L’agricoltura può portare gravi problemi ecologici, sfruttando il suolo e portando desertificazione, ma può anche essere motore di cambiamento e rigenerare.

Alan Savory, ecologo zimbabwese, lo ha dimostrato concretamente, mettendo in discussione il pensiero convenzionale, per sviluppare un approccio innovativo all’agricoltura rigenerativa, che ha il potenziale per trasformare il modo in cui viviamo.

Integrando nel sistema agricolo gli animali, con un sistema di pascolo razionale, ha ottenuto risultati sorprendenti. che ha il potenziale per trasformare il modo in cui viviamo.

pascolo razionale

Il problema ecologico dell’agricoltura convenzionale

La monocoltura è un pilastro delle pratiche agricole convenzionali: una singola coltivazione viene coltivata su ampia superficie, coinvolgendo grossi macchinari e spesso portando a deforestazione per ottenere maggior spazio coltivabile.

Questo metodo può portare a rese elevate, ma ha conseguenze negative sul terreno e sull’ecosistema circostante.

Le monoculture sfruttano il suolo e lo impoveriscono di nutrienti, aumentano la necessità di fertilizzanti chimici e possono portare all’erosione del suolo.
Il fatto di avere una singola pianta presente in modo esclusivo attrae fisiologicamente i parassiti di quella coltura, per cui rende necessari frequenti trattamenti pesticidi.

Pascolo razionale: il Management Olistico di Alan Savory

Alan Savory, biologo nato in Zimbawe nel 1935, ha osservato questi problemi portati dall’agricoltura convenzionale, studiando anche il problema della desertificazione della prateria.

Le sue osservazioni lo hanno portato a elaborare il suo metodo di management olistico (holistic management), considerando non solo le colture, ma inserendo nel sistema anche gli animali.

Il suo approccio, noto come Pascolo Razionale, coinvolge l’integrazione ponderata degli animali nel processo agricolo. Questa integrazione non è casuale, ma segue un metodo attentamente pianificato e monitorato.

Come Funziona il pascolo razionale

  • Pascolo Rotativo: Uno degli elementi chiave dell’approccio di Savory è il pascolo rotativo. Il bestiame viene spostato sulla terra in modo controllato. Ciò previene il sovrapascolo e consente alla terra di recuperare naturalmente. Savory elabora il suo metodo osservando la natura e imita il modo in cui gli erbivori selvatici si spostano nelle pianure, evitando il sovrapascolo e favorendo la crescita delle piante. Approfondiremo in seguito questo aspetto.
  • Biodiversità: Il pascolo razionale incoraggia la coesistenza di diverse specie di piante. L’interazione tra le diverse specie porta a una maggiore biodiversità, suoli più sani e un ecosistema più resistente.
  • Sequestro di Carbonio: Questo approccio aiuta a sequestrare il carbonio dall’atmosfera, mitigando il cambiamento climatico, grazie al fatto che promuove la crescita delle piante e dei sistemi radicati.

Le transumanze selvatiche come modello

Il percorso di Alan Savory nel mondo dell’agricoltura rigenerativa è stato ispirato da un momento critico nella sua vita. Lavorando come giovane guardiano di un parco in Africa, si è trovato di fronte a un problema insolubile. Nel tentativo di salvare la terra dalla desertificazione e migliorare la salute degli ecosistemi, ha iniziato l’abbattimento di elefanti. Si riteneva che l’eccesso di elefanti nella zona fosse causa della desertificazione in corso.

Tuttavia, questa decisione ha avuto conseguenze disastrose. La terra è peggiorata ulteriormente e gli stessi ecosistemi che cercava di proteggere erano in pericolo.

Al contrario di tutti gli esperti dell’epoca che proponevano di continuare ad ammazzare sempre più erbivori per salvare le zone naturali, Savory ha capito che la perdita di grandi erbivori come gli elefanti, che avevano fatto parte fondamentale dell’ecosistema per millenni, stava contribuendo al degrado della terra. Questa rivelazione ha dato il via alla sua missione di vita: sviluppare un approccio olistico alla gestione delle risorse terrestri.

Savory ha acquisito una profonda comprensione osservando le vaste mandrie di erbivori selvaggi, come le mandrie nella savana africana o i bisonti in Nord America, e notando come si adattano alle piogge stagionali. In questi territori naturalmente aridi, le piogge dipingono il paesaggio di verde grazie alla crescita dell’erba. Le mandrie, costituite da migliaia di individui, seguono questo aumento di verde, pascolando e spostandosi in sintonia con l’abbondanza di cibo dopo le piogge.

