rami di lamponeTra i piccoli frutti più golosi e salutari c’è senza dubbio il lampone, ricchissimo di antiossidanti e adatto sia al consumo fresco che alla trasformazione in marmellate e succhi. La pianta risulta abbastanza semplice da coltivare con metodo biologico, che è quello che consigliamo sia a livello professionale, sia per piccole piantagioni destinate all’autoconsumo.

Affinché le piante dei lamponi stiano sempre in salute e producano in modo regolare e costante, non bisogna mai dimenticare le cure colturali necessarie. Tra queste è importante la potatura, che vediamo nel dettaglio in questo articolo. Il lampone è una specie perenne a portamento cespuglioso, motivo per cui la potatura si svolge in modo molto diverso rispetto a quella che si pratica per le altre rosacee da frutto come meli, peri e peschi.

Innanzitutto è fondamentale distinguere tra due categorie di lamponi: quelli uniflori, che fioriscono e producono una sola volta l’anno, generalmente in estate, e quelli rifiorenti, che producono due volte l’anno e che per questo motivo sono anche chiamate bifere. La potatura è indissolubilmente legata a questa importante differenza tra le varietà, motivo per cui la scelta deve essere ben chiara fin dall’acquisto e dall’impianto dei lamponi.

Potatura di allevamento

Nel caso del lampone, che non è un albero da frutto ma un cespuglio, la fase di allevamento è molto breve, e il lavoro da eseguire all’impianto è quindi la predisposizione dei pali e dei fili metallici a cui legare i tralci durante le successive fasi di potatura.

Non possiamo quindi parlare di una potatura di impostazione vera e propria, ma è comunque importante curare bene questa fase iniziale. L’impianto deve essere studiato molto bene perché poi la piantagione resterà lì per un minimo di dieci anni e quindi le distanze tra le file e tra le singole piante dovranno essere impostate nel modo corretto.

attrezzi della stihl

Potatura di produzione: quando e come

La potatura di produzione è quella da fare ogni anno, vediamo come fare il lavoro per i due tipi di lamponi e in quale momento della stagione eseguire le operazioni.

Potare il lampone unifero

Il lampone unifero fiorisce ogni anno in primavera e fruttifica in estate unicamente su germogli che hanno avuto origine da gemme miste presenti sui rami di un anno. Il ciclo produttivo è quindi di due anni.

Ogni anno la ceppaia delle piante di lampone emette nuovi tralci con gemme che diverranno germogli l’anno successivo. In quello stesso anno, i tralci dell’anno prima sono quelli che producono i lamponi, mentre quelli dell’anno ancora precedente sono disseccati. La vegetazione nei lamponi si rinnova continuamente in questo modo.

Essenzialmente sul lampone unifero i lavori di potatura da fare sono tre:

  • Tralci secchi. Eliminare tutti i tralci secchi che hanno prodotto.
  • Polloni. Diradare i nuovi polloni, iniziando col togliere quelli a diametro più sottile e lasciandone circa 4-5 per pianta; togliere anche quelli cresciuti eventualmente nel mezzo al filare.
  • Tralci attivi. Accorciare i tralci rimasti a circa 2 metri al massimo di altezza e farli rientrare tra i fili metallici nel caso si siano sviluppati fuori, in modo da mantenere ordinato lo spazio tra le file.

Tutti questi interventi si possono realizzare subito dopo la raccolta, per cui in estate, ma anche nell’inverno appena successivo, evitando però i periodi delle gelate. Il periodo di potatura dei lamponi uniferi è quindi abbastanza lungo.

Potare il lampone rifiorente o bifero

Le varietà di lamponi rifiorenti hanno la caratteristica di fruttificare due volte l’anno: in estate producono sui rami di un anno, e poi tra fine estate e inizio autunno sui nuovi germogli, ovvero quelli emessi nello stesso anno.

Nel caso del lampone rifiorente o bifero la scelta da fare è essenzialmente tra due diverse gestioni: dipende se vogliamo ottenere più produzioni nell’anno o puntare su un solo raccolto annuale.

  • Potatura volta ad ottenere più produzioni nell’anno. Questa è la modalità più adottata nelle coltivazioni amatoriali e prevede di tagliare i tralci di un anno alla base, dopo la raccolta estiva, in modo da lasciare spazio ai tralci dell’anno in corso, che a fine estate-inizio autunno fruttificano nella loro parte apicale. Dopo la caduta delle foglie si effettua il diradamento dei tralci dell’anno in modo da lasciarne solo 4 o 5, che devono essere allargati e distanziati mediante la legatura ai fili metallici. Con questa scelta la raccolta di lamponi è scalare e duratura, perché beneficia della produzione estiva e di quella autunnale.
  • Potatura volta ad ottenere una sola produzione annuale sui tralci dell’anno. Con questa tecnica i lamponi rifiorenti di fatto vengono gestiti come uniflori: all’impianto si taglia il tralcio alla base, in modo da stimolare la crescita di nuovi tralci dalle radici in primavera. Ogni anno poi alla caduta delle foglie la coltura viene praticamente rasata a zero per stimolare la nascita dei nuovi tralci. Alla fine di ogni estate o in autunno i nuovi tralci emessi in primavera danno una produzione più abbondante rispetto al caso precedente, per l’assenza dei tralci di due anni che competono con le risorse. Potrà sembrare strano allevare lamponi biferi facendoli produrre una sola volta all’anno, ma questa soluzione è la più adottata dalle aziende specializzate, che molto probabilmente per avere produzioni scalari combinano la presenza di varietà uniflore, che producono verso luglio, e varietà rifiorenti usate come uniflore che producono a fine estate. Il vantaggio di questa tecnica è che si ottengono produzioni più abbondanti e di qualità, e inoltre, tagliando via ogni anno la vegetazione, vengono anche eliminati tutti i potenziali inoculi delle principali patologie.

Criteri ed accortezze per potare bene i lamponi

Per la potatura dei lamponi devono essere rispettare alcune delle accortezze valide per le altre specie ed altre più specifiche invece e relative a questo piccolo frutto:

  • Usare cesoie di buona qualità, pulite e ogni tanto disinfettate soprattutto nel caso siano state rinvenute patologie vegetali.
  • Fare tagli raso terra nell’eliminazione dei tralci secchi e tagli inclinati nel caso di raccorciamento dei tralci nuovi, in modo da favorire la caduta delle gocce di acqua dopo la pioggia.
  • Non dimenticare di potare i filari neanche per un anno, perché resterebbe in campo tutto l’insieme di tralci secchi e i cespugli di conseguenza diverrebbero fitti, ingestibili e molto più soggetti a muffe ed altre avversità. Sembra un consiglio scontato, ma in alcune situazioni potrebbe accadere di non trovare il tempo per dedicarsi a questo lavoro importante.

Utilizzare i polloni eliminati

I polloni in eccesso che si eliminano alla base delle piante, se opportunamente prelevati dal terreno con parte delle radici e rimessi a dimora in luogo più consono, possono tranquillamente dare origine a nuove piante, per esempio per prolungare la lunghezza del filare già presente o per formarne un altro.

In questo modo la coltura si moltiplica senza spendere altri soldi per comprare piantine, negli impianti amatoriali questa è la scelta più pratica e conveniente.
Tutto il secco eliminato può invece essere biotriturato e compostato. Non è molto consigliato lasciarlo a decomporsi a terra, soprattutto nel caso si siano verificate patologie fungine nella stagione precedente, perché questi resti sarebbero fonti di diffusione della malattia per la stagione futura.

Articolo di Sara Petrucci

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