Pur essendo poco diffuso negli orti il lupino è un legume molto interessante, perché ha ottime proprietà nutritive e si presta a diversi utilizzi. Meriterebbe quindi una maggiore attenzione e può essere una buona idea provare a coltivarlo nell’orto o in campo.
Dal punto di vista alimentare il lupino può essere mangiato come snack o come legume lesso, si trovano in commercio lupini gialli cotti e salati. Appena colti i semi hanno un alto contenuto di alcaloidi tossici, per cui richiedono una preparazione attenta che vada a eliminarli. Essendo molto proteici i lupini sono un prezioso alimento per l’allevamento animale.
Un altro ruolo importante di questo legume è quello di concime organico. I lupini macinati sono infatti un ottimo fertilizzante a lenta cessione, indicato soprattutto per piante acidofile. Sono particolarmente usati nella coltivazione biologica degli agrumi, questo aspetto è approfondito nell’articolo sulla concimazione coi lupini.
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Caratteristiche della pianta
Si tratta di una pianta di origine mediorientale, che fin dai tempi degli antichi romani si è diffusa sul territorio italiano, restando caratteristica in particolare delle zone più povere e aride, per via della sua grande adattabilità a un suolo povero e acido.
Esistono tre varietà principali di lupino: il lupino bianco (lupinus albus) è quello che viene coltivato in Italia, mente il lupino blu o azzurro e il lupino giallo sono poco adatti ai nostri climi. Il colore che dà il nome alle tipologie è quello del fiore, il legume che si consuma è sempre tra il bianco e il giallo.
La pianta di lupino è una leguminosa annuale, che arriva anche ai due metri di altezza, sorretta da una radice a fittone molto sviluppata. Proprio le radici fittonanti sono una caratteristica preziosa per il terreno, che rendono il lupino una coltura utile nelle rotazioni e migliorativa del terreno sia a livello strutturale, con l’azione meccanica svolta dall’apparato radicale, che a livello di elementi nutritivi, visto che arricchisce il suolo di azoto. Degli studi hanno dimostrato che il lupino bianco ha anche un effetto fitodepurativo su terreni inquinati.
La pianta è di gradevole aspetto, con i sui fusti verticali e non ramificati, che poi terminano in una bellissima infiorescenza apicale a grappolo. I fiori del lupino matureranno formando i legumi: li troviamo in baccelli da 5-6 semi ciascuno. Esistono anche varietà di lupino ornamentale, con fiori piacevolmente colorati e di buona durata.
Clima e terreno dove crescono i lupini
Suolo. Il lupino è una pianta che chiede molto poco al terreno: si adatta a terreni poveri senza richiedere alcuna concimazione, predilige un terreno leggermente acido. Quello che bisogna curare è che il suolo sia drenante e non troppo compatto, in modo che la radice fittonante della pianta non vada incontro a ostacoli e marciumi.
Clima. La pianta del lupino è abbastanza resistente a livello climatico, in particolare la varietà a fiore bianco, che è quella adatta al nostro clima. La sua condizione ideale dove far crescere i lupini è un clima mite, senza eccessivo freddo ma neppure caldo torrido, che può essere utile solo durante il periodo della maturazione, quando poi i baccelli seccheranno sull’apice del fusto.
Seminare i lupini
Il lupino ha un seme di buona dimensione, adatto a essere seminato direttamente in campo. Per via della radice fittonante è meglio evitare se possibile di passare dal trapianto e quindi lasciar perdere una prima semina in semenzaio. Il consiglio quindi è di seminare sempre i lupini direttamente.
Periodo di semina. I lupini si possono seminare in diversi periodi dell’anno a seconda della zona climatica. In Italia centro meridionale si semina in genere durante l’autunno, come fave e piselli. In zone dall’inverno più rigido meglio mettere i semi a marzo, con l’arrivo della primavera.
Sesto d’impianto. Un buon sesto d’impianto per questo legume è fare file distanti almeno 40 cm tra loro, le piante lungo la fila si possono mettere a circa 25 cm l’una dall’altra, visto che il lupino tende a svilupparsi più in altezza che in ampiezza.
