Tutti noi conosciamo il pepe, sotto forma di polvere macinata o di granelli neri che usiamo in cucina. Non siamo però abituati a pensare alla pianta di pepe, che essendo una pianta tropicale non troviamo spesso in Italia.
La sua coltivazione nel nostro paese non è semplice: ci sono dei limiti climatici evidenti, per cui la spezia viene importata. Proviamo per curiosità a descrivere la pianta e capire come possiamo provare a sperimentarne comunque la coltivazione.
La prima cosa importante da sapere è che il classico pepe nero è il seme di una pianta rampicante (piper nigrum), così anche pepe bianco e pepe verde. Il pepe rosa invece è una pianta differente, parente del pistacchio. Sia pepe che pepe rosa richiedono un clima mite, il pepe è più difficoltoso, possiamo provare a coltivarlo in vaso, mentre l’albero di pepe rosa nel sud Italia si presta anche alla coltivazione in piena terra.
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La pianta del pepe: piper nigrum
La pianta da cui si ricavano il pepe nero, il pepe bianco e il pepe verde è Piper nigrum, appartiene alla famiglia delle Piperacee ed è una specie perenne rampicante, che può arrivare anche ai 6 metri di altezza e vivere per circa 15-20 anni.
Ha l’aspetto di una specie lianosa come vite e actinidia, viene coltivata in molti paesi dell’Asia, ma anche in Africa (Madagascar) e Sudamerica (Brasile), tutti luoghi caratterizzati da clima tropicale.
I fusti della pianta sono di colore verde, la foglia ha forma ovale-cuoriforme, è un po’ simile a quella dei fagioli ma è pelosa sulla pagina inferiore, piuttosto coriacea e lunga fino a 10 centimetri.
I fiori si formano su lunghe spighe pendule, sono bianchi, ermafroditi, poco vistosi ma molto profumati. Dopo la fecondazione, da questi si formano i frutti, ovvero piccole drupe che dal verde passano al giallo per arrivare infine al rosso a maturazione. Al loro interno è contenuto un solo seme, che è il granello di pepe come noi lo conosciamo. Da ogni spiga si può formare un numero di frutti variabile tra i 25 e i 50.
Condizioni pedoclimatiche per il pepe nero
Considerata l’origine tropicale del pepe nero, è facile intuire quanto questa pianta lianosa ami il caldo e un’elevata umidità atmosferica. Le nostre temperature estive andrebbero anche bene per coltivare pepe, ma l’inverno sarebbe decisamente deleterio, motivo per cui potremmo coltivarla solo in serra riscaldata in inverno, o in un vaso che portiamo in casa per tutto il periodo autunno-invernale.
Per quanto riguarda il terreno, per la coltivazione in vaso serve un terriccio leggero, ben drenante e a ph sub acido, mescolato con abbondante compost maturo.
La semina del pepe nero
Per seminare il pepe nero si può provare anche con i grani acquistati come spezia, purché non siano troppo vecchi. La semina in semenzaio deve avvenire in primavera inoltrata procedendo analogamente a quanto si pratica per le piantine da orto.
In alcuni vivai forniti però si possono trovare delle piantine di piper nigrum pronte e iniziare la coltivazione in questo modo, mettendola a dimora in un vaso più grande e con buon terriccio e ammendante.
In seguito, volendo moltiplicare la pianta, possiamo realizzare delle talee.
Coltivare il pepe in vaso
La pianta del pepe nero non è estremamente longeva, ma può arrivare a vivere anche diversi anni, quindi è importante prendercene cura per farla durare al massimo del suo potenziale.
Come anticipato in Italia è in genere necessaria la coltivazione in vaso, in modo da poter riparare la pianta nella stagione fredda.
Irrigazioni
Il piper nigrum è una pianta abituata alle frequenti piogge delle zone tropicali, un ambiente molto umido. Per questo le irrigazioni devono essere regolari e abbastanza generose. In vaso poi la necessità è di per sé maggiore, quindi mai tenere la pianta a secco, anche se bisogna comunque evitare anche i ristagni idrici.
Concimazioni
Oltre al compost che si somministra al momento della messa a dimora, ogni anno è doveroso aggiungerne di nuovo, in alternativa o in aggiunta a stallatico.
Difesa da insetti e malattie
Per quanto riguarda invece la difesa fitosanitaria, non si trovano sufficienti informazioni sui possibili insetti nocivi e malattie che la pianta può subire dalle nostre parti, ma una buona prevenzione, come sempre, è quella di evitare i marciumi radicali, assicurando un buon drenaggio al substrato, e in generale non bagnare la parte aerea durante le annaffiature.
Raccolta e utilizzo del pepe
La pianta del pepe nero non entra in produzione subito, ma dopo 3 o 4 anni dalla messa a dimora, e quando sono arrivate a 2 metri di altezza.
Una curiosità: per avere il pepe nero, il pepe verde o il pepe bianco la differenza sta nel momento della raccolta:
- Pepe verde. Se si raccolgono i frutticini ancora acerbi, si ottiene il pepe verde.
- Pepe nero: si ottiene quando i frutticini sono a maturazione intermedia, ovvero gialli.
- Pepe bianco, quando si attende la maturazione completa si raccoglie il pepe bianco, con una resa un po’ inferiore.
Una volta raccolte le bacche, queste devono restare qualche giorno a seccare, dopodiché potranno essere aperte per l’estrazione dei grani.
Per mantenere al massimo l’aroma del pepe, conviene macinarlo solo al bisogno, e conservare i grani integri in barattoli di vetro.
La piccantezza del pepe è data dalla piperina, contenuta sia nel seme sia nella polpa del frutticino.
La pianta del pepe rosa: Schinus molle
Tra i tipi di pepe che conosciamo e impieghiamo in cucina c’è anche il pepe rosa. Interessante sapere che a livello botanico il pepe rosa non ha parentela con il pepe nero: si ottiene da un’altra pianta, ovvero Schinus molle, che viene anche chiamata “falso pepe”. Si tratta di un albero relativamente basso, simile al salice, e dall’aspetto gradevole che lo rende valido come ornamentale. Fa parte della famiglia delle Anacardiacee come il pistacchio.
Le foglie sono molto diverse rispetto a quelle del pepe nero, sono composte e lunghe. I suoi fiori sono profumati e da questi si originano poi bacche rosse che danno origine al pepe rosa, anche questo apprezzato come spezia in cucina.
I suoi frutti da noi giungono a maturazione ad agosto, ma attenzione: si tratta di una specie dioica e quindi solo gli esemplari femminili fruttificano e in presenza di quelli maschili per l’impollinazione. Pare che la sola presenza di questa pianta in vicinanza alle piante da frutto e all’orto, contribuisca grazie al suo odore a tenere lontani molti parassiti.
Coltivazione e potatura del pepe rosa
La pianta del pepe rosa, si adatta bene al clima Mediterraneo e può crescere anche all’aperto in giardino, meglio nelle regioni del sud perché teme comunque le gelate. Possiamo coltivarla come faremmo con una pianta di pistacchio.
Per la potatura della pianta di pepe rosa, è un albero che deve essere potato con moderazione, senza grandi interventi di taglio. Possiamo anche limitarci a sfoltire i rami più interni per dare luce alla chioma e fare una potatura di forma, per ragioni estetiche.
Articolo di Sara Petrucci
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