Le essenze spontanee che troviamo nei campi ci offrono tante indicazioni sul tipo di terreno in cui crescono. Nel tempo in ogni ambiente tendono infatti a selezionarsi le specie che meglio si adattano ai parametri pedologici presenti quali la tessitura, la tendenza o meno ai ristagni idrici, il ph, il tenore di calcare, il contenuto di elementi minerali e di sostanza organica.
Possiamo quindi ricavare empiricamente indizi sulla natura dei terreni grazie all’osservazione delle piante prevalenti e qui di seguito scopriremo come farlo. Nonostante in natura esistano tantissime combinazioni diverse di suolo, generalizzando un po’ ma senza esagerare, vedremo che informazioni ci danno le specie più comuni.
Anche se per un’attività agricola professionale è consigliato far analizzare campioni di terreno da un laboratorio specializzato, per le coltivazioni di orti e frutteti a livello amatoriale e per autoconsumo è già utile saper ascoltare cosa ci comunicano le piante, che non è poco.
Abbiamo già elencato quali sono le principali erbe infestanti spontanee, evidenziando i metodi per contrastarle e imparando a riconoscere alcune specie commestibili, ora andiamo a scoprire le informazioni che possiamo avere osservandole.
Indice dei contenuti
- Cosa stiamo osservando: campi incolti, prati o terreni lavorati
- Gramigna
- Sorghetta
- Convolvolo
- Senecio
- Cardo mariano
- Tarassaco
- Farinaccio e amaranto
- Borsa del pastore
- Senape selvatica
- Centocchio
- Papavero e nigella
- Portulaca
- Ortica
- Equiseto
- Galinsoga e Lamium
- Cencio molle
- Lattuga selvatica
- Camomilla
- Cicoria
- Piantaggine
- Stoppione
- Veronica spp.
- Datura stramonium
- Artemisia
- Romice
Cosa stiamo osservando: campi incolti, prati o terreni lavorati
Prima di addentrarci nell’elenco di piante spontanee e relative indicazioni sui loro terreni, è bene tenere a mente alcune considerazioni:
- Non limitarsi a osservare zone particolari. Alcune specie sono tipiche di ambienti particolari quali i bordi strada e i lungo fossi, ma poi non si trovano facilmente all’interno del campo stesso.
- Considerare l’adattabilità delle infestanti. Molte specie, anche se hanno un optimum in specifiche condizioni di suolo, in realtà sono talmente adattabili da crescere molto bene anche in situazioni sub-ottimali, quindi bisogna stare attenti a non prendere troppo alla lettera le associazioni pianta-tipo di terreno.
- Le tecniche colturali influenzano le condizioni. La prevalenza di alcune specie su altre dipende non solo dalla natura del terreno, ma anche dalle diverse tecniche colturali adottate, perché dove si praticano le minime lavorazioni, ad esempio, il suolo assume una struttura diversa rispetto alle condizioni di lavorazioni profonde e questo favorisce la crescita di alcune piante invece che altre. Le specie che troviamo in un campo incolto sono molto differenti da quelle che si sviluppano in un orto avviato.
Le erbe nei prati incolti e quelle nei terreni lavorati
Le specie spontanee che crescono in un suolo incolto o su un prato perenne non sono le stesse che prevalgono sui terreni coltivati.
I motivi sono legati soprattutto all’intervento dell’uomo in termini di lavorazioni: un terreno non lavorato tende a mantenere la propria stratigrafia, i propri equilibri microbiologici e in certi casi si compatta molto, soprattutto se ha una tessitura argillosa. In situazioni di questo tipo si sviluppano molte specie tipiche dei terreni compatti e in alcuni casi specie che amano l’umidità.
Un terreno lavorato costantemente è invece l’ambiente adatto per specie diverse, che amano i terreni resi friabili e concimati.
