fagiolo sulla piantaI fagioli sono tra gli ortaggi estivi più comuni e non è insolito vederli coltivare in spazi alternativi all’orto “classico”. Balconi, terrazze, cortili e addirittura tetti piani sono luoghi da tempo interessati a coltivazioni urbane di qualità, che si stanno diffondendo in tutto il mondo con interesse crescente e migliorie nelle soluzioni pratiche.

Coltivare fagioli in vasi, fioriere, cassoni e contenitori di fantasia non è difficile, basta rispettare alcune accortezze di base, sia quelle generali, legate alla specie e al suo ciclo stagionale che potete leggere negli articoli su come coltivare i fagioli e anche come coltivare i fagiolini, sia quelle più specifiche per la coltivazione fuori suolo, che può essere tranquillamente gestita secondo le tecniche dell’agricoltura biologica.

Il fagiolo e il fagiolino sono dal punto di vista botanico la stessa pianta: quasi tutte le varietà appartengono alla stessa sepcie (Phaseolus vulgaris). Le varietà di cui si mangia solo il seme vengono chiamate “fagioli”, mentre le varietà mangiatutto in cui si cucina anche il baccello vengono chiamate “fagiolini”, “cornetti” o “piattoni”.

La posizione in cui coltivare fagioli in vaso

La luce è importante per la crescita di tutte le piante e quelle da orto non fanno eccezione. La coltivazione urbana può essere limitata da fonti di ombreggiamento eccessive come palazzi a ridosso del balcone o un’esposizione poco appropriata del terrazzo. L’ideale per fare un orto in balcone è infatti l’esposizione ad est, con cui il terrazzo prende luce al mattino, o ad ovest, che la riceve nel pomeriggio, e meglio ancora sud-est e sud-ovest. Balconi esposti a nord sono facilmente penalizzati, mentre quelli a pieno sud ricevono talmente tanta luce, che in piena estate può rivelarsi necessaria una rete ombreggiante, soprattutto se le pareti di casa sono bianche e per questo riflettenti.

La scelta del vaso adatto ai fagioli

La regola di base quando ci si accinge a coltivare fuori suolo è garantire un buon quantitativo di terra all’apparato radicale delle piante: a tanta chioma corrisponde infatti altrettanto sviluppo delle radici e per portare una pianta al suo massimo potenziale bisogna assicurarle un buon ancoraggio e nutrimento.

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Le piante di fagioli hanno una radice fittonante, potenzialmente capace di approfondirsi molto, per questo l’ideale è avere contenitori alti almeno 30 cm.
Con un contenitore lungo come una fioriera o anche un cassone di coltivazione, di cui oggi esistono molti modelli e che si possono costruire anche recuperando pallets, è possibile ricreare una sorta di fila di fagioli seminati come in pieno campo.

In alternativa vanno bene anche i vasi tondi, in cui seminare al centro un gruppetto di semi. In quest’ultimo caso infatti, se sono piante di fagioli nani cresceranno “a ciuffo”, mentre se sono rampicanti potremmo seminarli più distanti e predisporre le 3 classiche canne di bambù messe a triangolo, su cui far arrampicare le piantine. Ciascuno può divertirsi ad assemblare contenitori di recupero insoliti e di aspetto gradevole.

Terriccio: il substrato di coltivazione

L’ideale per coltivare fagiolini o fagioli in vaso è non utilizzare soltanto il classico terriccio universale che si acquista in qualunque supermercato, ma miscelarci anche della vera terra fertile di campagna, perché la terra vera contiene anche le componenti minerali (sabbia, limo ed argilla), mentre i terricci universali sono per lo più torbosi e addizionati di fibra di cocco, compost o altro materiale organico.

Anche assicurarsi che al terriccio non siano stati aggiunti concimi chimici è utile per una coltura biologica, per questo è preferibile optare per un prodotto sulla cui confezione viene riportato un riferimento esplicito all’utilizzo in agricoltura biologica.

