Il porro (Allium porrum) è una pianta orticola della famiglia delle liliacee, molto interessante da coltivare per via dei suoi numerosi utilizzi in cucina, ma anche perché si raccoglie quasi tutto l’anno.

Essendo piuttosto resistente alle gelate, si tratta di un perfetto ortaggio invernale, adatto a popolare il nostro terreno in un periodo in cui l’orto resta spesso vuoto.

coltivazione porri

Non si tratta di una specie difficile da gestire in una coltivazione biologica, anche se c’è un insetto che può portare danni molto gravi: la mosca del porro. Oltre a questo risulta particolarmente importante preparare il terreno perché non vi siano ristagni idrici ,che possono provocare malattie alla pianta.

Ci sono anche alcune accortezze importanti, come il rincalzo per imbiancare. Scopriamo quindi nel dettaglio come coltivare i porri, dalla semina alla raccolta.

Preparare il terreno e concimare

Il porro è una pianta che richiede un suolo drenante, per coltivarlo conviene cominciare da una buona vangatura e da una fresatura o zappettatura che affini le zolle.

Lavorando di zappa possiamo approfittarne per una concimazione di fondo, ai porri sarà utile la presenza di sostanza organica e di azoto, che si fornisce con compost e letame ben maturi. Lo zolfo è un microelemento prezioso per aumentare il sapore dell’ortaggio.

Semina e trapianto dei porri

Il porro si semina da fine inverno, si può fare una semina scalare che permette di coltivare questa pianta durante praticamente tutto l’anno. Vi sono diverse varietà, per cui si possono scegliere sia porri estivi che porri invernali.

Per partire dal seme conviene utilizzare un semenzaio, piuttosto che la semina diretta. All’inizio dell’anno (febbraio) facciamolo utilizzando semenzaio a letto caldo, poi con l’aumentare delle temperature non servirà protezione.

Nell’orto famigliare i porri si piantano in modo scalare, effettuando diversi trapianti nell’arco della stagione primaverile ed estiva, a partire da fine aprile. Il seme germina in una decina di giorni, si può trapiantare dopo un mese. Le piantine si trapiantano a radice nuda quando sono alte circa 10-15 cm, al trapianto deve seguire irrigazione abbondante.

Per chi volesse approfondire l’operazione di impianto può leggere l’articolo dedicato alla semina del porro.

Sesto di impianto e ciclo colturale

Le file di porri devono essere distanti almeno 40 cm, per consentire la rincalzatura, mentre tra una pianta e l’altra servono 10 o 15 cm di distanza a seconda della varietà, massimo 20 cm tra i porri giganti. Se il porro si trapianta collocandolo in un foro abbastanza profondo (in modo che la pioggia porti terra nel buco ed effettui un naturale rincalzo. In alternativa possiamo scegliere di non rincalzare e piantare quindi con un sesto d’impianto che preveda distanze minori (25 cm tra le file, sempre 10-15 cm tra le piante).

Ciclo colturale del porro

Il porro può restare nell’orto fino a che non monta a seme, si tratta di un’orticola biennale che va in seme a maggio dell’anno successivo a quello di semina. Ha un ciclo colturale lungo, impegna l’orto per 4 mesi dal trapianto. Ecco qualche consiglio per capire quando raccogliere i porri.

Lavori di coltivazione

Il porro non è difficile da coltivare, si tratta di una pianta estremamente resistente alle avversità climatiche e molto adatta all’orto biologico. Scopriamo i segreti per migliorare la qualità dell’ortaggio e tenere in salute le nostre piantine di porri.

Consociazioni e rotazioni

Famosa la consociazione tra porro e carota per rispettiva protezione dagli insetti, ma può stare bene anche con cavoli e lattuga. Si sconsiglia invece la vicinanza con leguminose quali piselli e fagioli. Il porro può succedere ottimamente a patate novelle e piselli, mentre non deve seguire altre piante liliacee (cipolla, scalogno, aglio, erba cipollina, asparagi).

Controllo delle infestanti

Le piante di porri sono strette e verticali, prendiamoci cura del terreno intorno a loro perché non viene sufficientemente presidiato dalle foglie del porro stesso. Per tenere pulito possiamo usare un sarchiatore, a patto di farlo con delicatezza: i porri hanno radici piuttosto superficiali.

Si può anche ricorrere alla pacciamatura, utilissima per risparmiare tempo e portare beneficio al terreno. Il problema nel pacciamare è non riuscire poi a fare i lavori di rincalzo, bisogna quindi scegliere se effettuare l’imbianchimento o stendere una pacciamatura.

Irrigazione dei porri

I porri vanno bagnati con grande regolarità al momento dell’impianto e per tutto il periodo giovanile in cui le piante devono radicare. In seguito si valutano le irrigazioni a seconda della stagione: nelle coltivazioni estive sarà necessario bagnare spesso, mentre in autunno o primavera spesso le piogge suppliscono. Bisogna evitare di bagnare le foglie, direzionando acqua sul terreno, per evitare di favorire i patogeni.

Rincalzo per imbianchimento

Il rincalzo è necessario per migliorare la qualità dell’ortaggio: serve per avere una parte bianca ben sviluppata, essendo quella migliore per il consumo. Il metodo d’imbianchimento è molto semplice: si tratta di coprire con terra la parte inferiore della pianta, in modo tale che le foglie non facciano fotosintesi e restino più tenere e saporite.

I porri si rincalzano a un mese dal trapianto, un secondo rincalzo per un maggiore imbianchimento si può effettuare un mese prima di raccogliere la nostra verdura.

Difesa da insetti dannosi

Il principlae problema che possono avere i porri è la mosca minatrice del porro, che depone le sue uova all’interno della pianta lasciando poi che le larve la divorino, si può prevenire coprendo la coltivazione di porri tra metà settembre e ottobre.

Ci sono poi una serie di possibili parassiti, che sono nemici comuni alle piante della famiglia delle liliacee. Un insetto fastidioso in particolare è la mosca della cipolla, si può combattere con il bacillus thuringiensis oppure può essere tenuta lontana con la consociazione tra porro e carote.

Le malattie del porro

Il porro può essere danneggiato anche da alcune patologie, quali ruggine o peronospora. Nel metodo di coltivazione biologico è fondamentale prima di tutto prevenire tali problemi, mediante una corretta lavorazione del suolo.

In caso di infezione è importante notare i primi sintomi ed intervenire con tempestività, a volte conviene tagliare i porri alla base, lasciando un dito, la pianta ricresce in due mesi, resta solo un po’ meno sviluppata. La parte tagliata deve essere distrutta e non usata per il compost, per non diffondere le spore.

Raccolta dei porri

I porri si raccolgono a circa 4 mesi dal trapianto, la durata esatta del ciclo colturale dipende dalla varietà che abbiamo scelto. Cogliamo quest’ortaggio quando raggiunge la dimensione desiderata, anche questo è variabile in base alla semente (esistono porri giganti e cultivar che restano in misura più modesta).

La parentela del porro con aglio e soprattutto con scalogno e cipolla la si intuisce subito dal gusto marcato, ideale per aromatizzare molte ricette.

porri pronti da cucinare

Articolo di Matteo Cereda

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