carciofi prontiIl carciofo appartiene alla famiglia delle composite o asteracee, come lattughe, cicorie, girasoli e cardi. Si tratta di una pianta un po’ ingombrante ma in compenso bella, rustica e capace di durare anni, donandoci nel tempo molti capolini, ovvero la parte che raccogliamo come ortaggio.

Le piante di carciofo sono relativamente semplici da coltivare, l’importante è garantire loro le giuste attenzioni, non dimenticandosi di loro dopo la raccolta, ma mantenendo per tutto il resto dell’anno un monitoraggio costante, per evitare che malattie e parassiti animali le rovinino e compromettano il raccolto successivo.

I potenziali insetti dannosi per questa coltura li vediamo elencati in questo articolo, insieme a suggerimenti per difendere le piante in modo eco-compatibile, secondo i principi della coltivazione biologica. Sempre sulla difesa dei carciofi anche leggere l’articolo dedicato alle malattie di questa pianta.

Perché i metodi naturali di difesa dai parassiti risultino efficaci è fondamentale che il loro uso sia tempestivo. Alcuni di questi trattamenti sono validi contro più parassiti, e questo ci consente di ottimizzare il tempo e le risorse dedicati ai trattamenti. Alcuni di questi insetti nocivi sono ricorrenti, mentre altri risultano più occasionali e non presenti in tutte le aree geografiche.

Nottue

Le nottue sono lepidotteri di varie specie che depongono le uova alla base delle piante e le larve che nascono compiono escavazioni nelle nervature centrali delle foglie e poi negli steli, per arrivare al capolino, sciupandolo irrimediabilmente.

Come altri lepidotteri, anche in questo caso i migliori prodotti ammessi in agricoltura biologica sono quelli a base di Bacillus thuringiensis, efficaci ma selettivi e dunque eco-compatibili. Contro i lepidotteri sono utili anche le trappole alimentari Tap Trap, che consentono la cattura massale sugli individui adulti.

Usare Tap Trap

Metodo Tap Trap contro i lepidotteri. Scopriamo come usare le trappole e la ricetta dell’esca perfetta per nottue e piralidi.

Usare Tap Trap

Mosche minatrici

I ditteri Agromyza spp sono piccole mosche che scavano mine nella nervatura principale delle foglie e per un breve tratto anche nelle altre parti di foglia.

Come provvedimento principale per ostacolarle, bisogna asportare via tutte le foglie colpite e distruggerle, per contenere il livello della popolazione della generazione successiva. È proprio lì dentro, infatti, che loro svernano allo stadio larvale, per poi riattivarsi a primavera.

Afidi del carciofo

Afidi verdi-nerastri e afidi neri infestano la base dei capolini di carciofo e il loro peduncolo, e anche le foglie più giovani, sulle quali si raggruppano in colonie soprattutto sulle pagine inferiori. Le foglie risultano deformate e imbrattate di melata, e oltre al danno diretto, ciò che più deve essere temuto è il possibile veicolo che gli afidi svolgono per la trasmissione di virus, in questo caso del “virus latente del carciofo”.

Come nel caso di altre specie orticole e frutticole, gli afidi si tengono lontani mediante la regolare irrorazione di preparati fai da te ad azione repellente come l’estratto di ortica o di peperoncino o l’infuso di aglio. Il contributo di coccinelle, forbicine ed altri loro predatori naturali può essere molto decisivo a tenerli a bada. Per debellarli, nel caso di infestazioni eccessive, occorre trattare le piante con sapone di Marsiglia o il sapone molle di potassio.

coccinella sul carciofo

La coccinella è un ottimo alleato contro gli afidi.

Vanessa del cardo

Nonostante il nome, Vanessa cardui vive anche sul carciofo, oltre che sul cardo, ed è un lepidottero nerastro e un po’ peloso allo stadio di larva, e destinato a divenire una bella farfalla arancio-nera con puntini bianchi.

Da larva la vanessa divora le foglie di cardi e carciofi, iniziando dalle più giovani, per passare anche alle altre, di cui restano infine solo le nervature. L’insetto compare in primavera e resta attivo fino a settembre, almeno al nord. È una farfalla volatrice capace di migrare più a sud all’arrivo dell’autunno.

In natura questo parassita viene contenuto da numerosi insetti parassitoidi, ma nel caso di infestazione intensa, i trattamenti con il Bacillus thuringiensis suggerito sopra aiutano anche contro questo parassita.

Piralide dei capolini

Un altro lepidottero che può colpire i carciofi è la piralide dei capolini, Loxostege martialis, le cui larve sono verdi con due serie di macchie nere lungo il corpo. Il danno che compiono è l’erosione dei capolini a partire dalle brattee più esterne. Anche contro questo insetto si può impiegare Tap Trap per la cattura dell’adulto.

Anche la piralide del mais può attaccare le piante di carciofo.

Cassida del carciofo

Cassida deflorata è un coleottero che si trova più facilmente al sud, al centro e nelle isole, più raramente al nord Italia, dove comunque si hanno anche meno coltivazioni di carciofi.

Adulti e larve si cibano delle foglie, lasciandovi delle erosioni tondeggianti. L’insetto è appiattito, di colore biancastro-giallo e di forma ovale. Esce dallo svernamento dal mese di aprile, poi si accoppia e depone le uova nelle biforcazioni delle nervature fogliari, sulla pagina inferiore, e poi le ricopre di una massa nerastra.

Ispezioni regolari delle foglie possono aiutarci a distruggere manualmente queste covate, nel caso di un numero esiguo di piante, altrimenti si può trattare con piretro naturale, previa lettura delle indicazioni riportate sull’etichetta del prodotto acquistato e preferendo sempre le ore fresche della giornata per l’esecuzione dei trattamenti.

Topi

Tra i parassiti animali, oltre agli insetti, non possiamo dimenticarci dei topi, che possono essere un vero problema per la carciofaia. Non per forza sempre presenti, ma dove compaiono i roditori sono molto difficili da contenere. C’è da sperare, almeno nelle zone verdi, di un ritorno dei barbagianni, rapaci molto ghiotti di topi e arvicole. Nel frattempo, è possibile provare qualche espediente come quello di piantare nel suolo dei pali metallici e batterli spesso per generare vibrazioni sotterranee. Esistono anche degli appositi dispositivi che emettono vibrazioni in automatico con cadenza regolare, e che sono alimentati da un piccolo pannellino fotovoltaico, ma non è da escludere che i topi si abituino e siano poi indifferenti a questo metodo. Sicuramente avere un gatto in circolazione può aiutare.

Ecco come fare

Allontanare i topi dall’orto. Leggi l’approfondimento, per capire come liberare l’orto dai topi.

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Articolo di Sara Petrucci

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