Concimazione

Meglio usare il letame o lo stallatico pellettato?

Non è sempre facile trovare del letame con cui concimare l'orto. Possiamo sostituirlo con dello stallatico pellettato, decisamente più pratico. Anche se non è proprio la stessa cosa.

Aggiornato il 27.06.2025

letame

Questa è una domanda molto interessante, che interessa molti coltivatori alle prese con la concimazione di un orto.

Elementi nutritivi

Dal punto di vista degli elementi nutritivi necessari alle piante (azoto, fosforo, potassio e microelementi) lo stallatico pellettato è equiparabile al letame, infatti il pellettato non è altro che letame essiccato. In entrambi i casi si tratta di un concime completo di origine naturale, quindi sono soluzioni che vanno comunque bene per un orto biologico. Tuttavia usare il letame maturo a mio avviso è molto meglio, per vari motivi.

Come mai è meglio il letame

In primo luogo quando andiamo a mettere il letame nel terreno apportiamo molta più sostanza organica rispetto a un concime secco come il pellettato: un kg di letame equivale a 100 grammi di pellet. Quindi stiamo non solo concimando ma anche ammendando. Ammendare significa andare a migliorarne la struttura fisica: un terreno ricco di sostanza organica è maggiormente vivo (in termini di microrganismi utili), resta più scuro e soffice (quindi si fa meno fatica a lavorarlo) ed è più capace di trattenere l’umidità (quindi richiede meno irrigazione). Tutte queste caratteristiche significano un orto più fertile, anche se non in termini stretti di elementi nutritivi.

cumulo di letamec Guida Il letame: concimi naturali per l’orto biologico di Matteo Cereda

In secondo luogo i nutrimenti presenti nel concime essiccato sono molto più idrosolubili, questo significa che si tratta di una concimazione che viene facilmente dilavata dalla pioggia. Il letame invece deve essere processato e degradato dai microrganismi presenti nel suolo, che lo trasformano in humus disponibile alle piante. Si tratta di un processo più lento ma anche più naturale, da preferirsi. Per approfondire questo tema consiglio di leggere l’articolo sulla nutrizione delle piante in biodinamica, che spiega come mai una concimazione idrosolubile può indebolire le piante, mentre un buon humus è condizione per un orto sano.

humus Guida Coltivare l’orto biodinamico senza veleni di Matteo Cereda

La comodità del pellettato

Ovviamente lo stallatico in pellet è molto più comodo da usare: non richiede molto spazio, puzza meno, si reperisce facilmente. In particolare chi coltiva l’orto in città avrebbe difficoltà a procurarsi e stoccare deiezioni bovine, mentre i sacchi di stallatico sono decisamente più semplici da gestire. Per questo da molti viene preferito ad altri concimi. A chi però ne ha la possibilità consiglio di farsi un bel cumulo di letame, da lasciar maturare e poi distribuire ogni anno sul terreno dell’orto.

Stallatico pellettato Guida Lo stallatico pellettato: concime organico di Matteo Cereda

Alternative al pellettato

Oltre allo stallatico pellettato esistono in commercio altri concimi in granuli, con caratteristiche più evolute. Facciamo attenzione a scegliere soltanto concimi di origine naturale, consentiti in agricoltura biologica.

Sono particolarmente interessanti i concimi con effetto biostimolante, che aiutano la pianta a radicare meglio, ad esempio il Natural Booster proposto da Solabiol.

Prova il concime Natural Booster per orto

Un concime biologico particolarmente utile perché stimola le radici della pianta.

Volendo invece scegliere un ammendante, che oltre a fornire nutrienti possa apportare sostanza organica e migliorare il suolo, il migliore è senza dubbio l’humus di lombrico. A differenza del letame non puzza, per cui è più comodo da stoccare.

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Con l’humus oltre a nutrire il suolo lo si rende più soffice e in grado di mantenere l’acqua più a lungo.

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    di Sara Petrucci e Matteo Cereda

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  • concimazione solabiol

    Commenti (2)

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    • Aurora Brancia

      Mi interesso professionalmente di queste problematiche, sia pure in ambiti differenti.
      A quello che è già stato risposto, ci tengo a chiarire alcuni aspetti legali e almeno uno ambientale molto importanti.
      Innanzi tutto, il letame tal quale non si può “cedere” a nessuno perché se maturato e riutilizzato in ambito agricolo non è un “rifiuto”, ma nel momento in cui lo si cede a terzi, a qualunque titolo, diventa rifiuto. Infatti i produttori di stallatico pellettizzato ma anche in polvere sono tutti impianti appositamente autorizzati la trattamento di recupero del codice CER 02 01 06 cioè “feci animali, urine e letame (comprese le lettiere usate), effluenti, raccolti separatamente e trattati fuori sito”. Il rischio è ritrovarsi indagati per traffico illecito di rifiuti, sia chi lo vende che chi lo acquista… E non son cose belle.
      L’aspetto ambientale è che l’ammendante, pellettizzato o in povere o granulare che sia, ha un preciso tasso del rapporto C/N (carbonio/azoto) che lo rende nella gran parte dei casi compatibile anche nelle aree del paese già identificate come soggette alla direttiva nitrati per la tutela delle acque.
      Per legge comunitaria, in italia il dlgs. 175/2010, il prodotto commercializzato per avere la indispensabile etichettatura CE di pertinenza è anche sottoposto a controlli istituzionali da parte degli appositi organi tecnici del MIPAF, cioè dai laboratorichimici delle dogane.

      Spero, nel mio minuscolo, di avere contribuito ad integrare la risposta più squisitamente agronomica fornita da Matteo Cereda.

      23 Giugno 2019

      Rispondi
      • Matteo Cereda

        Buongiorno Aurora, grazie del contributo: l’approfondimento normativo è utilissimo.

        24 Giugno 2019

        Rispondi

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