L’allevamento di lombrichi, è un’attività molto utile per chi fa orto: permette di trasformare scarti vegetali in fertile humus. ma su scala maggiore la lombricoltura può diventare anche fonte di guadagno trasformandosi in un lavoro a tempo pieno o in un integrazione di reddito.
A rendere interessante quest’attività sono in primo luogo i bassissimi costi di avviamento: con un investimento molto basso e senza particolari attrezzi e strutture si può cominciare a produrre humus e diventare lombricoltori.
Oggi molte persone desiderano un ritorno alla terra e si sente sempre più spesso parlare di delle opportunità che l’agricoltura può offrire ai giovani e ai meno giovani. Bisogna però tenere sempre presente che allevare lombrichi, come tutti i lavori contadini, costa fatica e non è certo un mestiere adatto a chi vuole guadagnare senza far nulla. Tuttavia un impianto di lombricoltura gestito correttamente può essere redditizio e generare una remunerazione per l’investimento e per lo sforzo dedicato.
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Anche se non si tratta di un lavoro particolarmente difficile l’allevamento richiede costanza e una serie di accortezze quotidiane. Per questo il consiglio a chi sta pensando di cominciare è di farsi seguire inizialmente da qualcuno che abbia esperienze e competenza. Nello scrivere questo articolo abbiamo chiesto il supporto tecnico di Lombricoltura Compagnoni, se vi serve una consulenza potete eventualmente contattare loro per approfondire il discorso.
Per cominciare a farsi un’idea può essere utile delineare a spanne costi e possibili ricavi che un allevamento di lombrichi è in grado di generare. Ovviamente le cifre che seguono sono approssimative, visto che ogni situazione ha le sue peculiarità. Per intraprendere seriamente l’attività sarà il caso di fare un business plan vero e proprio prospettando più puntualmente guadagni e investimenti.
Costi della lombricoltura
Il costo di un’attività di lombricoltura si divide nella spesa d’investimento iniziale, dovuta soprattutto all’acquisto dei lombrichi con cui si comincia, e nei costi di gestione, che sono bassissimi e si limitano a piccole spese accessorie.
Investimento iniziale
Il costo di partenza per cominciare l’attività di lombricoltura da reddito non è certo insormontabile: il bello dei lombrichi è che si accontentano di un qualsiasi terreno e stanno bene all’aperto in tutte le stagioni, non richiedono quindi fabbricati. Anche l’humus prodotto si può senza timore stoccare all’aperto. Per iniziare serve quindi un terreno agricolo, che può essere di proprietà, in comodato o affitto. In quest’ultimo caso bisogna quindi inserire come prima voce di costo l’importo del canone, siccome di spazio non ne serve molto non dovrebbe essere una spesa alta.
A differenza dell’allevamento di animali come galline o pecore nel caso dei lombrichi non servono particolari strutture o permessi. Dal punto di vista degli attrezzi servono cose molto semplice: come badile e carriola, quindi la spesa sarà anche in questo contenuta. L’investimento si concentra in particolare sull’acquisto dei lombrichi, che possono costare indicativamente intorno ai 20 euro al chilo e sono il motore produttivo dell’attività.
L’investimento iniziale dipende dalla grandezza dell’impianto che vogliamo mettere in piedi, ad esempio: con 100/300 euro si può cominciare a fare lombricoltura per hobby e auto consumo nell’orto, mentre per un impianto da reddito di piccole dimensioni serviranno 1000/3000 euro circa. Il costo di un metro quadro di lettiera (circa 50.000 lombrichi) è intorno ai 150 euro.
Costi dell’attività
Siccome i lombrichi si cibano di scarti il costo di un’attività di lombricoltura è irrisorio e non c’è nessuna spesa per il mangime. Le uscite nel bilancio della nostra azienda agricola saranno ridotte a piccoli costi accessori e alle spese di gestione ordinarie, visto che non si deve comprare mangime per il mantenimento dei lombrichi basterà pagare la bolletta dell’acqua, oltre ad un eventuale affitto per il terreno.
Ricavi della lombricoltura
Allevando lombrichi si può guadagnare in tre modi: vendendo l’humus, vendendo lombrichi o grazie alla lavorazione e smaltimento di rifiuti organici. Il bello è che queste tre attività redditizie non si escludono e possono anzi convivere nell’azienda, garantendo un buon risultato economico.
Ricavi generati dall’humus
L’humus di lombrico è un ammendante ammesso in agricoltura biologica, utile per tutte le colture e ottimo anche come terriccio per vasi e semenzaio. Vista la sua utilità può essere venduto a buon prezzo ed è un prodotto molto richiesto da chi coltiva. Vendere humus permette dei ricavi maggiori se si riesce a raggiungere il cliente finale. In particolare gli hobbisti che lo usano in piccola quantità sono disposti a pagarlo a un prezzo maggiore, mentre logicamente se si vende all’ingrosso il guadagno diminuisce. Per contro è impegnativo riuscire a trovare tanti clienti piccoli, mentre è più semplice rivolgersi a chi ne ritira grandi quantità.
Per calcolare la resa dell’impianto dovete considerare che ogni metro quadro di lettiera produce circa 4/5 quintali di humus all’anno, lavorando circa 10 quintali di scarti. Per darvi un’idea dei profitti possibili ecco qualche cifra: l’humus può essere venduto a circa 50/60 euro al quintale al dettaglio, all’ingrosso invece si parla di 20/30 euro al quintale.