Parallelamente all’avvio dell’orto urbano si può anche avviare una compostiera, in modo da produrre autonomamente almeno parte del compost che serve alla coltivazione dei fagioli ma anche di tutte le altre colture. Al terriccio, se non lo contiene già, è importante aggiungere compost e qualche manciata di stallatico pellettato ed eventualmente anche farina di roccia, come la zeolite, ricca di preziosi micro nutrienti. Altre concimazioni durante il ciclo della coltura non sono necessarie, ma distribuire ogni tanto un macerato di ortica diluito è un’integrazione che fa bene a qualsiasi pianta.

La semina di fagioli in vaso

I fagioli si seminano direttamente a dimora definitiva a file, distanziando i semi di circa 4-5 cm l’uno dall’altro, oppure a gruppetti come nel caso di un vaso circolare. Possiamo approfondire questa operazione nell’articolo sulla semina del fagiolo.

Il periodo adatto per la semina va da aprile a luglio, dato che si tratta di una coltura “macroterma” che desidera cioè temperature alte, in alcune zone possiamo cominciare a marzo. Come nel caso della semina in piena terra, anche in questo caso è utile mettere a bagno i semi la sera precedente, in modo che inizino ad inumidirsi per una germinazione più rapida.

L’ideale è una semina di fagioli scalare fatta in diversi contenitori, se lo spazio ci consente di averne. Anche nei vasi o nei cassoni conviene applicare il criterio delle rotazioni e, ad esempio, la semina degli ultimi fagioli di luglio può seguire una coltura di insalate, di bietole, o di cavolo cappuccio estivo, e intanto i primi fagiolini che erano stati seminati ad aprile, a luglio-agosto cedono il posto ad altri cavoli che beneficeranno dell’azoto lasciato dalla leguminosa.

Tipi di fagioli

Ci sono moltissimi fagioli tra cui scegliere, anche per le coltivazioni in vaso o cassone e orientarsi potrebbe non sembrare semplice. La distinzione più ovvia è tra i fagioli da sbucciare e tra i fagiolini mangiatutto, detti anche “cornetti”. I fagiolini esistono anche nella variante di “piattoni”, che sono quelli dal baccello schiacciato. Un’altra classificazione importante parte dalla dimensione finale della pianta, che influenza le tecniche colturali, e quindi parliamo di fagioli o fagiolini nani, che non necessitano di tutori, e di fagioli o fagiolini rampicanti, che invece hanno bisogno di reti o altre strutture su cui crescere.

La maggior parte delle varietà che si coltivano appartiene alla stessa specie, Phaseolus vulgaris, di origine americana, ma ci sono anche altre specie di origini asiatiche (e coltivati da noi già ai tempi dell’antica Roma) appartenenti ai generi Dolicus e Vigna. Un esempio di questi ultimi è il fagiolo “dall’occhio” (Vigna unguiculata) la cui pianta è molto bella perché ha foglie lucide di un verde brillante ed è anche molto resistente alle comuni malattie dei fagioli e per questo ottima per l’agricoltura biologica. I suoi baccelli possono essere consumati interi come mangiatutto oppure si può attendere la maturazione dei semi al loro interno e sgranarli.

Un tipo di fagiolo molto decorativo, capace quindi di donare un tocco di bellezza all’orto sul balcone, è il Fagiolo di Spagna (Phaseolus coccineus multiflorum), pianta molto vigorosa e dai fiori abbondanti di un bel colore rosso acceso, che ha anche il vantaggio di produrre fino all’autunno.

Inoltre esistono molte varietà legate a particolari territori e in ogni luogo è interessante ricercare proprio queste e riprodurle in proprio anche per colture di piccola portata come i balconi. Un esempio in Toscana è rappresentato dal fagiolo Zolfino, legume di colore giallo pallido, di buon sapore e coltivato con successo anche con basse disponibilità idriche. Può essere una buona idea seminare più varietà di fagioli per avere raccolti più scaglionati e provarne tipi diversi, per poi eventualmente selezionare i preferiti e conservarne i semi.

