I peperoncini piccanti sono una coltura molto diffusa sia in vaso che nell’orto, ce ne sono parecchie varietà differenti per forma, colore e grado di piccantezza. Per aver buoni risultati nella coltivazione è molto importante scegliere il momento giusto in cui seminare: se il peperoncino non trova il calore estivo sufficiente potrebbe non riuscire a maturare.

Alcune delle varietà più piccanti sono abituate a temperature tropicali, richiedono molto sole e parecchi giorni caldi. Per coltivarle conviene utilizzare un semenzaio riscaldato, in modo da anticipare la crescita rispetto a quello che il clima italiano consentirebbe.

peperoncini jalapenos

La decisione riguardo a quando seminare dipende quindi dalle caratteristiche del tipo di peperoncino che vogliamo coltivare, dal clima della nostra zona e da come vogliamo impostare la coltivazione. L’utilizzo di una growbox che permetta di far sviluppare indoor le piantine ad esempio consente una semina anche in pieno inverno.

Periodo di semina

Il periodo di semina del peperoncino è compreso tra gennaio e aprile, per esser più precisi serve conoscere la varietà che si vuole piantare. Il peperoncino è una coltura tipica del sud: in Italia sono famosi quelli calabresi, ma ci sono molte varietà originarie di altri continenti, ad esempio l’America Latina. Si tratta quindi di piante abituate ad altre latitudini, adatte a climi più vicini all’equatore, tra questi i capsicum chinense, come il peperoncino habanero.

attrezzi della stihl

Per questo motivo seminare ad aprile in molti casi non è una buona idea: alcune varietà impiegano parecchio tempo a far maturare i frutti e richiedono molto sole, iniziare in primavera inoltrata vuol dire che l’inverno potrebbe arrivare prima che i frutti siano pronti per la raccolta.

D’altra parte se si sceglie di seminare a gennaio o febbraio non si potrà comunque trapiantare prima che le temperature siano stabilmente oltre i 15 gradi, anche di notte, bisogna quindi poter disporre di una growbox in cui tenere la piantina, che resterà in vaso per qualche mese.

Come seminare i peperoncini

I semi di peperoncino possono essere acquistati, ma senza troppa difficoltà si può decidere anche di preservarli ricavandoli dai peperoncini raccolti l’anno prima, a tal proposito consiglio la guida su come si conservano i semi.

La semina del peperoncino è semplice ed è analoga a quella del peperone dolce: si inizia riempiendo dei vasetti o contenitori alveolati con terriccio adatto, magari mischiando un poco di humus di lombrico., utile per far radicare al meglio il giovane germoglio. Nella terra va posto il seme, che deve essere interrato a non più di un centimetro di profondità. A questo punto non resta che aspettare avendo cura di non far mancare mai seccare la terra del vasetto: bisognerà innaffiare ogni giorno con delicatezza. La temperatura che permette la germinazione è intorno ai 20 gradi, in genere si consiglia 18 gradi notturni e 23/25 gradi diurni.

In alternativa ai vasetti con terriccio si può anche scegliere di seminare con il metodo scottex, che ha il vantaggio di lasciare in vista i semini, e quindi di veder sbucare il germoglio. La germinazione dei semi richiede di solito tra i 7 e i 15 giorni. Alcuni peperoncini hanno semi un poco più ostici a nascere, per via del tegumento molto rigido che li racchiude. In questo caso può essere d’aiuto un bagno nella camomilla tiepida. Dopo aver effettuato la semina con successo si parte con la coltivazione del peperoncino, potete trovare utili consigli nella guida alla coltura del peperoncino, per produrre ortaggi sani conviene usare solo metodi naturali e seguire le indicazioni dell’agricoltura biologica.

La semina e la luna

I peperoncini piccanti sono un ortaggio da frutto, volendo seguire la tradizione andrebbero seminati in luna crescente, fase lunare favorevole allo sviluppo vegetativo e alla fruttificazione. Se però ci si appresta a coltivare i peperoncini indoor ha poco senso tenere la luna in considerazione. Per chi fosse interessato ad approfondire questa tematica consiglio la lettura dell’articolo sugli influssi della luna in agricoltura, mentre a chi vuol seminare seguendo la luna conviene guardare in quale fase lunare ci si trova.

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Semenzaio e coltivazione indoor

Come abbiamo visto per coltivare le varietà più piccanti di peperoncino è essenziale poter anticipare la semina ed effettuarla durante l’inverno. In molti casi è consigliabile anche dopo la germinazione continuare la crescita della pianta in ambiente riscaldato, praticando la coltivazione indoor per qualche mese. Coltivare all’interno significa poter controllare la temperatura, l’umidità e la luce a cui viene sottoposta la giovane pianta; questo permette di ricreare un ambiente il più possibile idoneo al suo sviluppo.

Riscaldare il semenzaio è molto semplice: le dimensioni richieste per la nascita del semino sono davvero ridotte e basta un tappetino riscaldante a garantire la temperatura idonea a molti semi.

Quando le piante iniziano a crescere però serve maggiore spazio, inoltre sviluppando le prime foglioline si rende necessario garantire anche la giusta illuminazione. Bisogna quindi predisporre la cosiddetta “growbox”, una scatola provvista di luce interna e riscaldamento in cui alloggiare le piante fino al loro trapianto all’esterno.

Costruire una growbox è un argomento su cui ho scritto un approfondimento specifico. Le necessità primarie che ha la pianta nella coltivazione indoor sono luce, aria, acqua e calore. Occorre scegliere un’illuminazione che fornisca la giusta gradazione, ad esempio il led, esistono anche lampade specifiche per le piante. Alcune lampadine oltre a illuminare scaldano, ma spesso occorre un miglior riscaldamento; si può realizzarlo con cavo riscaldante. E’ importante anche una ventilazione, che permetta il circolo dell’aria ed eviti il proliferare di muffa. L’acqua può essere fornita al bisogno con uno spruzzino per nebulizzare. Per tenere sotto controllo le condizioni in cui vive la pianta è utile avere nella growbox una centralina di misurazione con termostato e igrometro per rilevare temperature e umidità.

Articolo di Matteo Cereda

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