La rapa appartiene alla famiglia delle Crucifere o Brassicacee: è quindi sorella di tutti i cavoli, dei ravanelli e della rucola, per fare alcuni esempi.
Si tratta di una pianta erbacea biennale che però, se siamo interessati a raccogliere la sua radice carnosa e alle sue foglie, coltiviamo come annuale; nel caso volessimo raccoglierne i semi dovremmo invece aspettare il secondo anno, quando andrà in fioritura.
Le rape sono più diffuse di quello che si può pensare: avete mai visto un campo tutto giallo a margine della strada? Potrebbe trattarsi di un campo di rape!

Rapa o non rapa?
Attenzione a non fare confusione: stiamo parlando della rapa bianca (Brassica rapa var. rapa), da non confondere con altri ortaggi da radice che vengono chiamati “rapa”:
- Rapa rossa o barbabietola, pianta con caratteristiche botaniche piuttosto simili che appartiene però alla famiglia delle Amarantacee.
- Cima di rapa, ortaggio sempre appartenente alle Brassicacee ma coltivato unicamente per la sua parte aerea.
- Cavolo rapa, altra Crucifera di cui si consuma l’ingrossamento – molto simile alla rapa – che si forma alla base degli steli, subito sopra le radici.
- Sedano rapa che, come il sedano, appartiene alla famiglia delle Ombrellifere.
- Rapanello o ravanello, sempre una pianta crucifera, di dimensioni decisamente inferiori.
La pianta di rapa
La pianta di rapa offre un doppio raccolto: possiamo consumare sia la grossa e carnosa radice, sia le foglie, voluminose, di colore verde intenso e con lunghi piccioli.
Ha un fusto eretto e fiori ermafroditi di colore giallo. Possiamo aspettarci un’altezza di circa 40/50 cm (dalla radice alla sommità delle foglie), con un massimo di 80 cm, a seconda della cultivar: non sono necessari tutori.
La radice ha forma tondeggiante, più o meno appiattita o allungata a seconda della varietà, con un diametro variabile tra i 5 e i 10 centimetri; il colore esterno va del bianco panna, al giallognolo, a sfumature più o meno estese sul rosa-violetto o sul verde, mentre all’interno l’ortaggio è bianco.
Un ortaggio da riscoprire
La coltivazione di rapa era molto diffusa in Europa, le rape rappresentavano un alimento base per uomini e animali. Poi nella seconda metà del XVIII secolo si sono diffuse le patate, arrivate dall’America e hanno in buona parte sostituito le rape.
Ci sono una serie di ottimi motivi per cui le rape erano molto apprezzate e per cui ancora oggi vale la pena riscoprirle:
- La breve durata del ciclo colturale (dai 40 ai 90 giorni a seconda della cultivar).
- L’adattabilità a molti ambienti (è coltivabile dalla pianura alla montagna).
- La generosa produttività (da un metro quadro di coltivazione si possono raccogliere 3 o 4 kg di radici).
- Il doppio raccolto di foglie e radice.
- La versatilità in cucina.
Oggi questo ortaggio è molto meno presente sul mercato; ma l’Italia è ancora tra i principali paesi produttori di rape bianche, insieme a Francia, Paesi Bassi e Scozia. In Italia la rapa si coltiva soprattutto nelle regioni del centro-sud e nella pianura padana.
Dove coltivare la rapa
La rapa è un ortaggio abbastanza versatile, che ama temperature miti e fresche, terreni drenanti e sciolti, senza eccessi di concimazione.
Clima adatto
- Temperatura ideale
- 15-20°C
- Temperatura minima
- -10°C
Questo ortaggio è originario della Siberia occidentale: predilige climi freschi e sopporta temperature rigide (fino a – 10°C), pur temendo gelate persistenti, e rappresenta quindi un gradito ospite per il nostro orto autunno-invernale.
La rapa teme caldo e siccità. Predilige un clima temperato; il range di temperature ottimali per la crescita di questo ortaggio va dai 15 ai 20°C.
La rapa beneficia di un’esposizione soleggiata, ma si accontenta anche della mezz’ombra.
Alte temperature e carenza d’acqua provocano uno sviluppo stentato dell’ortaggio, che con queste condizioni presenta spesso spaccature, e la prefioritura della pianta.
