Tra le varie piante infestanti spontanee che possono invadere l’orto, il frutteto o il prato, la gramigna è certamente una delle più invasive e tenaci. Per questo al suo nome è stata data dai contadini un’accezione negativa e viene spesso definita “erbaccia”.
In realtà come tutte le piante non è un’erba cattiva in sé e come vedremo ha caratteristiche che possono risultare positive, tuttavia per le sue caratteristiche compete in modo prepotente sottraendo risorse a molte coltivazioni e con la sua capacità di diffusione può diventare un problema. La si trova praticamente in tutte le aree temperate, subtropicali e tropicali del mondo.
Scopriamo perché è difficile controllare la gramigna o estirparla definitivamente, con i suoi stoloni e i suoi rizomi, e vediamo come ridurne la presenza in modo sempre più efficace, senza utilizzare erbicidi.
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La pianta di gramigna
Se vogliamo contrastare la gramigna in modo efficace è utile comprendere le caratteristiche di quest’erba infestante e il suo metodo di diffusione.
La gramigna (Cynodon dactylon) è una graminacea perenne che produce degli stoloni, ovvero degli steli striscianti lungo il suolo, e dei rizomi con i quali si riproduce per via agamica, ovvero senza passare via seme.
Il culmo durante l’estate emette un’infiorescenza composta da 4 a 6 esili spighe disposte come le dita di una mano, e dai fiori fecondati contenuti nell’infiorescenza si formano delle piccole cariossidi, ovvero i semi. I semi vitali sono pochi e germinano in condizioni di elevata temperatura, ma per la gramigna questo non è un problema, dato che si riproduce per via vegetativa tramite i rizomi.
Le piante adulte si espandono facilmente sul terreno formando dei grovigli molto estesi di rizomi e superficialmente formano anche grovigli di stoloni, con una forza vegetativa molto vigorosa.
La gramigna è una specie termofila, che ama le temperature miti e calde, mentre non tollera le gelate invernali che scendono al di sotto dei -2°C. La si ritrova in tutti i tipi di suolo, ma predilige colonizzare quelli sciolti, non molto ricchi di sostanza organica e poco lavorati.
Inoltre, è molto resistente alla siccità e compete molto bene nelle colture non irrigate, alle quali sottrae acqua.
La gramigna può essere molto presente nei prati spontanei e colonizzare gli inerbimenti programmati, come quelli di un frutteto, ma a volte può dare problemi anche nell’orto.
La falsa gramigna
Una specie simile a Cynodon dactylon e considerata comunemente come gramigna è Agropyron repens, che in realtà è la falsa gramigna.
Si tratta di un’altra graminacea perenne e rizomatosa, la quale si differenzia dalla vera gramigna per la spiga, che è più simile a quella del loietto, e perché ha minori esigenze termiche e di sole.
Contrastare la gramigna nell’orto
Per eliminare o almeno ridurre la gramigna nell’orto possiamo agire su vari fronti:
- Mantenere il terreno sempre coltivato, perché i lavori di coltivazione disturbano lo sviluppo della gramigna. Capita infatti di lasciare delle parti di orto temporaneamente abbandonate per mancanza di tempo o perché si pensa che magari sia utile lasciarle a riposo, se vogliamo contrastare erbe infestanti come la gramigna invece è meglio provare a curare sempre anche queste zone, magari ricorrendo a trucchi salva tempo come pacciamatura e irrigazione a goccia.
- Lavorazioni profonde del suolo. Nel caso di terreni molto infestanti da gramigna, una vangatura può essere utile per tirare fuori tutti i rizomi ed eliminarli il più possibile, al fine di estirpare la gramigna.
- Eliminazione manuale dei rizomi. Ogni volta che, lavorando il terreno, emergono i rizomi e gli stoloni, raccoglierli pazientemente, mettendoli a seccare per un certo tempo al sole prima di buttarli nel cumulo di compostaggio. Le lavorazioni del suolo, purtroppo, hanno l’effetto di spezzettare rizomi e stoloni, favorendo la riproduzione di questa pianta. Per questo raccogliere tutte le parti che emergono con il tempo aiuta a ridurne la pressione.
- Teli neri. Una sezione di orto invasa da gramigna può essere temporaneamente coperta da teli neri fissati in modo che stiano ben aderenti al suolo. Con questa tecnica le infestanti ne saranno soffocate. Scoprendo dopo qualche mese la superficie trattata in questo modo, dovrebbe essere più facile eliminare quello che resta di queste piante.
- Sovesci ad effetto rinettante. Alcune aiuole dell’orto possono essere gestite con un sovescio di essenze miste seminate molto fitte, in modo tale da togliere spazio allo sviluppo delle piante spontanee come la gramigna.
Aspetti positivi della gramigna
La buona notizia è che la gramigna non è da considerarsi solo ed esclusivamente un’erbaccia.
I rizomi, infatti, possono essere utilizzati per la preparazione di tisane ad effetto diuretico e ipotensivo, e quindi trovano utilizzo nella fitoterapia. Il momento migliore per raccoglierla a questo scopo è l’autunno, quando il rizoma ha l’accumulo massimo di sostanze nutritive, e la si può utilizzare fresca o essiccata.
Inoltre, con la gramigna si possono costituire dei tappeti erbosi che diventano molto fitti e che richiedono pochi interventi irrigui rispetto a prati composti da altre essenze.
Articolo di Sara Petrucci.
Sempre molto esaustivi. Grazie
Ottimi vari consigli (per me abbastanza esperto) ma soprattutto per chi vuole iniziare una splendita avventura .Grazie
Trovo i vostri articoli sempre interessanti, semplici nell’esposizione ma concreti e con informazioni pratiche. Complimenti ! Nicoletta
veramente ben fatto come articolo. i consigli sono facili da eseguire e chiaro rimane il passaggio da eseguire “sul campo”. grazie da Ivano
ho le aiuole dell’ orto circondate dalla gramigna, pensavo di darli del diserbante ora che nelle aiuole non c’è nessuna verdura,
faccio bene?
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Ciao Dante, a mio parere non fai in nessun caso bene a impiegare diserbante. Qualsiasi prodotto tu possa usare (inclusi rimedi “naturali” come sale o acidi vari) ha effetti molto nocivi sul suolo. Questi effetti anche se al momento non coltivi li ritroverai poi nell’orto primaverile.
Ciao. Ho parecchia gramigna che estirpo manualmente. Mi chiedevo se lasciando seccare i rizomi sia possibile poi utilizzarli per pacciamare l’orto come si fa con la paglia o se invece ricresce e faccio dannno. Grazie mille.
Se seccano in teoria puoi usarli, ma un conto è il fieno che ne deriva, sui rizomi non rischierei troppo e butterei nel compostaggio.