Le piante hanno bisogno di acqua per vivere e coltivare un orto quasi senz’acqua non è facile, a maggior ragione su terreni sabbiosi, come possono essere quelli desertificati, che tendono ad asciugarsi molto in fretta.
Nelle zone aride l’acqua è una risorsa preziosa da non sprecare. La FAO stima che oltre il 70% del consumo di acqua potabile mondiale è usato per l’agricoltura e questo ci fa capire come sia importante cercare di coltivare con poca acqua! Questa risorsa si fa sempre più rara e cara. Non è un problema solo di deserti lontani: anche in Europa il deserto Spagnolo dell’Almeria o alcune zone del Sud Italia sono a rischio di non aver più acqua a sufficienza per le loro popolazione.
Come si fa quindi a coltivare un terreno sabbioso utilizzando il minimo indispensabile d’acqua? Abbiamo già visto in generale alcuni consigli di aridocoltura, in questo articolo vedremo una serie di consigli sulla coltivazione di terreni sabbiosi.
Queste indicazioni vengono da un’esperienza concreta di coltivazione, che pratico da oltre un anno su un terreno di mezzo ettaro nel deserto di sabbia del nord Senegal. Dove c’è scarsità sorge l’inventiva e il genio umano. Spesso non è così difficile rinverdire un campo in via di desertificazione, vediamo come faccio. Grazie all’agricoltura naturale e tecniche semplice è possibile coltivare nei paesi dove l’acqua manca.
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Perché il suolo si desertifica
Per risparmiare l’acqua dobbiamo prima chiederci dove e come la sprechiamo, ma anche come mai la zona dove abitiamo e coltiviamo si sta desertificando.
In Europea esiste un solo deserto ufficiale: il deserto di Tabernas, che si trova in Spagna. Purtroppo anche in Italia ci sono delle regioni molto aride, qui la scarsità dell’acqua è dovuta al taglio delle foreste negli ultimi 2000 anni, che riduce le piogge ed erode il suolo fertile diminuendo la capacità di trattenere acqua durante durante periodi di siccità. Ultimamente l’uso dell’acqua pompata sempre più da falde profonde, in Puglia anche oltre i 800 metri di profondità, comporta un rischio di salinazione sia dei suoli irrigati che delle riserve acquifere lungo la costa.
In Sud Europa, tantissimi anni fa è stato innescato un circolo vizioso dove, con il taglio dei boschi e l’aratura di sempre più ettari, si combinano due effetti:
- L’aumento della temperatura superficiale del suolo dovuto al cambio di colore e alla minor ombra provocata dal taglio degli alberi e dall’aratura.
- Un dilavamento della fertilità portata via verso il mare durante le forti piogge. Il calo della materia organica nei suoli insieme al super-compattamento dei terreni diminuisce la capacità del suolo di trattenere l’acqua.
In Africa, a questi fenomeni si aggiunge il pascolamento randagio delle mandrie. I pastori e le loro mandrie non hanno più il diritto di fare la transumanza, le bestie si stanziano sugli stessi pascoli di continuo, riducendoli a suoli erosi senza verde.
Siamo un po’ tutti noi responsabili di questi fenomeni e gli agricoltori ne rappresentano le prime vittime. Grazie a semplici accorgimenti e tecniche agricole facili ciascuno di noi può, anche nel proprio orto, rigenerare una fetta del pianeta e creare il proprio paradiso fertile. Vediamo subito alcuni di questi esempi.
“Sebbene i problemi del mondo siano sempre più complessi, le soluzioni rimangono semplici in modo imbarazzante ” – Bill Mollison
Fare l’orto in zona arida e sabbiosa
Il terreno nel nord Senegal dove lavoro è solo sabbia. Abbiamo scavato un pozzo di 14 metri di profondità e incontrato nient’altro che sabbia pura. Nel nord Senegal le piogge sono concentrate quasi esclusivamente da giugno a settembre. Piove sempre meno di 45 0mm di acqua annuali, spesso anche meno di 250mm. Non le condizioni ideale per far crescere ortaggi.
Noi però siamo golosi e abbiamo voglia di mango, limone, papaye, pomodori, cetrioli, meloni, angurie e tutti gli altri frutti e ortaggi. E riusciamo a far crescere tutte queste piante senza l’uso di chimica e con pochissime risorse.
I deserti sono terreni minerali e aridi. Che siano di sabbia, di argilla oppure di sassi, manca una cosa essenziale: la materia organica. Senza materia organica non può esserci la fertilità e la vita necessaria alla crescita degli ortaggi e degli alberi da frutto. La sabbia è granulato di pietra, quindi micro particole lisce e durissime. Questo significa che le radici delle nostre piante possono crescere attorno alle particole di sabbia ma non dentro. Al contrario, la materia organica osservata al microscopio sembra essere una millefoglie. Le radici delle piante possono entrare dentro alle particole di terra e nutrirsi.
Quindi nei terreni molto sabbiosi è necessario implementare soluzioni che aumentino le superfici di contatto fra radice e suolo, a livello microscopico. Nelle analisi del suolo fatte in laboratorio questo fenomeno si chiama capacità di scambio cationico.
Biochar e termo-compost
Per migliorare un suolo sabbioso uso il biochar, cioè un carbone particolare che non può più bruciare e che, sotto al microscopio, sembra essere un spugna.
Per rigenerare la naturale fertilità e aumentare la quantità di materia organica dei suoli in maniera veloce faccio un termo-compost.
Un cumulo di minimo 1 metro cubo è composto da:
- 1 terzo letame (qualsiasi, mi piace mischiare insieme tutti quelli che posso trovare: cavallo, asino, capre, pecore, galline, cammelli)
- 1 terzo paglia
- 1 terzo erba, generalmente uso del fieno.
