Piccoli e dolcissimi frutti, caratteristici delle zone di montagna, dove si trovano selvatici, i mirtilli sono coltivabili in gran parte degli orti. Si tratta di un arbusto davvero interessante da piantare perché resistente al gelo e poco soggetto alle malattie. Questi piccoli frutti appartengono alla famiglia delle ericacee e in questa, al genere dei vaccinium.

La pianta del mirtillo è una specie rustica, come tutti i frutti di bosco richiede un terreno abbastanza acido, per cui è opportuno verificare il ph all’impianto e tenerne conto nelle successive concimazioni. Il mirtillo nero europeo forma dei cespuglietti gradevoli da vedere e semplici da tenere ordinati, adatti anche a decorare angoli di giardino.

pianta dei mirtilli

Oltre al classico mirtillo autoctono del nostro paese, che troviamo anche selvatico, esistono molte specie di mirtilli, che a loro volta si suddividono in differenti varietà. Tra le più famose ci sono i mirtilli siberiani, il mirtillo rosso e il mirtillo gigante americano, interessantissimo perché molto produttivo e per questo diffuso nelle colture professionali.

Dove coltivare i mirtilli

I mirtilli sono una specie che siamo abituati a trovare selvatica in zone di montagna e in genere nel sottobosto, da questo possiamo capire alcune caratteristiche pedoclimatiche peculiari, tuttavia esistono diverse varietà di mirtillo, scegliendo quella giusta si possono far crescere queste bacche praticamente in ogni zona d’Italia.

Clima indicato

In genere le piante di mirtillo prediligono climi freddi, poiché temono un eccessivo caldo estivo, mentre resistono senza timore a inverni gelidi. Non per niente è un arbusto che si trova molto diffuso spontaneo in montagna. Nelle zone fresche può stare tranquillamente in pieno sole, con ottimi risultati, l’ideale è tenerli al riparo dal vento.

Terreno adatto

Il mirtillo è una pianta fortemente acidofila, vale a dire che richiede un terreno acido, con ph tra il 4,5 e il 5,3 (vedi come misurare il ph del terreno), questa caratteristica è comune a molti frutti di bosco.  Ad acidificare il terreno per prepararlo all’impianto di questi piccoli frutti possono essere varie sostanze: fondi di caffè, torba, aghi di pino, foglie di quercia, zolfo. La terra inoltre deve essere drenante, senza ristagni.

le bacche di mirtillo

Riprodurre e piantare i mirtilli

Dopo aver scelto il posto giusto si tratta di procurarci le piante di mirtillo e piantarle. Il modo più semplice per avere una piantina è acquistarla in vivaio, non è difficile però anche propagare il mirtillo per talea, ottenendo piante a costo zero.

Ottenere piante di mirtillo da seme

Le bacche contengono dei semini molto piccoli e di non facile germogliazione. Per questo motivo non è molto diffusa la semina del mirtillo e si preferisce in genere acquistare la piantina in vivaio.

Chi volesse cimentarsi può comunque mettere in vasetto i semini a inizio primavera. Proprio perché delicati e non semplici da far germinare è consigliabile mettere più di un seme ogni vasetto, diradando in un secondo momento.

Un trucchetto semplice: il bagno di camomilla ai semi può aiutare la germinabilità.

Propagazione per talea

Se avete già una pianta di mirtillo da cui partire non occorre necessariamente acquistarne altre, è possibile propagare nuove piantine col metodo della talea.

La talea del mirtillo si effettua staccando un ramo dalla pianta madre e inserendolo in un vasetto di terreno sufficientemente acido. Durante la fase di radicazione del rametto è importante che il terreno non secchi mai completamente, per cui bisogna innaffiare spesso. Si consiglia di fare l’operazione a inizio primavera, trapiantando prima del caldo o dopo l’estate.

