La patata è uno degli ortaggi più comuni ed è tra quelli che danno più soddisfazione in termini produttivi anche con la coltivazione biologica. Infatti questa specie risponde molto bene alla concimazione organica e minerale naturale e può essere difesa con varie soluzioni a basso impatto ambientale dalle malattie e dai parassiti che la minacciano nel corso della stagione e dopo la raccolta.
L’importante però è saper cogliere tempestivamente i primi sintomi di avversità ed essere costanti nelle precauzioni di base e nell’esecuzione dei trattamenti. Gli insetti sono tipicamente creature molto rapide nel riprodursi, per questo motivo è fondamentale intercettarli prima che possano proliferare e diventare troppo numerosi.
Vediamo quali sono i principali parassiti che riguardano la coltivazione delle patate e come possiamo fare a difendere questa importante coltura dalle varie minacce utilizzando metodi naturali.
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Insetti che attaccano la pianta di patate
Possiamo dividere i parassiti della patata in due gruppi: ci sono insetti che attaccano la pianta nella sua parte aerea e insetti terricoli che abitano il terreno. Gli insetti aerei, che rovinano soprattutto le foglie causano indirettamente danno anche ai tuberi, che in presenza di malessere dell’organismo non si sviluppano adeguatamente. Tra questi ci sono gli afidi, che chi fa orto conosce perché attaccano gran parte delle coltivazioni, e la dorifora, coleottero che predilige proprio le coltivazioni di patata.
La dorifora
Si tratta dell’insetto fitofago chiave, perché ogni anno la sua presenza nelle coltivazioni di patate è praticamente una certezza. La dorifora è un piccolo coleottero della lunghezza di circa 1 cm, che da adulto è di colore giallo e nero ed è rossiccio allo stadio di larva. Questo insetto è arrivato dall’America, e in particolare dal Colorado, si è diffuso in Italia dal 1944 e oggi si moltiplica nei nostri ambienti senza avere tuttora un antagonista naturale in grado di contenerla efficacemente. Sverna nel terreno ad una certa profondità e ricompare a primavera, iniziando a cibarsi e deponendo gruppi di uova giallo-arancio sulla pagina inferiore delle foglie. Le larve e gli adulti si nutrono del fogliame delle patate, ma anche di melanzane e di altre solanacee coltivate e spontanee, moltiplicandosi rapidamente possono portare le piante a defogliazione completa. Le larve di dorifora giovani possono essere debellate efficacemente con Azadiractina, prodotto ecologico a base di olio di Neem, ma sugli stadi più avanzati bisogna intervenire con lo Spinosad, altro prodotto ammesso in agricoltura biologica, mentre il piretro sembra non avere un effetto tanto risolutivo.
In linea preventiva nella scelta delle varietà di patate da mettere a dimora, conviene prendere considerazione quelle precoci, che formano i tuberi prima rispetto alle altre e si fanno trovare in vantaggio al momento della massima presenza di dorifora a giugno. Le rotazioni colturali sono indispensabili, ma la dorifora quando fuoriesce dal terreno a primavera è capace di spostarsi e di trovare la coltura anche se l’abbiamo messa distante rispetto all’anno precedente, per cui bisogna essere molto tempestivi nei trattamenti. Tuttavia, nel caso di coltivazione molto limitata di patate, la semplice eliminazione manuale degli insetti e delle uova con ispezioni regolari del fogliame può essere di per sé risolutiva.
Uova di dorifora (foto di Sara Petrucci).
Larve di dorifora (foto di Sara Petrucci).
Coleotteri adulti (foto di Sara Petrucci).
La tignola delle patate
L’adulto della tignola è una farfallina grigia che depone le uova nel terreno e in vari organi della pianta come fusti, germogli e tuberi, compiendo numerose generazioni in un anno. Le larve creano fori sul fogliame e a lungo andare possono indebolire la pianta, mentre sui tuberi scavano gallerie superficiali, da cui possono instaurarsi infezioni secondarie di patogeni. La coltura può essere difesa con il Bacillus thuringiensis kurstaki o con lo Spinosad, prima che le larve abbiano iniziato ad attaccare i tuberi.
La tignola è diffusa soprattutto al centro e al sud Italia e sverna come larva nei tuberi, per cui è importante fare delle buone cernite in magazzino dopo la raccolta. Una precauzione fondamentale durante la coltivazione è quella di rincalzare bene le file di patate perché l’attacco dei tuberi riguarda maggiormente quelli più superficiali, per cui addossare loro una montagnetta di terra li protegge.
