cumuli biodinamici a Bereguardo Cascine OrsineNella coltivazione biodinamica ci si prende cura del terreno e si nutrono le piante fornendo letame e materia organica compostata tramite la tecnica del cumulo.

Il cumulo biodinamico più classico si allestisce con letame di stalla, che viene coperto di paglia e inoculato con sei preparati biodinamici da cumulo, elementi basici che “dirigono” la trasformazione dall’interno e attivano i microrganismi del suolo su cui il processo ha sede.

Il letame in cumulo non libera sostanze tossiche ma passa tramite processi di fermentazione che possiamo paragonare a quelli dello yogurt o della birra. Qui di seguito proviamo ad approfondire la preparazione del cumulo, come per tutti gli articoli pubblicati finora sulla biodinamica Michele Baio ha “prestato” le sue competenze e la sua esperienza.

Quale letame utilizzare

L’ideale per fare un cumulo corretto sarebbe poter utilizzare letame da stalle della propria azienda. Come abbiamo visto parlando dell’organismo agricolo gli animali nutrendosi dell’erba presente su un terreno vanno a produrre poi sostanze utili che rispondono alle esigenze di quel suolo nello specifico. Questo spesso non è possibile, a maggior ragione per chi coltiva un semplice orto: bisogna ripiegare quindi su letame di provenienza esterna. Reperire letame biodinamico è molto difficile, se possibile va scelto comunque quello proveniente da allevamento biologico.

Il letame che proviene da allevamenti non biologici ha una presenza di sostanze chimiche che interferiscono nel processo che porta il cumulo ad umificarsi correttamente: parliamo di antibiotici, antinfiammatori, cortisonici, anti acidi, … Questo implica che per essere usato richieda una maggior ossigenazione e quindi più lavoro, oltre a un maggior impiego dei preparati.

attrezzi della stihl

Come allestire il cumulo biodinamico

L’allestimento comincia con la lavorazione del suolo: il cumulo dovrà poggiarsi su terra nuda, per cui bisogna rimuovere l’erba e il suo apparato radicale superficiale e lavorare poi i primi 10 cm di profondità.

Sul suolo lavorato si dispone il materiale in un’armonica forma “a sarcofago”, che evita di disperdere azoto e altri elementi utili. Le dimensioni a livello professionale sono di circa 3 metri di larghezza, 1.60/1.70 di altezza, lunghezza indefinita, nelle aziende brave sono cumuli lunghi chilometri. Ovviamente è possibile fare cumuli in base alle proprie necessità, anche larghi un metro e alti 70/80 cm, Se il cumulo è piccolo si potrà anche evitare di rigirarlo per l’ossigenazione, mentre al crescere della dimensione chiederà uno o più rivoltamenti e inserimento preparati. Quando il letame è di buona qualità non occorrono ammendanti, la paglia che stava nelle lettiere è sufficiente.

Ossigenazione e inoculo dei preparati

Un cumulo impiega dagli 8 ai 12 mesi prima che la fermentazione faccia il suo lavoro sul letame, il tempo esatto dipende da clima, umidità e presenza di microrganismi. Durante questo periodo occorre periodicamente girare il cumulo per ossigenarlo e inoculare i preparati biodinamici che “dirigono le operazioni”.

Se il letame è sano i preparati vanno inseriti almeno due volte, con letame chimico bisogna triplicare questo intervento. Ogni preparato deve essere inserito in palline di argilla o letame stesso, che si inocula usando un palo di diametro 6 /8cm, svasando bene il buco e avendo cura che la pallina possa penetrare bene all’interno, raggiungendo il centro del cumulo. Il buco formato dal palo va chiuso con cura, usando palle di letame. Non deve restare aria attorno alle palline, se i preparati non sono a contatto con la massa di letame non funzionano bene.

Dopo aver messo le palline si spruzza il cumulo con il preparato 507 e lo si copre con paglia, possibilmente di frumento. In alternativa si possono usare foglie, fieno o terriccio, evitando invece cortecce, aghi di pino o segatura.

Il cumulo vegetale

Anche da scarti vegetali, come quelli di risulta in cucina, sfalci d’erba e residui di potatura, si può fare un compostaggio biodinamico. Per ottenere un buon risultato meglio usare un bio trituratore per sminuzzare la materia vegetale, disponendola poi in un cumulo stratificato. Ogni strato va fatto con 20-30 cm di materiale tritato, su cui spolverare basalto o farina di alghe e poi 5 cm di terreno. L’inoculo dei preparati si realizza esattamente come nel caso del cumulo di letame ma il cumulo di sostanza vegetale va lasciato sedimentare un mese prima di inoculare i preparati, altrimenti ci sarebbe troppa aria attorno.

Entrambi i cumuli vanno monitorati e mantenuti umidi alla bisogna, se si seccano si ferma la trasformazione che, anche se la facciamo riprendere, non riprende correttamente.

Nella foto i cumuli dell’azienda Cascine Orsine a Bereguardo.

Articolo di Matteo Cereda, scritto con la consulenza tecnica di Michele Baio, agricoltore biodinamico e formatore.

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