale se si riesce a programmare le colture e questo permette di avere più raccolti sulla stessa particella.
  • Guadagno di spazio nell’orto. Trapiantando si utilizza meglio lo spazio delle aiuole dell’orto: infatti seminando in piena terra si rischia che alcuni semi non germoglino, lasciando spazi vuoti nelle file. La seminiera poi risparmia spazio anche all’interno del semenzaio vero e proprio.
  • Migliore controllo delle infestanti. Al trapianto si mettono nel terreno piantine già sviluppate, che trovano un suolo pulito e lavorato. In questo modo è molto più facile il controllo delle erbacce infestanti.

Cosa usare per costruire una seminiera

La seminiera è un sistema semplice ed economico, per realizzarla basta una cassetta di materiale inerte e poco terriccio, possiamo poi partire con le semine. L’ideale è l’utilizzo di materiali che non si danneggino troppo con l’umidità e che non incoraggino lo sviluppo di muffe, in modo da poter essere riutilizzati. Una scatola di plastica o polistirolo va benissimo. Il legno è meno indicato perché assorbe l’acqua e può ospitare funghi, il ferro invece arrugginisce.

Il terriccio giusto in cui seminare

Per la nostra seminiera dobbiamo utilizzare terriccio di torba nera, non acida, miscelato con una frazione di terra leggera. La torba bionda è acida e non va molto bene per le piantine orticole. Una buona “ricetta” è miscelare torba nera, terra dell’orto e sabbia silicea, in parti uguali circa. In alternativa si può anche comprare un terriccio già pronto, meglio che sia una terra specifica per la semina e che sia biologica. In ogni caso il substrato deve essere molto fine, se decidiamo di autoprodurlo è bene setacciarlo.

Non è d’obbligo la terra per la prima fase di semina: un interessante sistema alternativo all’uso di terriccio è quello di far germinare i semi nello scottex.

Come seminare le piante da orto

Seminare in seminiera è molto semplice: si riempie la cassetta con 3 cm di terra, acquistata oppure auto prodotta come spiegato sopra. Il terriccio di semina deve essere bagnato leggermente, assolutamente non fradicio. Per dare acqua dosata conviene usare uno spruzzino nebulizzatore, tipo quelli dei detergenti per pulire i vetri, ovviamente bisogna stare bene attenti se si riusano contenitori di detersivo a eliminare ogni residuo di prodotti chimici.

Una volta pronto lo strato di terra umido si mettono i semi, in solchetti profondi pochi millimetri e si ricopre poi con un velo di buona terra setacciata. Il consiglio è di premere leggermente la terra sopra ai nostri semi, senza però compattare troppo.

Dopo aver messo i semi nel terriccio si copre con un telo di TNT fino a che non si vedono emergere le piantine. Per germinare il seme ha bisogno soltanto della temperatura ideale. La giusta temperatura varia da un ortaggio all’altro, ad esempio per il pomodoro e il peperone è attorno ai 25 gradi. Per crescere invece la piantina avrà bisogno non solo del caldo ma anche della luce: per questo motivo solo la prima fase può avvenire sotto copertura.

Quindi dopo la germogliazione bisogna tenere la nostra cassetta in un punto illuminato del semenzaio, in alternativa si può ricorrere a luci artificiali, come neon o led. Occorre controllare spesso che le condizioni di illuminazione siano corrette, se la luce non basta vedremo le piantine “filare”, ovvero allungarsi esili verso l’alto, e ingiallire per mancanza di fotosintesi.

Prima della semina può essere utile mettere a bagno i semi, in genere si tengono a mollo 24 ore, in modo da smollare il tegumeto, un’idea interessante è quella di fare il bagno di camomilla.

Spostare le piantine: la ripicchettatura

Quando nella nostra seminiera le piantine avranno aperto le due foglioline cotiledonari è il momento di trasferirle, mettendole a dimora in vasetti di maggiori dimensioni. Fino a che la pianta ha soltanto queste due prime foglioline può essere spostata senza trauma, visto che le sue piccole radici non sono ancora sviluppate del tutto. Quando nascono le prime foglie vere e proprie invece vengono emesse anche radichette laterali che si potrebbero rompere nel trapianto.

L’operazione di spostamento si chiama ripicchettatura e non è difficile da attuare: si bagna la terra e si sfilano le piantine aiutandosi con un bastoncino, tuttavia l’operazione richiede delicatezza, visto che le giovani colture sono appena formate.

Le piantine dopo esser cresciute in seminiera vanno tenute in vassoi a bicchierini o in vasetti, che si conservano nel semenzaio. In questa sede si aspetta che le radici avvolgano per bene il pane di terra in modo che potranno essere trapiantate in pieno campo senza problemi.

Articolo di Matteo Cereda

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