Tutori per fagioli rampicanti

Come anticipato, le varietà rampicanti hanno bisogno di qualcosa a cui aggrapparsi crescendo, ma per fortuna non dovremo essere noi a legarli come si fa coi pomodori, perché ci pensano da soli ad avvilupparsi al tutore che trovano. Le soluzioni più eleganti per i balconi sono i classici treillages di legno fatti a rombo, adatti alle fioriere lunghe, ma è possibile in alternativa sistemare due o 3 canne di bambù a cui legare una rete alta.

Gestire le irrigazioni

In coltivazioni normali nell’orto le piante di fagioli non devono essere irrigate molto, a parte le prime fasi dopo la germinazione, ma sul balcone la faccenda è molto diversa, nel senso che le piante dipendono da noi, non potendo approfondire le radici più di quanto il contenitore non consenta loro. Quindi dovremo prestare attenzione a non far mancare mai l’acqua alla coltura, perché la disponibilità idrica è fondamentale soprattutto nelle fasi di fioritura e di iniziale crescita dei baccelli.

Tuttavia di regole fisse sulla frequenza delle irrigazioni non ce ne sono: dipendono dal clima. Nelle giornate asciutte e ventilate il substrato si asciuga rapidamente e questo ci impone di intervenire, mentre al contrario nelle giornate umide c’è meno bisogno. Le regole di base per una corretta irrigazione possono essere così sintetizzate:

  • Osservare lo stato del terriccio e mettere un dito appena sotto la superficie per valutarne lo stato di umidità e decidere in base a questo se e quanto annaffiare. Alle piante fa male anche l’eccesso idrico che le sottopone al rischio di marciumi radicali, quindi l’ideale è bagnare regolarmente ma poco.
  • Bagnare sempre il terriccio e mai la parte aerea della pianta: questo è importante per limitare i rischi di malattie fungine o crittogamiche, che sono favorite dall’umidità; l’ideale, soprattutto in previsione di un’assenza prolungata, è predisporre un impianto di irrigazione a goccia con temporizzatore.
  • Irrigare con acqua a temperatura ambiente: in estate la terra e le radici si scaldano molto, e ricevere acqua fredda può causare un certo shock. Meglio tenere annaffiatoi, bidoni o secchi pieni di acqua che si intiepidisca al sole e usare quella per irrigare. Se si temono le zanzare, comprensibilmente, si possono aggiungere all’acqua dei prodotti a base di Bacillus thuringiensis israelensis, parassita delle larve di zanzara.

Possibili problemi nella coltivazione

Come tutte le colture anche i fagioli in vaso possono incorrere in problematiche colturali. In estate la forte insolazione può provocare scottature non da poco sulla vegetazione e su questo incidono anche le pareti chiare che riflettono la luce. Oltre all’allestimento di reti ombreggianti è utile irrorare del caolino sulle piante, che crea una patina biancastra opaca che protegge il fogliame dalle scottature.

Malattie e parassiti dei fagioli

Anche sul balcone le malattie fungine o crittogamiche possono sopraggiungere, nonostante le precauzioni adottate, e un orto sano è quello in cui la difesa viene attuata con mezzi ecologici, che per fortuna esistono e applicati bene portano a risultati soddisfacenti.

Tra le avversità più comuni di natura crittogamica per i fagioli citiamo l’antracnosi e la ruggine, che si manifestano nel primo caso con macchie marroni che riguardano anche i baccelli e nel secondo in tantissimi puntini scuri fitti di consistenza rugginosa. Possiamo prevenire le malattie fungine spruzzando regolarmente macerati di equiseto (coda cavallina) sulle piante e usare solo in casi estremi il verde rame con tutte le precauzioni del caso.

ruggine sui fagioli

Ruggine sui fagioli, foto di Sara Petrucci.

Tra i parassiti animali più frequenti ci sono gli afidi, che per fortuna si debellano col sapone di Marsiglia e facendo dei trattamenti preventivi con estratto di ortica o di aglio. C’è da sperare che arrivino delle coccinelle anche sul balcone e in tal caso avremo sicuramente un aiuto in più nel tenere a freno lo sviluppo degli afidi.

Articolo di Sara Petrucci

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