La peronospora della patata è una delle malattie crittogamiche più comuni tra quelle che colpiscono questo tubero, ed è particolarmente temibile perché se non viene prevenuta o controllata per tempo può compromettere rovinosamente il raccolto.

Coltivare le patate di per sé non è difficile, soltanto che trattandosi di una coltura a ciclo lungo, aumentano le probabilità che insorga qualche problema durante tutti i mesi di permanenza in campo, e la peronospora è sicuramente tra le peggiori minacce.

peronospora patate

Vediamo quindi come imparare a riconoscere i sintomi, capire quali sono le condizioni ambientali che la favoriscono, in modo da essere preparati al suo arrivo e capaci, se possibile, di attutirne le conseguenze, e come agire con i mezzi a più basso impatto ambientale possibile. Possiamo difendere le patate con principi e trattamenti dell’agricoltura biologica, anche con successo, purché si agisca per tempo e in modo corretto.

Il patogeno della peronospora   Phytophtora infestans

L’agente patogeno della peronospora è il fungo Phytophtora infestans, che oltre alla patata colpisce anche il pomodoro (la peronospora del pomodoro è una delle malattie più temute nell’orto, ma ha differenziato numerose razze fisiologiche, di cui una in particolare attacca la patata.

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Le condizioni scatenanti

Le condizioni maggiormente favorevoli all’infezione da parte del fungo Phytophtora infestans  sono:

  • Piogge della durata di almeno 6 ore.
  • Pesanti rugiade che mantengono la vegetazione bagnata per almeno 12 ore con umidità relativa molto alta per diverse ore.
  • Temperature ambientali comprese tra 10 e 24°C, con un picco a 20-23°C.

Il ripetersi spesso di situazioni meteorologiche di questo tipo rende ancora più negativo il decorso della malattia, anche perché negli episodi di pioggia ripetuti gli elementi infettanti della peronospora già presenti sulle foglie vengono trasportati dalle piogge a contatto con i tuberi, contaminando le patate.

Le spore del fungo hanno origine dal micelio sopravvissuto durante tutto l’inverno nei residui colturali infetti lasciati sul terreno, o da tuberi-seme infetti, e anche dalle piante di patate nate da sole dalla coltura precedente, se infetta.

Sintomi di peronospora sulla patata

I primi sintomi della peronospora possono essere riconosciuti sulle foglie basali, poi l’infezione inizia ad interessare anche quelle sopra.

Si può quindi notare una colorazione pallida delle foglie, e macchie brune contorniate da aloni giallastri, che poi vanno necrotizzando e disseccando.

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L’infezione è anche a carico degli steli, sui quali compaiono marcati imbrunimenti che degenerano facilmente in strozzature, con conseguente perdita di funzionalità e accasciamento delle parti di pianta sovrastanti.

Sicuramente foglie e fusti danneggiati comportano già di per sé un calo produttivo, in quanto i tuberi sotterranei si sviluppano bene solo se la parte aerea della pianta è in salute, ma la malattia non si limita a fare questo danno: colpisce anche direttamente i tuberi stessi. Su questi ultimi possiamo notare lesioni depresse, di colore variabile dal blu-grigiastro al bruno e di consistenza molle e maleodorante.

Il problema è che ce ne accorgiamo soltanto estraendoli da terra, con una brutta sorpresa, oppure anche nel post raccolta, durante la conservazione.

Come prevenire la peronospora delle patate

Sicuramente impostare una buona strategia preventiva verso la peronospora è un’ottima base da cui partire per arrivare ad avere un raccolto abbondante di patate da piante sane. A maggior ragione per il fatto che gli accorgimenti utili alla prevenzione della peronospora ci aiutano a evitare anche tutte le altre malattie della patata.

