Le piantine da orto possono esser fatte crescere in semenzaio oppure per chi ha poco tempo (o solo un po’ di pigrizia) si possono acquistare in vivaio. Una volta che abbiamo pronte le piantine arriva il momento del trapianto.

Trapiantare è un’operazione semplice, ma non banale: si tratta di un momento delicato per la giovane piantina, che si trova di colpo in un ambiente nuovo, esposta ad agenti atmosferici e sbalzi climatici mai conosciuti prima.

piantina in vaso

Per questo servono le giuste accortezze, in modo da non danneggiare l’apparato radicale e minimizzare lo shock alla pianta. Bisogna sapere che se la piantina subisce un trauma nel trapianto o nel primo periodo di permanenza nell’orto può riportare danni, che influiscono sul suo sviluppo futuro. Può essere quindi utile dare qualche consiglio su come effettuare al meglio il trapianto.

Il trapianto delle piantine da orto solitamente si fa con piantine nel pane di terra, cresciute in contenitori alveolari. Il trapianto a radice nuda non è conveniente per gli ortaggi, visto che si trapiantano quando sono molto giovani e hanno radici delicatissime, le piante da frutto invece si possono trapiantare a radice nuda, essendo più resistenti.

Trapiantare al momento giusto

Una cosa molto importante per garantire un buon trasferimento è scegliere il momento giusto per piantare: da un lato il clima deve essere adatto, dall’altro la pianta deve essere abbastanza sviluppata. Scopriamo come valutare i vari aspetti e scegliere il momento adatto in cui fare il trapianto.

Età della pianta

La prima accortezza necessaria è quella di capire il momento giusto in cui trapiantare: la piantina non deve stare troppo nel vasetto, altrimenti soffre per la mancanza di spazio e nutrimenti: sviluppa malamente le sue radici, aggrovigliandole e avrà un ingiallimento delle foglie dovuto alla carenza di elementi nutritivi. Tuttavia non deve neanche essere messa a dimora troppo giovane: se fosse priva di radici di una certa consistenza farebbe fatica a uscire dal pane di terra e radicarsi correttamente nel terreno.

Periodo in cui trapiantare

Il clima esterno deve essere adeguato, con temperature in cui la piantina possa star bene. Se si trapianta troppo presto una piantina il freddo notturno può comprometterne la salute. Per questo è fondamentale effettuare il trapianto nel periodo indicato, ogni ortaggio ha il suo momento adatto alla messa a dimora. Potete a questo scopo consultare il calendario dei trapianti, tenendo conto però che ogni zona ha le sue peculiarità climatiche.

La giornata giusta

Per trapiantare il terreno deve essere “in tempera”, bisogna evitare di fare il lavoro in corrispondenza di piogge, che rendono il suolo fangoso. Il terreno non deve neppure essere completamente secco, in caso meglio bagnare un poco.

Evitare il troppo caldo. Il trapianto non deve essere effettuato in giornate troppo calde con una forte esposizione solare, perché la piantina non sia sottoposta appena messa a dimora a condizioni di aridità e calore eccessivo. Per questo in genere è meglio fare i trapianti nell’orto verso sera o comunque in momenti freschi.

Scegliere le piante nei vivai

Quando compriamo le piantine bisogna saperle scegliere: occorre che siano belle robuste e con qualche foglia ma non eccessivamente sviluppate, in modo che le radici siano pronte per esser messe a dimora in piena terra. Potete leggere su Orto Da Coltivare tre criteri per scegliere le piantine da comprare.

trapiantare piantine

La preparazione del terreno

Lavorare il terreno. Il terreno dove trapiantare lo dobbiamo scegliere e preparare prima, magari concimando a seconda delle necessità della nostra coltura, facendo però attenzione a usare letame maturo e pronto. Conviene fare questo lavoro con un po’ di anticipo, vangando una o due settimane prima della messa a dimora. Una buona vangatura garantisce un corretto drenaggio all’aiuola dell’orto e le nostre piantine troveranno un terreno soffice e sciolto,  è importante quindi lavorare in profondità, rompendo le zolle. Bisogna anche togliere eventuali radici e pietre e affinare il letto di semina, livellandolo con un rastrello.

Concimazione al trapianto. Il mio consiglio è di puntare soprattutto sulla concimazione di fondo, da fare durante la lavorazione. Possiamo comunque effettuare una leggera concimazione al trapianto, in particolare utilizzando biostimolanti, ad esempio humus di lombrico.