Il terreno e la sua lavorazione
- Tipo di suolo
- sciolto e drenante
- pH ideale
- 6/7
La rapa, pur non essendo particolarmente esigente, predilige terreni sciolti e con una buona dotazione di potassio, fosforo e calcio, con un pH neutro o leggermente acido (pH = 6/7).
Trattandosi di una radice, è nemica dei ristagni idrici, che tenderebbero a farla marcire: il terreno che la ospita dovrebbe quindi essere ben drenato, non troppo ricco ma abbondante di sostanza organica, che fornisce nutrimento e trattiene l’umidità.
Utilissima in tal senso la pacciamatura, preferibilmente in paglia o altro materiale organico, che proteggerà l’ortaggio dai caldi estivi e dalle gelate invernali, contenendo al tempo stesso le erbe spontanee in competizione con la pianta. Un terreno troppo asciutto renderà la rapa dura e legnosa, non più gradevole al palato.
Trattandosi di un ortaggio da radice, dobbiamo preparare il suolo che lo accoglierà con particolare attenzione: possiamo lavorare l’aiuola con la forca vanga (oppure con la semplice vanga, cercando però di non alterare la stratigrafia del suolo) per una profondità di almeno 30 cm e raffinare le zolle in superficie con una zappa. Date le dimensioni minuscole del seme, è importante che il terreno risulti molto fine in superficie.
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La rapa teme eccessive concimazioni a base di letame che, soprattutto se non ancora maturo, incide negativamente sulla consistenza e sul sapore del frutto: è buona norma sfruttare la concimazione residua della coltivazione che la precede.
Nei suoli più pesanti e compatti è consigliabile predisporre aiuole sopraelevate di 10/20 centimetri rispetto al livello del suolo (baulatura), in modo da scongiurare i ristagni idrici e favorire lo sgrondo dell’acqua piovana.
Consociazioni e rotazioni
- Consociazioni ottimali
- carota, finocchio, cipolla, lattuga, spinaci, fagioli, pomodori, bietole e piselli
Se seminiamo le rape in un orto già avviato, teniamo conto del fatto che questo ortaggio non va seminato su un terreno che abbia appena ospitato crucifere, ma possibilmente neanche cucurbitacee, ombrellifere e solanacee.
La rapa si consocia bene con carota, finocchio, cipolla, lattuga, spinaci, fagioli, pomodori, bietole e piselli, e pare che resti particolarmente tenera se segue la patata (eccezione alle solanacee).
Come e quando seminare la rapa
- Periodo di semina
- Marzo/settembre
- Distanza tra file
- 25/30 cm
- Distanza tra piante
- 15/20 cm
La propagazione della rapa avviene per seme, che somiglia a quello delle altre brassicacee: è sferico con un diametro di circa 2 mm.
Si possono effettuare semine scalari da marzo a settembre, escludendo i periodi di eccessivo caldo (luglio, talvolta agosto).
Trattandosi di un ortaggio a radice, la semina in semenzaio è sconsigliata: si semina direttamente a dimora, a file oppure a spaglio. La semina a file consente una migliore gestione delle erbe spontanee: le file vanno distanziate 25-30 cm, mentre sulla fila bastano 15-20 cm tra le piante.
Spesso si sceglie di seminare con continuità sulle file per poi procedere al diradamento quando le piantine sono alte pressappoco 3 cm e hanno sviluppato circa 5 foglie.
La semina deve essere piuttosto superficiale, con una profondità di circa un centimetro: entro 6-8 giorni, mantenendo il suolo umido per favorire la rottura del tegumento del seme e la fuoriuscita della radichetta, ci si deve aspettare l’emergenza della plantula.
Cure colturali
Se la semina è stata troppo fitta, è importante diradare le piantine per lasciare alle rape un ragionevole spazio per l’ingrossamento della radice.
La pacciamatura limita fortemente la crescita delle erbe spontanee che competono con l’ortaggio per acqua e risorse; in alternativa sono necessarie sarchiature periodiche con la duplice funzione di eliminare le malerbe e di mantenere ossigenato il terreno.
La rapa si accontenta della concimazione residua della coltura che l’ha preceduta, ma le irrigazioni sono importanti: l’ortaggio ha un contenuto di acqua pari circa all’80%, ed è quindi bene mantenere il terreno costantemente umido innaffiando almeno due volte alla settimana, più frequentemente in assenza di pacciamatura.