- microrganismi vari (siero di latte, pasta madre, fish hydrolysates, lettiera del bosco..)
- non obbligatorio: per ogni metro cubo di compost aggiungo 20L di biochar in polvere
Mischio insieme tutti gli ingredienti aggiungendo acqua a sufficienza per ottenere un cumulo umido ma non fradicio. Lo giro una volta alla settimana.
Dopo 5 settimane si ottiene un terriccio ricco di sostanze nutritive e microrganismi benefici.
Ho la fortuna di avere delle galline, le faccio pascolare sopra al cumulo di compost. Le galline raspano dentro al cumulo, trovando tanto da mangiare e, allo stesso tempo, areano il cumulo, lo stendono per terra. Metto il loro mangime sopra al compost, in questa maniera mi assicuro che passano il massimo del tempo li. Una volta alla settimana si rifà il cumulo e si va avanti così per 5 settimane, come per il compost senza galline.
Il compost non va interrato, i microrganismi che vivono dentro hanno bisogno di aria. Lo stendo sul suolo e con il rastrello lo mischio con la superfici del terreno. Pianto o semino subito, secondo i principi dell’orto bio-intensivo.
La pacciamatura
In condizioni di scarsità d’acqua la pacciamatura è particolarmente preziosa.
In Senegal, durante nei mesi più siccitosi abbiamo attacchi di cavallette quindi non possiamo pacciamare. Il resto dell’anno si pacciama con oltre 20cm di paglia, fieno oppure lana di pecora.
Durante la stagione delle piogge stendiamo il compost come spiegato prima, poi aggiungiamo un poco di letame maturo, dopo di che copriamo con 3-4 strati di cartone precedentemente immerso in acqua + siero di latte, per finire il cartone viene coperto di pacciamatura.
Al momento del trapianto di piantine facciamo un buco sia nella paglia che nel cartone (ma non nella terra), si riempie di compost e si trapianta normalmente.
Con questi metodi si annaffia l’orto solo ogni 3-4 giorni anche durante il periodo di siccità. La materia organica aggiunta grazie al compost ha capacità di trattenere molta acqua, la pacciamatura e il cartone limitano molto le perdite dovuto all’evaporazione.
Per coltivare con successo senza chimica uso diversi bio preparati e fertilizzanti che stimolano la crescita delle piante e la vita del suolo.
Non esiste una ricetta unica e i bio preparati sono tanti, fammi sapere nei commenti se vuoi saperne di più.
Coltivare ortaggi sotto gli alberi da frutto
Nel nord Senegal il sole non manca, ma anche nel sud Italia è meglio dare un po’ di ombra agli ortaggi. Facciamo l’orto fra i filari di alberi da frutto. In molte zone dell’Italia meridionale è tradizionale avviare coltivazioni di orto sotto agli olivi.
Il poco di ombra che offre un albero è un salutare aiuto per diminuire lo stress idrico delle ore più calde. Allo stesso tempo i nostri alberi da frutto beneficiano dell’annaffiatura degli ortaggi. Coltivare così un grande appezzamento permette di creare un microclima dove la temperatura alla superficie del suolo è più gradevole, anche di qualche grado in meno. Con temperature più basse si riduce il bisogno in acqua delle piante e anche l’evaporazione, quindi c’è bisogno di annaffiare meno.
In Senegal coltivo gli alberi da frutto, e quindi anche gli ortaggi, insieme ad alberi fertilizzanti, cioè alberi che hanno la capacità di aumentare la quantità di azoto nel suolo e creare molto humus. Questi alberi crescono molto veloci senza mai essere annaffiati, neppure una volta. Creano una grande quantità di foglie che, cadendo naturalmente, aumentano la fertilità del suolo e creano una fantastica pacciamatura.
Prosopis juliflora, Gliricidia sepium, Albizia lebbeck, Leuceaena leucocephala, Allocasurina torulosa sono alberi fertilizzanti adatti ai deserti.
Bancali rialzati negli orti del deserto?
Dove coltivo il suolo è di sabbia, profondo e mai saturato di acqua, anche durante piogge fortissime. Quindi non mi serve rialzare la zona coltivata come si fa nell’orto sinergico. Invece preferisco piuttosto fare bancali scavati per andare a cercare il fresco del suolo, anche 20 cm in profondità. In questa maniera diminuisco la superficie del suolo in contatto con il sole e creo una zona di naturale accumulo di materia organica portata dal vento.
Nei terreni molto sabbiosi, o nei clima temperati (cioè con un vero inverno sotto zero gradi) non ho mai notato un vero vantaggio a fare la doppia vangatura. Questa tecnica nasce per i terreni argillosi dell’Africa. Lo vedremo in un articolo dedicato.
Ecco per questa breve guida all’orto nei deserti di sabbia, spero che hai trovato qui qualche spunto per cominciare il tuo orto anche se hai poca acqua. Come hai visto è facile coltivare ortaggi rigogliosi, anche in condizioni difficili. Puoi cominciare subito!
Se hai domande non esitare a farmi sapere nei commenti, li leggo tutti.
Ti auguro un orto verdeggiante.
Fruiting the Deserts
Questo articolo nasce dall’esperienza di coltivazione in Senegal del progetto Fruiting the Deserts portato avanti da Emile Jacquet e Abdoulaye Ka. Puoi scoprire qualcosa in più su questo progetto di agricoltura naturale e se puoi sostienilo con un aiuto.
Articolo di Emile Jacquet.
ottimi consigli visto che da noi piove molto poco
molto interessante grazie
Così facendo si fa occupare spazio a piante agricole e si provoca la non nascita delle piante grasse spontanee che vengono senza l aiuto del uomo