Nell’ottica di una coltivazione produttiva non conviene particolarmente fare talea da mirtilli selvatici. Le varietà di mirtillo selezionate e fornite dai vivai sono decisamente più performanti nel produrre frutti. Per un consumo domestico e per passione invece si può tranquillamente scegliere di prelevare un rametto di mirtillo spontaneo e impiantarlo in un proprio terreno.

Trapiantare le piantine

Le piantine di mirtillo si trapiantano tra settembre e maggio direttamente nell’orto, ovviamente evitando i mesi in cui la terra è gelata e molto dura.

Per le dimensioni del cespuglio occorre lasciare oltre un metro tra ogni pianta e almeno due metri e mezzo tra le file, ma questo dato è indicativo perché dipende tutto dalla varietà di mirtillo impiantata.

Per trapiantare si scava una buchetta, che si può riempire con una manciata di torba e una di humus di lombrico. Dopo il trapianto è importante bagnare le giovani piantine e continuare nelle tre settimane successive a bagnare con frequenza.

pianta mirtillo

Impollinazione

Come tutte le piante da frutto il mirtillo produce le sue bacche in seguito all’impollinazione fra i fiori, la pianta è auto fertile, ma avere più di una varietà ha un’effetto positivo sulla fruttificazione.

Coltivazione del mirtillo

Il mirtillo non è difficile da coltivare, anche se richiede alcune accortezze. In particolare la sua debolezza sta nelle sue radici molto superficiali: attenzione a non zappettarle togliendo le erbe infestanti, proprio a causa delle radici che non vanno molto in profondità è utile tenere sempre ben umido il suolo.

Concimazione dei mirtilli

La prima concimazione di fondo si attua al momento dell’impianto del mirtilleto, tipo di concime e dosaggio dipende dal suolo. Si possono usare letame maturo o compost, previa verifica del ph, visto che il letame tende a rendere basico il terreno.

Al momento del trapianto è molto positiva l’azione dell’humus che aiuta il radicamento della giovane piantina.

Si può poi aggiungere sostanza nutritiva una o due volte all’anno, per questa operazione lo stallatico in pellet può essere usato con moderazione, sempre perché tende ad elevare il ph del terreno, in alternativa concimi bio specifici per acidofile e magari apportare torba acida.

Primo anno di coltivazione

Nel primo anno dall’impianto il mirtilleto non fruttifica in maniera significativa, si aspetterà il secondo anno per ottenere le bacche, è utile rimuovere tutti i fiori per favorire lo sviluppo delle radici.

Nei primi due anni si possono evitare le potature alle piante, limitandosi appunto alla rimozione dei fiori.

Irrigazione e pacciamatura

Irrigazione. Il mirtillo teme la siccità perché ha radici molto superficiali e richiede quindi un frequente apporto idrico. Per bagnare il mirtillo bisogna evitare di usare acqua troppo calcarea, che contribuisce a rendere basico il terreno, attenzione quindi a quello che esce dal vostro rubinetto.

Pacciamatura. Per le piante di mirtillo la pacciamatura è molto indicata, sia per evitare erbe infestanti che per contribuire a tenere umido il terreno. Particolarmente favorevole può essere l’uso di foglie di quercia o aghi di pino (pacciamature acide), che mantengano il ph del suolo corretto per questo frutto di bosco.

cespuglio di mirtilli

Potatura del mirtillo

La potatura delle piante di mirtillo si effettua a partire dal terzo anno di coltivazione ed è un’operazione da fare dopo l’inverno oppure in seguito alla caduta delle foglie autunnali.

Per potare i mirtilli bisogna accorciare i rami e diradarli, l’operazione permette alla pianta di produrre bacche di maggior dimensione e favorisce il circolo d’aria, è utile quindi anche a prevenire malattie.

Coltivazione del mirtillo in vaso

Il mirtillo si può coltivare anche sul balcone, in questo caso occorre scegliere un vaso di buon diametro, minimo 30 centimetri, e un terriccio per piante acidofile.

