La borlanda fluida, spesso chiamata al plurale, borlande, è un concime organico di origine naturale e di consistenza liquida e viscosa, solubile in acqua. Si ottiene dagli scarti delle barbabietole e di altre materie prime.

È ammesso in agricoltura biologica e adatto anche alle coltivazioni amatoriali di ortaggi e piante da frutto che si desidera far crescere in modo rigoglioso ma senza impattare sull’ambiente. Spesso troviamo in commercio nei garden center concimi liquidi in cui la borlanda è l’elemento principale.

barbabietola zucchero

Vediamo nel dettaglio che cosa sono le borlande, come utilizzarle nell’orto e nel frutteto e su quali colture applicarle.

Borlanda: cos’è

Le borlande tecnicamente sono sostanze che si ottengono dagli scarti della lavorazione di alcune materie prime. Tra le più comuni origini ci sono la barbabietola e la canna da zucchero.

attrezzi della stihl

In questo caso la borlanda fluida si ottiene dalla lavorazione del melasso, il liquido scuro e aromatico che si ottiene dopo l’estrazione del saccarosio con un processo industriale.

Ma le borlande possono essere ricavate anche da altre fonti come ad esempio la fermentazione delle vinacce per la produzione di alcool e la lavorazione dei lieviti. In ambito agricolo le borlande servono come fertilizzanti, ma vengono anche utilizzate negli allevamenti dove entrano nelle razioni alimentari.

Di recente sono anche utilizzate in altri ambiti come la produzione dei biocarburanti, e di conseguenza c’è una certa concorrenza nel loro utilizzo.

Le borlande come concimi

La borlanda è un fertilizzante ricco di azoto, potassio, amminoacidi e altre sostanze che concorrono a stimolare la crescita delle piante. C’è un alto contenuto di acidi umici e fulvici dovuti al processo di fermentazione su substrato di melasso e sostanze zuccherine, e vi troviamo anche interessanti quantità di zolfo e di microelementi.

Le caratteristiche più salienti delle borlande come concimi sono:

  • Un certo effetto acidificante sul terreno. Un lieve abbassamento di ph, non esagerato, può avere l’effetto di trasformare il fosforo in una forma assimilabile per le piante, dato che l’effettiva disponibilità questo elemento per l’assorbimento radicale è condizionata dal ph, e a ph alcalini può trovarsi bloccato in composti insolubili in acqua. Se però il terreno è già di per sé molto acido, forse è meglio non utilizzare questo prodotto. Se non si conosce il ph de terreno possiamo sempre verificarlo.
  • La borlanda stimola il capillizio radicale e questo è molto vantaggioso per l’attecchimento di piantine appena trapiantate, sia quelle di ortaggi sia le piante da frutto.
  • L’azoto e il potassio sono fonti di nutrimento per tutte le piante e il potassio contenuto non è facilmente dilavabile nel suolo.
  • Stimola l’equilibrio biologico nel suolo, favorendo la moltiplicazione della microflora e della microfauna.
    Stimola la buona crescita della pianta, che in genere risponde bene a questo tipo di concimazione. Somministrata via terreno, migliora la capacità delle radici di assorbire gli elementi nutritivi disciolti nell’acqua (soluzione circolante).
  • Apporta amminoacidi di origine vegetale.

Come si distribuiscono le borlande

Se si ha un piccolo orto e si irriga direttamente con l’annaffiatoio, possiamo diluire la borlanda nell’acqua al suo interno, e praticare una sorta di fertirrigazione manuale con questo concime fluido.

borlanda fluida

Sulle dosi e le modalità di diluizione è importante leggere quello che viene illustrato sulla confezione del prodotto commerciale acquistato.

Per esempio, prendendo uno dei prodotti in commercio, viene suggerita una dose di 40-70 kg/ha (0,4-0,7 kg ogni 100 mq di orto) da distribuire ogni 15-20 giorni e questo significa che la confezione da 6 kg serve per fertirrigare circa 10 volte le colture di un orto di 100 mq.

Per le specie da frutto consigliano invece 80-120 kg/ha da distribuire in 2 momenti, uno alla ripresa vegetativa primaverile e uno subito dopo l’allegagione, cioè appena i frutticini sono formati.

Le borlande possono essere distribuite anche per aspersione, come concimi di tipo fogliare, grazie alla loro grande capacità di penetrare nei tessuti vegetali. Per questo tipo di applicazione, lo stesso prodotto preso ad esempio, indica dosi medie di 300 grammi in 100 litri di acqua, quindi se avete una pompa a spalla per la distribuzione fate la dovuta proporzione per ogni trattamento, consigliato ogni 15-20 giorni sia per gli ortaggi che per i fruttiferi, per questi ultimi iniziando dal pieno germogliamento in primavera.

Per quali colture si usa

Le borlande possono essere somministrate a vari tipi di coltura: tutti gli ortaggi ne traggono vantaggio, in particolare quelli che beneficiano di buone dosi di potassio, come le fragole che possono risultare più dolci grazie ad una buona dose di questo elemento. Si tratta anche di un buon concime per meloni o concime per angurie.

Lo si può irrorare anche sulle piante da frutto.

Oltre alle colture, le borlande possono essere distribuite anche sui resti colturali per favorire la loro decomposizione, e anche sul mucchio del compost.

Borlanda e normativa dell’agricoltura biologica

L’elenco degli ammendanti e dei concimi che si possono utilizzare nell’agricoltura biologica professionale è presente nell’allegato I del Reg CE 889/08 (si veda l’approfondimento sulla normativa dell’agricoltura biologica) e in questo troviamo anche “borlande ed estratti di borlande”. Nella colonna a fianco, relativa alla descrizione, ai requisiti di composizione e alle condizioni per l’uso viene specificato “escluse le borlande estratte con sali ammoniacali”.

Al momento dell’acquisto è importante avere chiaro questo dettaglio, ed è meglio optare per quelle borlande fluide sulle cui confezioni è riportato un riferimento alla possibilità di utilizzo anche in agricoltura biologica.

Articolo di Sara Petrucci

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