Difendere la rapa dagli insetti
La coltivazione della rapa viene spesso condotta senza interventi antiparassitari. In ogni caso, le problematich sono quelle che interessano anche le altre Crucifere.
Una particolare attenzione va posta al controllo delle larve di cavolaia e rapaiola (Pieris brassicae, Pieris rapae) che in alcune annate potrebbero colpire in modo massiccio la parte aerea della pianta.
Il principale parassita della rapa è l’altica, o pulce di terra, un piccolo insetto saltatore nero e lucente che rosicchia la parte aerea della rapa creando piccoli fori rotondi sulle foglie. È attivo soltanto in piena estate nelle ore più calde della giornata, ed è pericoloso soprattutto durante la prima fase di crescita dell’ortaggio, potendone provocare la morte o comunque la crescita stentata. La semina autunnale della rapa offre una garanzia contro questo insetto così amante del sole e del caldo estremo.
Anche la consociazione della rapa con il finocchio sembra un buon deterrente contro le altiche. In caso di infestazione in atto, è utile trattare con piretro nelle prime ore della giornata, quando le altiche sono ancora poco mobili.
Come prevenzione, ricordiamo che un trattamento con polveri di roccia (zeolite, caolino, bentonite…) funge da repellente nei confronti di molti insetti, creando sulle foglie una patina che rende più arduo agli insetti il riconoscimento della pianta, disincentiva la loro presenza come pure la loro ovideposizione e ostacola la loro attività manducatoria.
Quando raccogliere le rape
- Durata del ciclo
- 40-90 giorni
Il ciclo colturale della rapa dura dai 40 ai 90 giorni a seconda della cultivar e del periodo di semina; questa informazione è riportata sulla busta della semente.
Quando è pronta per essere raccolta, la rapa “si fa capire” affiorando un poco dal terreno.

Le foglie dell’ortaggio, se di interesse, vanno consumate fresche, separandole dalla radice in corrispondenza del colletto: si cucinano come gli spinaci o le biete, lessate e condite con olio, sale e pepe, o anche ripassate in padella con aglio e un pizzico di peperoncino.
La radice, la rapa vera e propria, può essere conservata in frigorifero (temperatura di 4-5°C) o, sotto paglia, in locali freschi e asciutti, anche per un paio di mesi.
Consumo e proprietà delle rape
La rapa si può far bollire o si può cuocere a vapore in pentola a pressione; seguendo il tempo di cottura riportato da innumerevoli ricette, il risultato è un ortaggio senza un sapore marcato ma che conserva una certa croccantezza. Grazie al suo sapore neutro, la rapa può essere frullata e fungere da addensante in minestre o minestroni. Si può anche conservare sottaceto, e in effetti è uno degli ingredienti della giardiniera di verdure.
Le rape fresche non completamente sviluppate si possono consumare anche crude, addirittura senza sale. In particolare da crude si evidenzia il gusto dolce, per gli zuccheri che contengono, accompagnato da un sapore un po’ piccante.
È un ortaggio a basso contenuto calorico (circa 100 Kcal per 100 grammi) che contiene carboidrati (circa 80%) e proteine (circa 20%), completamente privo di lipidi. Ha un buon contenuto di calcio e di vitamina C.
Varietà di rapa
Tra le varietà di rapa ricordiamo:
- Rapa bianca piatta di Milano a colletto viola, coltivata particolarmente nella pianura padana;
- Rapa pistoiese, conosciuta anche come rapa toscana, bianca e di forma allungata;
- Rapa bianca piatta quarantina, con ciclo colturale di soli 40 giorni, di forma molto appiattita, ricercata per creare ricette invernali quali vellutate, dall’alto tenore zuccherino;
- Rapa golden ball, con ciclo colturale di 60 giorni, di colore giallo, con sapore particolarmente gustoso;
- Rapa tonda a colletto viola, varietà medio-tardiva dal sapore intenso;
- Rapa palla di neve, di colore bianco e pezzatura grossa, con ciclo medio precoce.
Curiosità: Testa di rapa!
L’espressione “testa di rapa” viene usata per indicare una persona sciocca, probabilmente per analogia con il gusto poco marcato della rapa.
Un’altra espressione utilizzata è “cavar sangue da una rapa”, che significa pretendere da qualcuno ciò che non può dare, proprio come dalla rapa non si può “spremere” alcun succo.
Corso ORTO FACILE
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Stefania Marini