Noteremo quindi che una volta avviato un orto, le specie spontanee tenderanno a cambiare nel tempo rispetto a quanto lo stesso appezzamento si trovava allo stato naturale. Ma notare la prevalenza di alcune specie ci dà delle indicazioni importanti che è utile sapere prima di iniziare a coltivarlo.
Gramigna
I terreni in cui cresce molta gramigna sono poco lavorati.
Se vi accingete a coltivare un orto su un terreno infestato da questa graminacea molto invasiva e fastidiosa, col tempo e le lavorazioni la terrete a bada, perché le operazioni di coltivazione esercitano un disturbo sulla sua diffusione.
Sorghetta
Molti terreni incolti si riempiono di sorghetta (Sorghum halepense), specie molto invasiva e tenace. La sua presenza indica terreno abbastanza sciolto e presenza di azoto, di cui è avida consumatrice.
Convolvolo
Il temuto convolvolo o vilucchio è una pianta frugale, che si accontenta anche di suoli poveri e siccitosi, quindi pur prediligendo i suoli fertili, lo potete trovare praticamente ovunque.
Senecio
Il senecio (Senecio vulgaris) è indicatore di terreni fertili e ricchi di azoto, anche se si adatta a tanti tipi di suolo.
Cardo mariano
Il cardo mariano, dall’aspetto gradevole, anche se punge, si trova spesso sui terreni incolti o ai margini delle strade, ma anche su suoli gestiti con la minima lavorazione. Ama soprattutto i terreni secchi e caldi.
Tarassaco
Il tarassaco, nota erba commestibile, è indicatore di terreni ricchi di azoto ma lo si trova raramente nei terreni ben lavorati, poiché è tipico di prati e incolti. Ama i suoli fertili e ricchi di humus e rifugge quelli poveri e di tessitura sciolta.
Farinaccio e amaranto
Farinaccio e amaranto sono due tra le specie più presenti negli orti, soprattutto se il terreno viene lavorato costantemente, arricchito di sostanza organica sotto forma di compost e letame, e quindi anche di azoto. La presenza del farinaccio e dell’amaranto ci indica una buona struttura e fertilità del suolo. Anche se è impegnativo controllare queste due specie, che disseminano in abbondanza e hanno un tasso di crescita molto rapido, quantomeno indicano che il terreno è buono. Infine, ricordiamo che le due piante sono anche commestibili.
Borsa del pastore
La borsa del pastore (Capsella bursa-pastoris) cresce bene sui terreni a grana grossa, ovvero sciolti, anche se può adattarsi a condizioni diverse.
Senape selvatica
Questa crucifera spontanea predilige i suoli a ph leggermente alcalino, ed è indicatrice di presenza di calcare, argilla, limo e humus. Raramente la potrete trovare sui suoli acidi.
Centocchio
La Stellaria media, o centocchio, ama l’umidità, motivo per cui la si trova più facilmente in inverno e in punti ombreggiati. Tuttavia, essendo particolarmente adattabile, ci offre poche indicazioni sul tipo di suolo in cui la vediamo.
Papavero e nigella
Il papavero è noto a chiunque, mentre la nigella è considerata un’infestante ma anche una delle essenze floreali annuali da poter seminare nell’orto per ragioni estetiche ed ecologiche. Entrambe le piante amano particolarmente i terreni con presenza di calcare.
Portulaca
La portulaca è una tipica erba spontanea a crescita estiva, che nasce assai facilmente negli orti, in quanto ama particolarmente i terreni sciolti, fertili e ricchi di azoto.
Ortica
L’ortica, presente spesso ai margini dei campi e lungo i fossi, ama i terreni fertili ed è indicatrice di una buona presenza di azoto. Ricordiamoci che anche le ortiche sono commestibili e si prestano anche a fare macerati insetticidi e fertilizzanti.
Equiseto
L’equisetum arvense è una pianta che chi coltiva in modo biologico sente menzionare spesso, poiché viene utilizzata per la preparazione di macerati e decotti ad azione preventiva nei confronti delle malattie delle piante coltivate. Un terreno ricco di equiseto è tendenzialmente umido, ma di tessitura limosa o sabbiosa. Anche se preferisce i suoli acidi, si adatta bene anche ad altre condizioni di ph, quindi non ci offre specifiche indicazioni su questo.