Stendere il telo pacciamante. Se si vuole mettere una pacciamatura con telo il momento giusto in cui farlo è in seguito alla lavorazione del terreno, stendendo il film sul letto di semina livellato. Una volta trapiantate le piantine non si potrà più pacciamare con il telo, sarà possibile invece coprire il suolo con la paglia.

La messa a dimora vera e propria

Estrarre la piantina dalla vaschetta. Nell’estrarre la piantina dal vasetto occorre fare la massima attenzione a non danneggiare le minuscole radici della giovane piantina. Meglio dare un’innaffiata alla pianta perché sia più semplice estrarla, se usate i classici contenitori alveolari in plastica nera è utile schiacciarli un po’ premendo leggermente il fondo per distaccare il pane di terra e cercare di tirarlo fuori completamente insieme alla piantina. A questo punto bisogna sempre maneggiare la piantina per il pane di terra, evitando di tenerla per il fusto.

Scegliere le distanze. Le piantine vanno messe nell’orto alla giusta distanza tra loro, è molto importante per evitare che crescendo competano tra loro per luce e nutrimenti (per approfondire leggete l’articolo sulle corrette distanze tra le piante). Ogni ortaggio ha un sesto d’impianto consigliato: più grande risulteranno le piante sviluppate più è opportuno distanziarle tra loro in fase di semina o trapianto. Facciamo quindi le buchette dove andremo a inserire le piantine.

Mettere la pianta a dimora. A questo punto possiamo finalmente piantare: mettiamo delicatamente la pianta nella sua buchetta, che deve contenere il pane di terra. Nel farlo manteniamo il pane di terra integro per non danneggiare nessuna radice. La pianta va messa in terra a livello del colletto, copriamo tenendola bene eretta nel fusto.

Compattare la terra e innaffiare. Dopo aver piantato schiacciamo la terra intorno alla piantina in modo da non lasciare aria, per mettere subito le radici a contatto con il loro nuovo ambiente. Procediamo quindi a bagnare il terreno, facendolo cadere un getto moderato dall’alto in modo che anche l’acqua possa aiutare a compattare la terra.

Cure post trapianto

Dopo aver effettuato il trapianto c’è un momento delicato in cui la pianta deve ambientarsi alle nuove condizioni e capire che il mondo è molto più vasto rispetto a quella piccola vaschetta che aveva finora conosciuto.

Irrigazione della piantine. Le piantine hanno bisogno di abbondante irrigazione dopo il trapianto e di un apporto costante nelle giornate successive, visto che le loro radici non sono ancora ben sviluppate e quindi non sono in grado di procurarsi l’acqua andando in profondità. Si deve quindi bagnare spesso, anche se è utile non esagerare con la frequenza e il quantitativo delle innaffiature: se la pianta ha sempre acqua disponibile non svilupperà le radici mentre una breve scarsità può “educare” la pianta a svilupparsi fuori dal suo pane di terra.

Attenti alle lumache. Le lumache sono ghiotte di foglioline giovani e tenere e se vanno a mangiarsi quelle delle piantine appena trapiantate possono danneggiarle in modo irreversibile. Per questo è bene fare attenzione, un’ottima precauzione è mettere qualche giorno prima di piantare una trappola tipo lima trap oppure fatta con la birra.

Lo shock da trapianto e come evitarlo

Dopo il trapianto è normale che la piantina trapiantata subisca un piccolo shock e abbia bisogno qualche giorno per riprendersi e crescere con rinnovato vigore. Se il giorno dopo a quello in cui avete effettuato la messa a dimora trovate piantine un po’ fuori forma e con le foglie basse non c’è da preoccuparsi. Se abbiamo fatto le cose per bene le piante si riprenderanno entro due o tre giorni per poi diventare colture sane e robuste. Tuttavia ci sono alcune accortezze che possono ridurre questo stato di sofferenza.

Acclimatare le piantine. Per ridurre lo shock di trapianto può essere corretto acclimatare le piantine, lasciandole all’esterno per uno o due giorni ancora nei vasetti, prima di trapiantarle. In questo modo potranno ambientarsi prima di uscire dalla vaschetta.

Usare humus. L’humus di lombrico è ideale per ridurre lo stress da trapianto. Consigliatissimo l’uso di humus sia nel terriccio del semenzaio che nella buchetta dove inserite la piantina nuova. Una manciata di humus nella buca fornisce gli elementi nutritivi a portata di radice e aiuta a tenere umido il suolo attorno al giovane apparato radicale. A differenza di altri concimi non bisogna preoccuparsi dell’eventuale quantità eccessiva o del contatto diretto con parti di pianta.

Articolo di Matteo Cereda

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