Queste mandrie sono sempre affiancate da numerosi predatori, come i leoni in Africa, che le costringono a rimanere unite per aumentare la loro sicurezza. La presenza di predatori aiuta a evitare il sovrapascolo, poiché le mandrie si spostano rapidamente attraverso il paesaggio, non passano ore a divagare come fanno oggi nei nostri allevamenti. Nella transumanza spontanea, lasciano dietro di sé un prezioso fertilizzante naturale: il loro letame, che si accumula in grandi quantità.

Grazie all’osservazione tramite immagini satellitari, è evidente oggi che questo ciclo naturale porta non solo a una prima crescita dell’erba dopo le piogge, ma addirittura a una seconda ondata di crescita quando le mandrie hanno attraversato la zona.

Questo processo millenario di transumanza naturale ha mantenuto vaste parti dell’Africa e del Nord America fertili e rigogliose, prima che l’interferenza umana interferisse in modo disastroso con questi cicli ecologici.

Alan Savory ha messo in pratica le sue teorie nella sua terra in Zimbabwe, una tenuta che copre un’ampia superficie, circa 2.500 ettari. È importante notare che la terra inizialmente gestita da Savory si trovava in condizioni estremamente povere, soffrendo di grave desertificazione ed ecosistemi degradati. I fiumi erano asciutti o notevolmente ridotti, la terra sembrava irrimediabilmente compromessa.

La tenuta di Savory funge da testimonianza dell’efficacia del suo approccio. L’attuazione del pascolo rotativo e la promozione della biodiversità hanno portato a un miglioramento della salute del suolo, a una maggiore vegetazione e a ecosistemi più sani. Uno dei risultati più sorprendenti è il flusso naturale dei fiumi, che sono stati rivitalizzati e ora scorrono attraverso il paesaggio, una volta impoverito.

Il lavoro di Savory rappresenta un modello di come l’agricoltura rigenerativa possa essere applicata su larga scala, anche nelle condizioni più sfidanti. La sua storia di ripristino del territorio, da arido e sterile a rigoglioso e ricco di vita, illustra il potere di trasformazione portato dal Management Olistico. Grazie alle sue iniziative in tutto il mondo, il suo metodo di pascolo razionale si è diffuso su oltre 16 milioni di ettari.

Un metodo per tutti : grandi proprietari terrieri e piccoli allevatori

Uno degli aspetti interessanti dell’approccio del pascolo razionale di Alan Savory è la sua adattabilità. Non è limitato ai grandi proprietari terrieri con migliaia di acri; può essere applicato con successo anche da piccoli allevatori.

I grandi proprietari terrieri, che gestiscono proprietà estese, possono adottare i principi del pascolo rotativo e della promozione della biodiversità, facilitando la rigenerazione di vaste aree di terra.

L’applicazione su larga scala del pascolo razionale può avere un impatto sostanziale non solo sulla salute del terreno, ma anche sul sequestro di carbonio e sull’ambiente in generale. Si tratta di un approccio sostenibile che può essere adattato alle caratteristiche uniche di ciascuna grande proprietà, contribuendo così a ridurre l’erosione del suolo, migliorare la qualità delle acque sotterranee e aumentare la produttività.

Anche i piccoli allevatori possono beneficiare dell’approccio di holistic management di Alan Savory, per ottenere suoli più sani, riduzione della dipendenza dai fertilizzanti chimici e una migliore resa delle colture e del pascolo.

Inoltre, l’adozione del pascolo razionale può migliorare la resilienza degli ecosistemi, il che è particolarmente importante per i piccoli agricoltori che spesso dipendono dalla terra per il loro sostentamento. La promozione di suoli più fertili e di una varietà di colture può diversificare le fonti di reddito e aumentare la sicurezza alimentare.

Alan Savory ci mostra quindi un approccio di agricoltura rigenerativa con l’uso degli animali, che oggi è più che mai importante diffondere: rappresenta una soluzione innovativa per affrontare i problemi dell’agricoltura convenzionale, contribuendo ad affrontare il problema del cambiamento climatico.

Avanti, quindi: tutti fuori a badare alle pecore!

Articolo di Emile Jacquet.

Fruiting the Deserts

L’autore di questo articolo, Emile Jacquet, segue avanti da anni un’esperienza di coltivazione in Senegal: il progetto Fruiting the Deserts, insieme ad Abdoulaye Ka. Puoi scoprire qualcosa in più su questo progetto di agricoltura naturale e se puoi sostienilo con un aiuto.

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