Il tomatillo è una pianta solanacea di origine messicana che produce un piccolo frutto commestibile, la possiamo coltivare con successo nel nostro paese.

Il frutto viene anche chiamato “pomodoro messicano”, per la sua similitudine col pomodoro classico, benché non sia grande come quest’ultimo e non si colori di rosso, lo ricorda nel sapore e vagamente nella forma. Come l’alkekengi ha una membrana esterna che caratterizza anche esteticamente l’alberello di tomatillo.

tomatillo coltivazione in orto

Scopriamo come coltivare questo ortaggio insolito nel nostro orto, può darci belle soddisfazioni. Sarà l’occasione di sperimentare qualcosa di nuovo sia in campo con la coltivazione che in cucina, con il tomatillo si può anche fare una salsa molto rinomata nella cucina caraibica e messicana.

La pianta di tomatillo

Il tomatillo (Physalis philandelphica) è una pianta perenne, alle nostre latitudini è coltivabile come annuale poiché non resisterebbe alle temperature invernali. Appartiene alla famiglia delle solanacee, ovvero quella che comprende pomodoro, patata, peperone, melanzana e alchechengi.

Questa piantina presenta un portamento cespuglioso, con un stelo appena peloso, che può raggiungere dimensioni tra il metro e i due metri di altezza. In coltivazione poliennale potrebbe diventare una sorta di alberello.

Le foglie del  Physalis philandelphica sono lunghe, hanno margine un po’ dentellato e ricordano quelle di qualche pianta solanacea infestante come Solanum nigrum e Datura stramonium.

I fiori sono gialli ma più grandi rispetto a quelli del pomodoro e sono molto attrattivi per le api, che in questo modo li impollinano e garantiscono una buona fruttificazione.

I frutti del tomatillo sono come piccoli pomodori, di colore verde o viola e hanno un rivestimento simile a quello degli alchechengi.

Dove si può coltivare

Dato che la pianta ha origini messicane, si può intuire che ami i climi piuttosto caldi. Tuttavia, si adatta anche alle zone dal clima mite, come l’Italia, dove può essere coltivato nella stessa stagione del pomodoro, con semina e trapianto nello stesso periodo.

Il tomatillo predilige un’esposizione abbastanza assolata ma si adatta bene anche la mezz’ombra, e necessita di terreni ben drenati, abbastanza sciolti e ricchi di sostanza organica.

Come e quando si semina

Per il tomatillo la pratica migliore è quella di seminare le piantine in semenzaio, nello stesso periodo in cui si seminano i pomodori, ovvero febbraio-marzo.

Non è semplicissimo reperire i semi presso i negozi di giardinaggio, a meno che non siano ben forniti anche di specie meno comuni, ma si possono ordinare online.

Poi, una volta avviata la coltivazione, quello che conviene fare è riprodurre i semi in proprio estraendoli dai frutti maturi, scegliendo per questo scopo i migliori, da una pianta sana e bella. Da ogni frutto si possono ricavare molti semi e in questo modo non dovremo più preoccuparci del loro acquisto. Per sapere come ricavare i semi si può far riferimento all’articolo su come estrarre i semi del pomodoro.

Piantare il tomatillo

Una volta pronte le piantine, devono essere trapiantate a distanze di 70-80 cm tra una pianta e l’altra, lo spazio necessario a garantire loro un buon sviluppo naturalmente cespuglioso.

Il periodo in cui piantare tomatillo è quello sempre dei pomodori: tra aprile e maggio, quando siamo sicuri di avere alle spalle possibili gelate tardive.

Il terreno deve essere preventivamente lavorato e ammendato con compost o letame maturi, se non ne abbiamo a disposizione, concimato con stallatico e/o altri fertilizzanti naturali.

Ricordiamoci di praticare una rotazione colturale: sapendo che si tratta di una solanacea, è importante evitare di coltivarla in aiuole o segmenti di orto che abbiano già ospitato altre solanacee nei due anni precedenti, ma questa regola è molto difficile da rispettare alla lettera: le solanacee sono una parte preponderante dell’orto estivo, e raramente si trovano spazi che non le abbiano ospitate per ben due anni. Quantomeno è importante ricordare non mettere il tomatillo dove sia stata una solanacea almeno nell’anno precedente.

Tecnica di coltivazione

pianta di tomatillo

La coltivazione del tomatillo è analoga a quella di pomodoro e alchechengi, sono piante molto simili.

Il ciclo colturale del tomatillo si svolge durante il periodo che va dalla tarda primavera all’estate piena, e in questo arco di tempo bisogna pertanto garantire delle cure colturali, che non differiscono da quelle che si praticano per gli ortaggi più classici: dall’irrigazione alle concimazioni.

Irrigare

Le irrigazioni devono essere regolari, ma senza inzuppare il terreno, che deve restare ben drenato.

L’ideale, come sempre, è disporre di un impianto a goccia e aprirlo con regolarità, per il tempo necessario a bagnare il suolo senza mai formare allagamenti.

Legare a tutori

Il tomatillo si avvantaggia della presenza di tutori. La pianta assume un portamento cespuglioso, a differenza del pomodoro che, a seguito dei vari interventi di sfemminellatura, viene fatto crescere a stelo unico, ed è opportuno sostenere i vari steli.

Per ciascuna pianta conviene predisporre più canne vicine o creare una sorta di gabbia contenitiva di rete per la pianta.

Concimare

Oltre alla concimazione che si realizza alla messa a dimora delle piantine possiamo successivamente limitarci a innaffiare le piante con macerati di ortica, consolida o equiseto, per apportare del nutrimento aggiuntivo.

Prevenzione e difesa da malattie e parassiti

Il tomatillo è una pianta molto resistente alle malattie e ai parassiti, pertanto è particolarmente adatta alla coltivazione biologica.

Per precauzione possiamo comunque trattare regolarmente anche queste piante con corroboranti come la zeolite, la propoli, o anche macerati di equiseto ed estratti di ortica, giusto per favorire la resistenza naturale delle piante alle avversità. Limitiamo o anche evitiamo l’impiego di trattamenti a base di rame.

Coltivare il tomatillo in vaso

Il tomatillo può essere coltivato bene anche in vaso, utilizzando un contenitore analogo a quello adatto per le piante di pomodoro come dimensioni, ovvero almeno 30 cm di diametro e profondità. In questo tipo di conduzione le irrigazioni dovranno essere più intense.

Nelle zone a clima più mite potremmo tentare di far svernare la pianta e mantenerla come perenne, approfittando della possibilità di spostare in posizione riparata il vaso.

La raccolta dei frutti

Il tomatillo si raccoglie verde o viola, a seconda delle varietà, e non bisogna aspettarsi che diventi rosso come i pomodori.

I frutti raccolti possono essere utilizzati crudi o utilizzati per la preparazione di una salsa. Hanno poche calorie ma un buon contenuto di antiossidanti, soprattutto di vitamina C.

Ogni pianta ne produce moltissimi, in un tempo variabile da 60 a 70 giorni dal trapianto, anche considerando la grande emissione di fiori e lo sviluppo a cespuglio. Non sono tondi, risultano di forma un po’ irregolare e sono molto piccoli. Come anticipato, ogni frutto contiene molti semi, che conviene raccogliere e conservare per l’anno successivo.

Articolo di Sara Petrucci

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