La coltivazione di questo legume
Per coltivare i lupini in un campo condotto secondo metodi biologici è fondamentale una buona lavorazione del terreno prima della semina, che si effettua con profonde vangature e serve a garantire drenaggio e facile sviluppo della radice a fittone.
Il controllo delle erbe infestanti è poco impegnativo perché la pianta cresce in altezza superando le spontanee e ombreggiando rapidamente il terreno alla sua base.
La profondità dell’apparato radicale permette di non irrigare praticamente mai, salvo annate estremamente calde e aride.
Quindi nell’orto questa specie si cura in modo davvero molto semplice ed è poco impegnativa da gestire. Bisogna però tener conto che non è molto produttiva, quindi su piccole superfici coltivate non c’è da aspettarsi un raccolto consistente.
Le avversità
I lupini sono poco soggetti a problemi e anche per questo sono molto indicati per una coltivazione biologica, raramente vengono aggrediti da parassiti, possono incorrere saltuariamente negli afidi.
Malattie dei lupini. Le principali malattie che colpiscono la pianta del lupino sono di natura funginea e aggrediscono la radice, con marciumi provocati da rhizoctonia, phythium e fusarium. Anche il virus del mosaico giallo può colpire questa pianta. La prevenzione da attuare nell’ottica di una coltivazione biologica è soprattutto nella lavorazione del terreno, volta evitare ristagno.
Il raccolto dei lupini
I lupini bianchi arriveranno a completa maturazione durante l’estate: se la semina è autunnale saranno pronti a giugno, mentre in caso di semina in primavera andranno verso settembre.
Non è difficile distinguere i baccelli pronti, in cui la carasca secca e si sentono all’interno semi duri e della giusta dimensione. Il momento più propizio per raccogliere è la mattina, quando i baccelli non tendono ad aprirsi.
Utilizzo dei lupini
I lupini gialli e i lupini bianchi possono essere impiegati in tre modi: come alimento per l’uomo (previa eliminazione degli alcaloidi presenti), come foraggio animale e come concimazione organica.
- Uso alimentare. Come anticipato i lupini vengono consumati dall’uomo, in particolare sono un gradevole snack salato, molto ricco di proteine e dalle ottime proprietà nutritive. Prima di mangiare questo legume però bisogna esser sicuri di aver eliminato gli alcaloidi, massicciamente presenti all’interno del seme. Per farlo bisogna lavare e lasciare in ammollo a lungo in acqua i lupini, che possono essere poi lessati o fatti in salamoia. Si trovano in commercio anche i lupini secchi, ma diventano parecchio duri da mangiare.
- Nell’allevamento. Il lupino viene anche macinato per ricavare farine utili come foraggio in zootecnia.
- Come concime. I lupini macinati sono anche un eccellente concime per piante acidofile, totalmente naturale e impiegabile in coltivazione biologica. Questo fertilizzante è ricco di azoto e ha un rilascio molto graduale, prezioso per gli agrumi e per alcuni frutti di bosco.
Un quarto uso della pianta è quello ornamentale: i lupini da fiore sono arbusti ornamentali impiegati nel giardinaggio, in questo caso non si effettua la raccolta ma ci si accontenta di ammirare la bella fioritura di questa leguminosa.
Proprietà dei lupini come alimento
I lupini gialli o bianchi sono un alimento salubre da mangiare, a livello nutritivo sono ricchi di proteine e poveri di calorie. Per cui si considerano un cibo dietetico ma sostanzioso, prezioso nelle diete vegetariane o vegane dove il legume spesso sostituisce la carne. Contengono inoltre calcio, potassio, fosforo, magnesio e varie vitamine e amminoacidi utili.
Sono positivi contro la stitichezza, aiutano ad abbassare il colesterolo e hanno un’azione positiva anche sull’accumulo di colesterolo nel sangue, per cui si comportano in modo simile all’insulina e sono benefici a chi soffre di diabete.
Articolo di Matteo Cereda
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