Bisogna bagnare spesso il terreno nei vasi, nei momenti caldi anche quotidianamente, per evitare che la terra secchi. Attenzione però a non esagerare con la quantità facendo ristagnare l’acqua. A questo proposito è importante uno strato di argilla espansa a fondo vaso.

Almeno una volta all’anno è opportuno concimare per mantenere le sostanze nutritive utili allo sviluppo della pianta.

Da una coltivazione di mirtilli in balcone non possiamo aspettarci una grande produzione: si tratta di una pianta dai frutti piccoli e non si può pensare che un singolo arbusto in vaso dia una grande quantità di prodotto. Tuttavia essendo un cespuglio gradevole nell’aspetto è una specie carina da tenere in terrazzo e coltivarlo coi bambini è particolarmente appassionante perché la dolcezza del frutto sarà per loro molto gradita.

Le avversità del mirtilleto

I mirtilli sono soggetti ad alcune avversità, in particolare malattie quali antracnosi, botrite e marciume radicale, insetti come la drosophila suzukii e la clorosi ferrica che provoca l’ingiallimento fogliare. Impariamo a distinguere e possibilmente prevenire questi problemi.

Patologie del mirtillo

I mirtilli sono una coltivazione poco soggetta a problemi di malattie, quindi molto facile da coltivare e adattissima al metodo biologico.

Clorosi ferrica. Non si tratta di una vera malattia ma di una fisiopatia, che si manifesta con un ingiallimento delle foglie. La clorosi ferrica è data da una mancanza di ferro che provoca una minor fotosintesi, da qui la perdita del verde dovuto alla clorofilla. In questo caso la pianta necessita di chelato di ferro per tornare verde nell’immediato, mentre il suolo del mirtilleto deve esser reso più acido per tornare ad avere un equilibrio nutritivo adatto a questo piccolo frutto.

Marciume radicale. La pianta del mirtillo non è molto soggetta a problemi di malattie funginee, tuttavia se il terreno non drena il ristagno di acqua può causare un marciume a livello radicale, che uccide la pianta. Per prevenirlo è sufficiente una corretta lavorazione del suolo, dove la terra è molto argillosa si può mischiare della sabbia prima di impiantare i mirtilli. Molto utile per evitare marciumi è l’utilizzo di micorrize, scegliendo prodotti con trichoderma, fungo antagonista del marciume.

Antracnosi. Questa malattia si nota sui frutti, che invece che maturare avvisiscono e ammuffiscono. La prevenzione si attua garantendo una buona areazione nei cespugli grazie alle potature, evitando di tardare nella raccolta e rimuovendo con tempestività rametti che danno frutti infetti.

Botrite o muffa grigia. La malattia si manifesta generalmente sui fiori, che scuriscono e si trovano coperti di una muffetta di colore grigio, si verifica in caso di piogge frequenti durante il periodo di fioritura. Anche in questo caso una buona lavorazione del terreno e corrette potature aiutano a prevenire.

Insetti e parassiti dei mirtilli

Afidi e cocciniglia. Non sono molto frequenti ma questi piccoli insetti possono danneggiare il mirtilleto se la melata veicola virosi e altre malattie o si forma sul frutto. Per combatterli rimando all’articolo su come difendersi dall’afide.

Lepidotteri. Le larve di lepidottero sono nocive in particolare a primavera, quando danneggiano direttamente il fiore o il frutto. Il bacillus thuringensis è un buon prodotto atossico per l’uomo che aiuta a fronteggiare questi bruchi.

Drosophila suzukii o moscerino della frutta. Parassita orientale che si è diffuso negli ultimi anni e che attacca sovente il frutteto (vedi approfondimento sulla Drosophila). Contro i moscerini della frutta si possono predisporre anche trappole che consentano una cattura biologica, le bio trappole alimentari Tap Trap e Vaso Trap (di colore rosso) possono fare un buon lavoro di cattura.

Raccolta e conservazione dei frutti

I mirtilli si raccolgono a partire dal mese di maggio fino a fine agosto, ci sono varietà più o meno precoci.

