Orto Da Coltivare in genere offre consigli molto pratici su come coltivare, qui difficilmente si parla di politica o attualità. Oggi faccio uno strappo alla regola per una questione importante, che riguarda agricoltura e sicurezza alimentare.

Quindi riguarda tutti noi e il nostro futuro.

La guerra in Ucraina porta con sé ripercussioni drammatiche sotto molti punti di vista, in questo scenario di crisi emerge il tema della sicurezza alimentare. A questo proposito la Commissione Europea ha espresso una serie di proposte che riguardano l’agricoltura.

campi coltivati

Ho ricevuto e sottoscritto una lettera promossa da agricoltori ed economisti della rete The Economy Of Francesco, che analizza le ripercussioni che queste misure della Commissione avrebbero sulla piccola agricoltura e sulle politiche europee ambientali.

Il tema è molto serio, perché la direzione sembra essere quella di sostenere un’agricoltura intensiva, che non offre risposte concrete ai problemi ma li alimenta, sacrificando i piccoli produttori che producono in modo ecosostenibile. Con il pretesto della crisi ucraina si parla di legittimare pesticidi, OGM, sfruttamento intensivo del suolo.

attrezzi della stihl

La discussione è in corso in questi giorni (domani 7 aprile) ne parleranno in Consiglio Europeo, e per questo ritengo sia utile fare informazione su questo. Purtroppo sono temi che trovano poco spazio sui giornali  e questo fa il gioco dei grandi interessi economici dell’agroindustria. Ho visto solo Avvenire riportare la lettera, che è stata sottoscritta da una serie di associazioni quali AIAB e Libera e che è stata inviata a ministri e membri della commissione Agricoltura del Parlamento Europeo. Tocca quindi a ciascuno di noi portare alla luce il dibattito.

Le proposte della Commissione Europea

La Commissione Europea ha proposto una serie di misure che possono rappresentare un grosso passo indietro rispetto alla transizione ecologica in agricoltura.

Queste proposte sono contenute nella comunicazione intitolata “Proteggere la sicurezza alimentare e rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari”, data 23 marzo (qui il testo integrale). Dietro un titolo condivisibile troviamo una serie di misure che invece che rischiano di mettere in difficoltà le piccole realtà agricole.

Domani (7 aprile) le proposte della commissione verranno discusse dai ministri degli stati nel Consiglio Europeo.

Sul tavolo di discussione ci sono temi preoccupanti:

  • Deroghe sui livelli di pesticidi nei mangimi.
  • Riduzione del costo dei fertilizzanti chimici di tipo minerario.
  • Sospensione della politica sulla messa a riposo di terreni per salvaguardare la biodiversità.

Questi provvedimenti non sono pensati per aiutare l’agricoltura come settore, sono pensati per incentivare un’agricoltura intensiva basata sullo sfruttamento delle risorse. Ancora una volta non si aiutano i piccoli produttori, che in Europa rappresentano i due terzi del settore (dati Eurostat).

La messa a riposo dei terreni (set aside)

In Commissione Europea si sta parlando di sospendere la politica sui terreni a riposo, vale la pena spendere due righe su questo tema perché poco conosciuto dai non addetti ai lavori, ma di grande importanza.

Per accedere alla PAC attualmente è richiesta una percentuale di terreni a riposo (detti set aside), al fine di preservare la biodiversità.

Questo è fondamentale perché salvaguarda lo sfruttamento del suolo e permette di mantenere habitat per insetti utili, uccelli migratori e altre forme di vita che hanno un ruolo a livello ecologico.

Gli studi scientifici dimostrano l’importanza ambientale del set aside in agricoltura (si veda ad esempio Van Buskirk e Willi, 2004) e lo stesso Janusz Wojciechowski (commissario europeo all’Agricoltura), mentre propone queste misure ammette che avranno gravi conseguenze sulla biodiversità. Le ripercussioni negative si rifletteranno anche sul clima (abbiamo già parlato di cambiamento climatico e ruolo dell’agricoltura).

Tralasciando per un attimo il (fondamentale!) discorso ecologico, sospendere la messa a riposo dei terreni sarebbe una misura miope e inefficace sotto ogni punto di vista.

Ci si troverebbe con 9 milioni di ettari da convertire, sarebbero comunque insufficienti anche nel breve periodo per risolvere il problema della sicurezza alimentare. Si stima che coprirebbero al massimo il 20% del fabbisogno europeo di grano, ammesso che si riesca a metterli in produzione rapidamente (cosa tutt’altro che scontata). Una misura decisamente più razionale sarebbe di ragionare sulla riduzione degli allevamenti intensivi, dove anche un solo -10% porterebbe il triplo del grano ottenuto con la sospensione totale del set aside.

Eliminare il set aside significa incentivare uno sfruttamento indiscriminato del suolo, con effetti dannosi nel medio e lungo periodo, non solo in termini ambientali ma anche produttivi.

Sostenere la piccola agricoltura

In un momento di crisi la risposta dovrebbe essere sostenere i piccoli imprenditori agricoli, promuovendo esperienze di filiera corta e di economia circolare. Non possiamo più permetterci un modello di produzione basato sul saccheggio delle risorse presenti nei terreni, neppure nel breve periodo.

Un’agricoltura sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale è quello di cui abbiamo davvero bisogno, in particolare in un momento come questo.

Per questo motivo la lettera promossa dal network “The Economy of Francesco” è stata inviata ai ministeri dell’agricoltura, al Commissario europeo all’agricoltura e a tutti i parlamentari membri della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo.

La lettera è stata sottoscritta da piccoli agricoltori, agronomi, enti locali, associazioni, divulgatori e studiosi. Anche Orto Da Coltivare figura tra i firmatari, in ottima compagnia di tante belle realtà.

Potete trovare qui il testo completo e l’elenco dei firmatari.

Articolo di Matteo Cereda

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