Galinsoga e Lamium
La presenza di galinsoga e di Lamium indica che il terreno è ben dotato di fosforo. La galinsoga cresce bene anche su suoli argillosi e su quelli ricchi di scheletro.
Cencio molle
Il “cencio molle”, Abutilon teofrasti, è una tipica infestante del mais e di altre colture primaverili-estive. Predilige infatti i terreni irrigati e molto fertili.
Lattuga selvatica
La lattuga selvatica, lactuca serriola, è molto adattabile ma preferisce i terreni leggermente alcalini, fertili, e argillosi.
Camomilla
La camomilla cresce su suoli poveri di fosforo e di calcare, ed è indicatrice di terreni un po’ costipati e limosi.
Cicoria
La cicoria spontanea cresce facilmente ai bordi dei campi su suoli argillosi, ed è facile individuarla soprattutto in fase di fioritura, poiché emette uno stelo alto e fiori di colore celeste-azzurro.
Piantaggine
La si trova soprattutto sui terreni calcarei e compatti, fertili, limosi, soprattutto nei prati. Le lavorazioni disturbano il suo sviluppo e per questo negli orti non cresce facilmente, se non ai margini delle aiuole.
Stoppione
Lo stoppione, Cirsium arvense, è facilmente distinguibile grazie alle sue foglie pungenti e la radice fittonante. Pur adattandosi a varie condizioni di terreno, ama particolarmente i suoli limosi e fertili, freschi e profondi.
Veronica spp.
Queste specie emettono tanti minuscoli fiori celesti e bianchi e sono molto comuni nei prati, anche se risentono della presenza di altre specie da cui possono venire soffocate. Amano i suoli limosi, ricchi di humus ed elementi nutritivi.
Datura stramonium
Questa solanacea spontanea può indicarci un suolo acido, così come anche il Solanum nigrum, e anche una tessitura limosa e presenza di sassi.
Artemisia
L’artemisia cresce facilmente sui cigli stradali, ai margini dei campi e sui terreni aridi, dove resiste alla siccità. Nei terreni coltivati cresce facilmente sui terreni ricchi di azoto ma non troppo lavorati.
Romice
La romice predilige i suoli freschi e drenati, di ph neutro o leggermente acido e fertili, a tessitura abbastanza fine (argillo-limosi).
Articolo di Sara Petrucci.
Molto interessante
Complimenti, sintesi e completezza… Se la ritrovo potrei inviarti una foto del cencio molle, che fatica riconoscerla… Ciao e grazie Rinaldo
ciao Rinaldo, la foto sarebbe gradita! I complimenti vanno tutti a Sara Petrucci che è sempre bravissima.
Grazie e complimenti per questo bel ed esaustivo articolo, che fa riflettere sulle cosiddette infestanti dandoci notizie utili ad…andare oltre…
Quest’estate dopo lo “scasso” di una parte del terreno prima dell’impianto di un vigneto ho avuto una vera e propria invasione di amaranto e farinaccio (buffo perche’ il terreno era abbandonato da decenni e che io ricordi non c’erano di queste piante) ed ora ne capisco il motivo (ma i semi dove erano? Gia’ in dormienza nel terreno immagino…)
Non sapevo inoltre della gramigna, io pensavo che al contrario, lavorando spesso il terreno si sminuzzasse facilitandone la moltiplicazione; stavo addirittura pensando di ovviare al problema (ne ho trovata un’invasione….) creando ulteriori orti rialzati…a questo punto mi viene quindi da pensare come sia inconciliabile, in altre zone del terreno, l’inerbimento e il contenimento del suo sviluppo….mannaggia…
Grazie e buon anno, anche se con ritardo….
Mzio
grazie sempre un piacere leggervi