Distinguere il frutto maturo è molto semplice, visto che basta fare caso al colore, il mirtillo classico ha le bacche blu scuro, esiste anche la varietà col frutto rosso, diffusa in Europa centro settentrionale. Raccogliere questi frutti è un mestiere di grande pazienza. Le piantine al primo anno in genere non fruttificano in modo significativo.

frutti di mirtillo americano

Conservazione. I mirtilli sono un frutto di bosco facilmente deperibile, dopo la raccolta si conservano solo pochi giorni. Tenendoli in frigorifero si aumenta di qualche giorno il loro mantenimento. In alternativa per non farli avvizzire bisogna lavorarli: si possono fare marmellate e composte oppure essiccarli. Il mirtillo è molto usato anche per farne succhi molto salutari e anche liquori, sul nostro sito trovate ad esempio la ricetta per la grappa al mirtillo.

Varietà e specie di mirtillo

I mirtilli sono una famiglia abbastanza vasta, che comprende diverse specie: i più diffusi nelle coltivazioni da produzione sono i mirtilli giganti americani, che garantiscono un’ottima dimensione delle bacche e quindi sono decisamente appetibili sul mercato. Il mirtillo nero selvatico si trova spontaneo sull’arco alpino, molto dolce e saporito ma meno produttivo. In altri paesi è molto diffuso il mirtillo rosso, dal gusto più aspro, mentre il mirtillo siberiano è una pianta interessante perché richiede un terreno meno acido. Scopriamone alcune specie diffuse, all’interno di queste specie poi si differenziano una serie di varietà.

Mirtillo comune di bosco (Vaccinium myrtillus)

Il mirtillo nero autoctono del nostro paese, che si trova tipicamente spontaneo. La pianta resta di piccole dimensioni, i frutti sono saporiti ma restano piccole bacche di colore tra il viola intenso e il blu scuro. Non sono molto i mirtilli più facili da coltivare perché il loro habitat naturale di sottobosco ha peculiarità (terreno acido, costantemente umido, mezzombra,…) che non è semplicissimo riprodurre, inoltre per la taglia ridotta dell’arbusto la produzione del mirtillo selvatico non è abbondante.

Mirtillo gigante americano (Vaccinium corymbosum)

Si tratta di una specie di mirtillo molto produttiva e per questo è oggi la più coltivata in contesti professionali, le piantine si possono trovare in quasi tutti i vivai. La particolarità è che la pianta raggiunge buone dimensioni, arrivando anche a tre metri di altezza, con un apparato radicale molto sviluppato ma piuttosto superficiale. Rispetto ad altre varietà di mirtillo richiede una potatura che disciplini la chioma. Ne è stata selezionata anche una varietà rosa.

Mirtillo rosso (Vaccinium vitis idaea)

Altra specie di mirtillo del genere vaccinium, dalla pianta sempreverde. Si caratterizza come si capisce già dal nome, per il colore delle bacche, che quando sono mature assumono un rosso vivace. Il sapore è un po’ più aspro rispetto al classico mirtillo nero e viene molto bene in confettura e ha proprietà antossidanti.

Mirtillo rosso americano o cranberry (Vaccinium macrocarpon)

Da non confondere col mirtillo rosso idaea, di cui condivide il colore del frutto. Questa specie è nettamente più produttiva e realizza bacche di maggior pezzatura, succose e particolarmente ricercate sia per i dolci che da fare essiccate.

Mirtillo siberiano (Lonicera Kamtschatica)

Questa pianta appartiene a tutt’altro genere rispetto al mirtillo europeo e americano, praticamente è un mirtillo solo di nome, viene chiamata così per via delle sue bacche di color viola blu, proprio come il nostro mirtillo spontaneo. Le bacche in realtà sono più allungate, ottime da mangiare e con notevoli proprietà nutritive. Rispetto ai mirtilli vaccinium il mirtillo siberiano è più adattabile in termini di suolo e non richiede necessariamente un substrato acido.

Articolo di Matteo Cereda

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