Ricavi dalla vendita dei lombrichi
I lombrichi, in particolare il rosso californiano, sono animali estremamente prolifici e resistenti. Questo significa che le lettiere di allevamento non si limitano a produrre humus ma genereranno una quantità crescente di lombrichi. Il lombrico può essere venduto ad altri coltivatori o agricoltori, ma anche utilizzato come cibo per animali o esca da pesca. Questa sarà un’altra importante fonte di ricavo per la nostra lombricoltura. Un metro quadro di lettiera produce circa 1 kg di lombrichi, che possono essere venduti a circa 20 euro/kg.
Ricavi da smaltimento rifiuti
Siccome i lombrichi trasformano scarti come letami animali e scarti vegetali considerati rifiuti c’è anche la possibilità di guadagnare grazie allo smaltimento di queste sostanze. In questo modo si aggiunge una fonte di reddito aggiuntiva e si aumentano decisamente i ricavi della nostra lombricoltura.
Riepilogo: qualche numero
Per ogni metro quadro di lettiera possiamo indicare i seguenti costi e ricavi indicativi:
- Costo di acquisto: circa 150 euro (investimento iniziale solo il primo anno).
- Resa in humus: 4/5 quintali all’anno. Ipotizzando di produrre 4 quintali possiamo aspettarci 80/120 euro di ricavato all’ingrosso oppure 200/240 euro se riusciamo a vendere direttamente.
- Resa in lombrichi: 12 kg annui, per un valore sul mercato di circa 240 euro.
- L’eventuale ricavo da smaltimento rifiuti è troppo variabile per essere calcolato senza entrare nella specificità di ogni situazione.
Articolo scritto da Matteo Cereda con il contributo tecnico di Luigi Compagnoni, imprenditore agricolo esperto in lombricoltura.
Argomento interessante e articolo scritto con criterio.
Salve grazie delle informazioni. Avrei una domanda; raccogliendo gli scarti rifiuti dei cittadini e usarlo per un allevamento di lombrichi l’humus che si ricava può essere venduto come biologico? Ringrazio per la risposta.
Cordiali saluti.
Salve, per vendere humus come biologico bisogna essere certificati, conviene rivolgersi a un ente certificatore autorizzato e chiedere a lui i limiti da normativa sul materiale in ingresso.
Buongiorno, desideravo chiederle se l’uso di lombrichi per la creazione di humus è compatibile con l’uso di compostiere o bisogna necessariamente ricorrere alle lettiere. Il dubbio nasce dal fatto che la compostiera, essendo una struttura chiusa, possa raggiungere temperature derivanti dalla fermentazione e decomposizione del prodotto organico eccessive e non compatibili con la sopravvivenza o l’habitat ideale dei lombrichi. E’ così o il mio dubbio non ha ragion d’essere?
Ciao Francesco, esistono compostiere adatte ai lombrichi, strutturate a vassoi e con un circolo di aria, non metterei invece i lombrichi nella compostiera normale. Se vuoi una miglior risposta ti consiglio di provare contattare lombricoltura Compagnoni.
Molto interessante ..mi può consigliare un libro ? sono un apicoltore e sono interessato a questa attività
Ciao Leonardo, ti consiglierei questo testo.
È un’attività che inizialmente si può intraprendere con una partita IVA in regime di esonero oppure occorre la registrazione cciaa? Ipotizzando di avere molti metri a disposizione, volendo col tempo pensare di ampliarsi e sfruttare la raccolta dell’umido delle aziende di nettezza urbana, occorre registrarsi come gestori ambientali e tenere registri formulari e dichiarazioni annuali?
ciao Claudio, per fare humus penso basti la partita IVA. Contatta Lombricoltura Compagnoni per maggiori informazioni, loro sono specialisti e ti sapranno aiutare meglio.
In termini di legislazione, l’humus ottenuto da legami diversi da quello bovino equino suino etc, può essere venduto come humus? Altrimenti humus ottenuto dagli scarti umidi… consente solosolola produzione di lombrichi e l’introito per la gestione del rifiuto, ma ne esclude la possibilità di vendita.
Buon giorno, grazie dell’articolo innanzi tutto. Sono Antonio un piccolo imprenditore agricolo siciliano, sarei interessato alla lombricoltura che ho scoperto per caso dovendo fronteggiare ogni anno il problema principalmente di fertilizzare il terreno per il mio vigneto ai piedi dell’Etna. inoltre trovo il lavoro dei lombrichi davvero unico ed utile alla società ed alla natura. Le mie domande sono: come posso prende materialmente l’humus prodotto a fine anno dai lombrichi? ;come posso spostare materialmente i lombrichi e fare una cernita del prezioso humus?; se non voglio vendere i nuovi lombrichi ma aumentare i metri quadri della mia lettiera lo posso fare? (se si come); ho un po’ di perplessità su come si svolgano questi passaggi!
grazie mille.
Antonio
Ciao Antonio, per chiarimenti contatta Luigi Compagnoni ([email protected]) che saprà aiutarti molto meglio di me. A mio parere spostando gradualmente la lettiera i lombrichi andranno verso il nuovo nutrimento, lasciando sul posto humus pronto.