Afidi della patata
La patata può essere attaccata da diverse specie di afidi, tra cui quello chiamato ”afidone”, una specie a grandezza maggiore di altri. Le colonie di afidi infestano le foglie e il danno che causano non è solo la suzione di linfa, ma soprattutto la possibile trasmissione di malattie virali, e questo è un rischio soprattutto per le colture di tubero-seme da riproduzione. Nelle coltivazioni di patata da consumo possiamo allontanare gli afidi con estratti di ortica, di aglio e cipolla e di peperoncino da irrorare ripetutamente durante la stagione. Se questi non bastano bisogna fare un trattamento con il sapone di Marsiglia disciolto in acqua, o con il sapone molle di potassio, specifico per uso agricolo, che si acquista nei negozi di agraria o di giardinaggio.
Nottue
Ci sono varie specie di nottue, ovvero lepidotteri ad abitudini notturne, che possono attaccare le patate vivendo a spese delle foglie, deponendo le uova sulla loro pagina inferiore. I trattamenti a base di Bacillus thuringiensis che già si praticano contro la tignola, sono solitamente efficaci a debellare anche questi insetti.
Insetti terricoli che attaccano il tubero
Essendo la patata un tubero che si trova sotto terra sono particolarmente fastidiosi gli attacchi che arrivano da sotto, andando a colpire direttamente l’ortaggio. Oltre alle tignole già citate, che in fase larvale possono trovarsi sui tuberi, le patate vengono insidiate anche dagli elateridi, detti anche ferretti, ovvero le larve di coleottero dal caratteristico colore arancione, e anche dai nematodi, minuscoli vermetti che abitano il suolo. Si tratta di una minaccia che purtroppo non è semplice individuare e che può diventare una brutta scoperta al momento del raccolto, per questo vale la pena sapere di quali parassiti si tratta.
Gli elateridi
Gli elateridi sono piccoli coleotteri appartenenti a varie specie del genere Agriotes, e sono di colore nero da adulti e giallo-arancio da larve. Le larve sono chiamate anche “ferretti” o “vermi fil di ferro” sono lunghe 2 cm circa. Il danno che compiono è a carico dei tuberi, che perforano scavandovi dentro gallerie che li compromettono definitivamente. Di solito fanno la loro comparsa in primavera e poi anche a fine estate, in prossimità della maturazione dei tuberi, e possono attaccare anche le radici di altri ortaggi come le insalate e le cipolle. Il rischio che la coltura di patate venga compromessa dagli elateridi aumenta nel caso la coltura segua un prato di erba medica o un maggese, situazioni in cui questi insetti proliferano. Per contenere la loro diffusione si può trattare distribuendo sul terreno prodotti a base del fungo entomoparassita Beauveria bassiana, ad esempio il formulato in polvere acquistabile qui.
Nematodi
I nematodi sono minuscoli vermicelli terricoli che possono arrecare danno anche alle patate, in termini di deformazioni e necrosi all’interno del tubero. Il sintomo più evidente della loro presenza è il nanismo delle piante, con galle sulle radici e anche sui tuberi, su cui si possono notare pustole simili a quelle che causa la scabbia. I nematodi arrivano soprattutto sul finire della stagione, per cui la scelta di varietà precoci dovrebbe limitare il rischio che danneggino la coltura. Inoltre potrebbe essere favorevole una consociazione con piante di tagete, fiore annuale che presenta un certo effetto nematocida. Altra pratica molto utile è precedere la coltivazione di patata con un sovescio di piante che allontanano i nematodi con gli esudati radicali, ad esempio la senape bianca.
Altri animali dannosi
Oltre agli insetti esistono altri animali che possono causare danno alle colture di patata. E’ il caso dei topi e di altri mammiferi come gli istrici che le mangiano e i cinghiali che scavano la terra alla ricerca di topi sconquassando tutto. Questi inconvenienti si verificano prevalentemente negli orti di montagna o di collina in prossimità di zone boscose. Contro i danni da istrici e da cinghiali l’unica vera soluzione è quella di circondare l’orto con una rete alta e robusta
Articolo di Sara Petrucci, illustrazioni di Marina Fusari.
Sarebbe bello se poteste corredare gli articoli con più foto ed esempi.
Esiste un gruppo per fare domande?
Intendo dire: dove uno può mandare foto su parassiti o altro che ha nell’orto e riceve consigli e indicazioni? (Anche a pagamento)
Grazie
Ciao Claudio, sulle foto piano piano si aggiungono ma non è banale farlo. Infatti per avere una foto di insetto (senza “rubarla” come molti fanno) bisogna riuscire a intercettarlo. Nel corso ORTO FACILE trovi un pdf con oltre 50 illustrazioni di insetti. Sempre nel corso io faccio servizio di domanda-risposta, cerco di farlo anche gratis qui nei commenti al sito, anche se magari sono un poco più lento a rispondere. Su Facebook c’è il gruppo di Orto Da Coltivare dove oltre 200 mila persone si confrontano.