Ottenere un buon raccolto di patate anche senza avere un appezzamento di terra a disposizione è possibile, con la tecnica del sacco di juta.

Questo ci permette di coltivare sul balcone o in cortile, ma anche di avere una piccola produzione di patate in giardino in modo ordinato e poco ingombrante. In periodo di corona virus può essere una buona idea per chi deve stare a casa: potrà sperimentare un’attività agricola in miniatura e marzo è il mese giusto per piantare patate.

patate coltivate in sacco

La tecnica di coltivazione nel sacco di juta è davvero semplicissima: ci serve solo qualche patata, del terriccio, possibilmente del concime e il sacco. Come scopriremo ci sono anche diverse alternative al sacco di juta: se per via delle misure anticontagio non avete possibilità di procurarvi un sacco potreste utilizzare anche altro.

Perché coltivare nel sacco

Coltivare patate in un sacco di juta offre alcuni vantaggi: il primo è ovviamente poter far crescere patate dove non c’è terra, in terrazzo o in uno spazio esterno in cemento. Se vogliamo farlo sul balcone attenzione solo a tener conto del peso che raggiungerà poi il sacco, una volta pieno di terra.

attrezzi della stihl

Ma la coltivazione in sacco serve solo per raccogliere patate sul balcone… Questo sistema è utile per risparmiare spazio: la patata è una coltivazione ingombrante nell’orto, con questo sistema molto verticale si può gestire anche in orti molto piccoli. La juta è un materiale rustico, gradevole da vedere e quindi si presta anche esteticamente a stare in giardino.

Inoltre ha il vantaggio di poter scegliere il terreno e assicurare un buon drenaggio all’acqua in eccesso. Chi ha un suolo molto argilloso e con ristagni idrici può avere difficoltà nel coltivare tuberi, e scegliere per questo il metodo del sacco in juta.

Ovviamente questo sistema è adatto a una piccola produzione famigliare: su grande scala sarebbe impensabile piantare solo nei sacchi.

Il sacco di juta

L’ideale per tenere le patate è utilizzare un sacco di juta, che è un materiale resistente ma al tempo stesso lascia passare nella sua trama grossolana aria e acqua, quindi il terreno all’interno del sacco “respira” e quando irrighiamo defluisce l’acqua di troppo.

Il sacco deve essere profondo almeno 50 cm per poterci mettere le patate: infatti i tuberi hanno bisogno di una buona profondità di terra in cui svilupparsi.

All’inizio però non bisogna riempire di terra l’intero sacco, arrotolando i bordi possiamo ridurre la sua altezza per la fase iniziale della coltivazione. Come vedremo andremo poi ad alzare il livello della terra e di conseguenza del sacco. L’equivalente del rincalzo che si effettua coltivando in piena terra.

Sacchi appositi per patate

Non tutti hanno a disposizione sacchi di juta, per le torrefazioni di caffè questi sacchi sono scarti e vengono spesso forniti gratis o a costi molto ridotti, ma in periodo di corona virus non è certo possibile girare a chiederli.

In commercio esistono anche appositi sacchi per coltivare patate. Non hanno nessun vantaggio rispetto al semplice sacco, se non di presentare una finestrella laterale che si può aprire per il raccolto dei tuberi. Questo è simpatico se si coltiva coi bambini, perché permette di curiosare nel sottosuolo anche prima di raccogliere e osservare la formazione delle patate, quindi ha un valore didattico aggiuntivo.

Alternative al sacco

Se non abbiamo un sacco a disposizione possiamo comunque ingegnarci per trovare altri sistemi di coltivazione.

Si possono usare dei bidoni, anche se non sono l’ideale perché le pareti ovviamente sono fisse e non certo traspiranti. Indispensabile in questo caso forare bene il fondo per evitare che l’acqua ristagni.

Un’idea creativa è quella di utilizzare dei vecchi pneumatici. Le gomme delle auto infatti sono una buona alternativa al sacco: incominciamo piantando patate su due pneumatici sovrapposti, con la crescita della pianta effettueremo il rincalzo aggiungendo una terza gomma.

La terra e il concime

Dentro nel sacco ovviamente dobbiamo mettere la terra in cui si svilupperà la nostra pianta di patate, formando i tuberi.

Possiamo usare della terra di campagna e/o del terriccio che troviamo in vendita. La terra vera e propria ha il vantaggio di contenere microrganismi utili, oltre a essere gratuita, per cui consiglio comunque di metterne una parte. Il terriccio ha il vantaggio invece di essere selezionato e quindi può avere una tessitura ottimale.

L’aggiunta di sabbia di fiume può rendere più sciolto e drenante il substrato.

Oltre alla terra è bene aggiungere anche una buona dose di sostanza organica e fertilizzante. A questo proposito mescoliamo un po’ di compost e/o letame (ben maturi), e magari una manciata di stallatico pellettato. Anche una spolverata di cenere di legna, fonte naturale di potassio, può essere un apporto positivo.

Piantare le patate nel sacco

Al momento di piantare le patate utilizzeremo il sacco per i suoi primi 40 cm di profondità. Cominciamo quindi arrotolando i bordi verso l’esterno, in modo da avere un “cestino” alto appunto 40 cm.

Riempiamo i primi 30 cm di terra.

Mettiamo le patate: in un sacco ne bastano due o tre, inutile metterne di più. Se sono grandi possiamo anche tagliarle, se sono già germogliate piantiamole coi germogli rivolti in alto.

Copriamo le patate con 10 cm di terra.

A questo punto serve una temperatura di almeno 15 gradi, possiamo anche decidere di tenere il sacco inizialmente all’interno se all’esterno fa freddo. Una volta spuntate le piante però bisognerà trasferire il tutto in un luogo soleggiato.

Ricordiamoci di bagnare regolarmente per tenere umida la terra nel sacco, senza però esagerare (meglio irrigare spesso con poca acqua).

Il rincalzo

Le patate in campo vanno rincalzate, per essere sicuri che i tuberi restino sotterranei e non siano esposti alla luce. L’equivalente di questo lavoro nella coltivazione in juta è alzare i bordi del sacco e mettere terra aggiuntiva.

Tecnica di coltivazione

La coltivazione nel sacco non richiede particolari accorgimenti, se non curare che il terriccio non secchi irrigando all’occorrenza.

Per quanto riguarda insetti e malattie valgono le stesse regole della coltivazione di patate nell’orto: attenzione in particolare a peronospora tra le malattie e tra i parassiti alla dorifora.

Un libro e un video

A darmi lo spunto per questo articolo sono state due fonti preziose: un video di Bosco di Ogigia (conoscete il loro canale YouTube? Ve lo consiglio!) e il libro Permacultura per orto e giardino di Margit Rusch, testo in cui trovate tante altre idee interessanti per i vostri spazi coltivati.

Consiglio di guardarvi al volo il video in cui Francesca di Bosco di Ogigia vi spiega come coltivare in sacco.

Articolo di Matteo Cereda

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