La pianta del limone è sempreverde, ha un aspetto gradevole che le conferisce pregio ornamentale e mette una certa allegria, oltre a produrre i salutari e sempre utili limoni.Per farla crescere sana e rigogliosa è importante dedicarle le dovute cure di coltivazione, dalle concimazioni ad una moderata potatura, tra queste è importante anche la prevenzione e la difesa da malattie e parassiti animali.

Le scelte su come impostare la difesa fitosanitaria nell’agrumeto sono tra quelle che maggiormente determinano l’impatto ambientale e la salubrità dei limoni che si raccolgono. A questo proposito è possibile e consigliato curare il limone con metodo biologico, ovvero con tecniche che consistono nel lavorare a monte sulla prevenzione e nell’utilizzare solo determinati prodotti di origine naturale per la cura invece dei pesticidi di sintesi.

patologie del limone

Vediamo quindi in particolare quali sono le più comuni patologie che interessano la pianta del limone, spesso le riconosciamo da macchie o accartocciamenti delle foglie. Scopriremo anche come risolvere con mezzi ecologici eventuali problemi. Il discorso invece dei parassiti è trattato nell’articolo dedicato agli insetti nocivi al limone.

Marciume del colletto, gommosi e allupatura

La patologia del marciume del colletto è determinata da funghi del genere Phytophtora, che causano la formazione di macchie umide sulla corteccia, alla base del tronco. Dalla macchia, che si fessura, escono degli essudati gommosi, che possono interessare anche le radici. La chioma, e quindi le foglie, iniziano ad ingiallire e a deperire, i fiori sono radi e i frutti che maturano restano di piccola pezzatura. In casi gravi, la lesione con gommosi interessa tutta la circonferenza del tronco e questo porta a morte la pianta. I frutti interessati alla malattia diventano molli, si ricoprono di muffa brunastra ed emanano cattivo odore. La patologia è favorita dai ristagni di umidità al colletto delle piante.

Come misura preventiva verso questa patologia, durante l’inverno è utile spalmare la pasta per tronchi sui fusti delle piante. La pasta per tronchi infatti è un preparato naturale ad azione disinfettante, molto usata in agricoltura biodinamica ed ottenuta miscelando letame fresco, bentonite e spesso un altro ingrediente come l’infuso o il decotto di equiseto.

In caso di infestazione in corso, possiamo spennellare il tronco con un prodotto rameico diluito in acqua, soprattutto nei periodi piovosi che favoriscono la malattia, ed eventualmente irrorandolo anche sulla chioma. I frutti colpiti e caduti a terra devono essere eliminati per togliere siti di inoculo del patogeno, visto che il fungo si conserva proprio sui resti infetti.

Mal secco

Il fungo Phoma tracheiphilus causa decolorazioni e ingiallimenti sulle foglie dei rami, partendo da quelli più esterni, che pian piano disseccano. Ma l’infezione può partire anche dalle radici, causando la rapida morte della pianta, il cui legno mostra una colorazione rosa salmone.

Al riconoscimento dei primi sintomi su foglie e rametti, queste parti devono essere asportate e bruciate, tagliando un po’ sotto i sintomi visibili, e poi gli attrezzi di taglio devono essere ben disinfettati. Quando una pianta muore di questa malattia deve essere spiantata, e poi è importante disinfettare la buca con calce e zolfo.

Per prevenire la malattia è utile trattare le piante con estratti di propoli, soprattutto in caso di ferite di potatura o di grandine, che sono possibili siti di ingresso del patogeno. Anche in questo caso la pasta per tronchi ha un effetto disinfettante preventivo.

Per trattamenti con infezione in corso, oltre all’eliminazione delle parti visibilmente colpite dal patogeno, si può ricorrere al rame, sempre nelle dosi e nelle modalità di utilizzo raccomandante sull’etichetta del prodotto acquistato.

Batteriosi

Sui rametti colpiti dal batterio Pseudomonas syringae si notano macchie depresse di colore rosso-bruno, da cui possono fuoriuscire essudati gommosi a gocce. L’infezione, se raggiunge le foglie, ne causa accartocciamento ma senza farle cadere, mentre sui frutti si possono notare macchie rotondeggianti di circa 1-1,5 cm, con essudati batterici, le quali possono anche apparire solo dopo la raccolta.

Anche questa patologia può essere contenuta da trattamenti rameici, ma è utile prevenirla irrorando propoli, soprattutto nel caso di ferite causate alla pianta da vento, grandine o potature.

Fumaggine

Anche se la fumaggine non è da considerarsi una malattia in senso stretto, dato che si tratta di un fungo saprofita che non infetta direttamente le foglie ma si attacca alla melata di afidi di aleurodidi e cocciniglie e la conseguenza è che le foglie riducono la loro fotosintesi quando sono così ricoperte della tipica polvere scura, simile allo smog.

La difesa quindi deve avvenire sugli insetti che imbrattano di melata la pianta, e quindi un trattamento di sapone di Marsiglia contro gli afidi potrebbe eliminare anche i segni della fumaggine.

Virus della tristeza

Il virus della Tristeza è considerato il più pericoloso tra quelli che colpiscono gli agrumi, poiché in tutto il mondo ha causato la morte di milioni di piante. Ne sono suscettibili soprattutto le piante innestate su arancio amaro, pompelmo o limetta dolce.

La pianta infetta inizialmente rallenta la sua crescita, le foglie ingialliscono a partire dalle nervature e si staccano. La pianta prova a reagire emettendo nuovi germogli, che però restano piccoli e di colore verde chiaro. Questa malattia capita soprattutto sui limoni innestati su arancio amaro, e in generale crea una disaffinità e un ingrossamento nel punto di innesto.

Se il virus parte dalle radici, attacca anche ben presto il fusto e la capacità di assorbimento dell’acqua della pianta ne risulta ridotta. In certi casi la pianta inizialmente produce più limoni, che restano di piccole dimensioni, ma questo dipende anche dai diversi ceppi del virus, che portano ad alcune differenze nella sintomatologia sulle piante.

Non ci sono cure dirette contro questa virosi, ma sappiamo che i vettori di questo virus sono gli afidi e di conseguenza la lotta deve essere condotta nei loro confronti, proprio come per la fumaggine. Le piante irrimediabilmente morte devono essere estirpate e bruciate, disinfettando poi gli attrezzi utilizzati e disinfettando anche le buche con la calce.

Articolo di Sara Petrucci.

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