In particolare, bisogna sempre dare importanza alle seguenti misure:

  • Rotazioni: devono essere sempre ben pianificate e applicate, anche in una coltivazione amatoriale condotta su spazi limitati. In questo caso specifico è fondamentale non mettere le patate dove erano già state coltivate nei due o tre anni precedenti, ed evitare anche di collocarle nello spazio dedicato in precedenza ai pomodori.
  • Scelta di varietà resistenti o quanto meno tolleranti. Questa informazione può essere letta sull’eventuale catalogo del fornitore o richiesta espressamente prima dell’acquisto (vedi approfondimento sulla scelta delle patate da semina). Possiamo sicuramente trovare dei buoni compromessi di varietà di patate buone, adatte alle preparazioni culinarie che ci interessano, e al contempo resistenti alla peronospora.
  • Eliminare accuratamente tutti gli eventuali residui colturali infetti, per prevenire infezioni nell’anno seguente, senza lasciarli a decomporsi sul suolo ma compostandoli.
  • Attenzione alla salute della semente. Nel caso di autoriproduzione dei tuberi-seme, prestare la massima attenzione al loro stato di salute, e nel caso di dubbio anche minimo evitare di utilizzarli per la propagazione della coltura. Non dovremmo utilizzare tuberi seme provenienti da colture di patata colpita da peronospora, anche solo parzialmente.
  • Rispettare le distanze. Alla messa a dimora, adottare ampie distanze tra le file per consentire un buon ricircolo di aria tra le piante.
  • Non eccedere con il concime. Evitare di concimare troppo, perché gli eccessi, soprattutto di azoto, rendono le piante più predisposte agli attacchi fungini. Anche con i concimi organici è facile esagerare, soprattutto con quelli pellettati e con la pollina, che rispetto al letame vaccino è molto più concentrata. Si può leggere l’approfondimento sulla concimazione delle patate per sapere come comportarsi.
  • Attenzione alle irrigazioni, evitare di bagnare la parte aerea delle piante e preferire sempre un sistema che bagna il suolo, come la microirrigazione a goccia.
  • Rincalzature, che aiutano a proteggere i tuberi con un buon strato di terra (vedi come fare il rincalzo alle patate).
  • Trattamenti preventivi con i corroboranti, ovvero prodotti di origine naturale che stimolano la resistenza naturale delle piante alle avversità e che si possono utilizzare praticamente su tutti gli ortaggi e piante da frutto, poiché prevengono insetti e malattie in generale. I corroboranti, tra cui, ad esempio, le farine di roccia, la propoli e la lecitina, devono essere diluiti in acqua secondo le proporzioni indicate sui prodotti stessi, irrorati su tutta la parte aerea nelle ore fresche della giornata più volte durante la stagione, in modo che risultino davvero efficaci.
  • Trattamenti con macerati o decotti di equiseto,

Difesa bio: trattamenti anti peronospora

La difesa dalla peronospora può essere attuata evitando fungicidi ad azione sistemica, non consentiti in agricoltura biologica, e optando per un prodotto a base di rame che, per quanto non biodegradabile, resta un prodotto di copertura che non lascia residui nel raccolto.

L’uso dei trattamenti con il rame, per esempio con la poltiglia bordolese, deve essere limitato al bisogno e alle dosi strettamente consigliate sulle etichette dei prodotti commerciali, evitando inutili e dannosi eccessi. Le aziende agricole biologiche possono utilizzare il rame con dei limiti fissati a 28 kg di rame metallo/ettaro in 7 anni, ovvero una media di 4 kg/ettaro/anno.

Un’alternativa ai prodotti rameici sarebbe rappresentata dai prodotti a base di Bacillus subtilis che in realtà per la patata sono registrati per trattamenti contro la rizottoniosi. Nel caso si debba trattare contro quest’altra patologia piuttosto comune, l’effetto positivo del trattamento può esplicarsi anche nei confronti della eventuale peronospora presente.

Per concludere, è fondamentale prevenire la peronospora con tutti i mezzi possibili e tenere sempre d’occhio le piante per intervenire quanto prima con i mezzi a disposizione del coltivatore ecologico.

Articolo di Sara Petrucci.

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