Il mirtillo gigante americano è uno dei piccoli frutti più coltivati, perché per la sua produttività questa pianta viene spesso preferita al mirtillo europeo, che cresce anche spontaneamente nei nostri sottoboschi. Come il termine “gigante” suggerisce, il mirtillo americano si caratterizza per la maggiore grandezza delle bacche rispetto ai mirtilli autoctoni.

Si tratta di una coltura produttiva, impiegata molto nelle coltivazioni intensive in cui si pratica la raccolta meccanizzata, ma adatta anche alla coltivazione biologica e a quella amatoriale.

mirtillo gigante

Nonostante il nome, il mirtillo gigante americano può essere coltivato benissimo anche in Italia e vale la pena piantarne degli esemplari, perché piante ben curate e gestite di mirtillo gigante americano possono produrre per oltre 50 anni.

Vediamo quindi le caratteristiche di questa specie e le tecniche di coltivazione biologica.

La pianta del Vaccinium corymbosum

Il mirtillo gigante americano è il Vaccinium corymbosum, e si contraddistingue dal mirtillo nero europeo nostrano (Vaccinium myrtillus), che è presente nei nostri territori anche allo stato spontaneo. Il mirtillo gigante si coltiva in America da oltre un secolo, mentre nel nostro continente è arrivato più tardi, per poi affermarsi nella coltivazione. Risulta molto conveniente come coltura sia in contesto di orto e frutteto amatoriale che per aziende agricole che impiantano piccoli frutti per reddito.

L’arbusto della specie americana è perenne, cespuglioso, ha portamento eretto e può raggiungere i 2 o 3 metri di altezza.

Le radici sono abbastanza superficiali e instaurano molto facilmente le simbiosi micorriziche con specifici funghi. Le micorrize portano a dei buoni incrementi produttivi e possono quindi essere anche indotte somministrando prodotti specifici, tutti naturali.

Le foglie del mirtillo gigante sono caduche, abbastanza grandi e di forma ovato-allungata. In autunno diventano rosse e la pianta va in riposo vegetativo, per poi riprendere l’attività all’inizio della primavera. Su ciascun ramo si formano 5/10 gemme a fiore, destinate a schiudere nell’anno successivo. Da ogni gemma si genera un grappolino di fiori bianchi a forma di piccolo orcio, da cui si formano, se tutto va bene, altrettanti frutti. In genere la fioritura è scalare, ma questo dipende molto anche dalle diverse varietà.

Impollinazione del mirtillo

Il mirtillo gigante americano si avvantaggia dell’impollinazione incrociata, che migliora sia la quantità sia la qualità delle produzioni. Presenta un’elevata capacità di allegagione (% di frutti che si formano rispetto ai fiori) purché nell’ambiente siano presenti gli insetti impollinatori.

Questo fa riflettere molto sull’importanza di evitare nell’ambiente l’uso di insetticidi a largo spettro di azione e sull’attenzione necessaria a determinati prodotti che, seppur ammessi in agricoltura biologica, non sono tanto selettivi o privi di impatto. Bisogna sempre utilizzarli con le dovute precauzioni, leggendo e rispettando sempre le indicazioni presenti in etichetta o sulla confezione. Per l’uso professionale questi prodotti si deve essere in possesso del patentino, che si ottiene frequentando un apposito corso di 20 ore e superando l’esame finale. I privati che coltivano possono acquistare i prodotti per hobbisti.

S avete amici o conoscenti apicoltori, una loro arnia sarà la benvenuta tra i vostri filari di mirtilli, per favorire l’impollinazione.

Dove coltivare mirtilli americani

Il mirtillo americano ben si adatta anche al nostro clima italiano, come altre piante originarie del sottobosco ama un suolo acido.

Clima adatto

Il mirtillo gigante è una specie adatta anche ai climi freddi perché durante il riposo vegetativo invernale sopporta temperature anche molto al di sotto dello zero. In autunno e al risveglio vegetativo di primavera la sensibilità aumenta, e dipende molto dalle diverse varietà e dalle tecniche di coltivazione adottate. Possiamo coltivarlo, naturalmente, anche nelle zone più miti.

Terreno

Il terreno ideale per il mirtillo gigante americano è molto acido. Questa è una delle caratteristiche maggiormente distintive delle ericacee, la famiglia di cui fa parte, perché desiderano un’acidità considerevole, con ph del terreno che vada 4 o 6, una condizione che raramente si trova nei suoli normalmente coltivati.

Di conseguenza addizionare dei correttivi per coltivare il mirtillo è prassi assolutamente normale. Il correttivo più utilizzato è lo zolfo, permesso in coltivazione biologica. Ma per la coltivazione di poche piante si può anche fare affidamento al terriccio per acidofile.

Inoltre, non sono molto adatti i suoli particolarmente pesanti e soggetti a ristagni idrici: se questa è la condizione dei vostri terreni, si consiglia di praticare delle belle baulature per favorire lo sgrondo dell’acqua eccedente.

Piantare mirtillo gigante americano

Per il trapianto delle piantine di mirtillo il periodo migliore è tra la fine dell’inverno e  l’inizio della primavera, per cui febbraio o marzo.

Il lavoro ovviamente varia a seconda che si tratti di pochi esemplari da mettere nell’orto oppure di un impianto di frutteto vero e proprio, per quanto piccolo.

Mettere a dimora una pianta

Mettere a dimora una singola pianta di mirtillo, o anche poche piante, non è un lavoro particolarmente impegnativo, perché si tratta di scavare buche poco profonde. La cosa importante è miscelare bene del terriccio per acidofile alla terra di scavo, oltre che compost o letame ben maturi.

Allestire un piccolo impianto produttivo

Se si intende avviare una produzione di mirtilli, l’ideale è progettare un impianto a filari diritti, distanziando le piante 1,5-2 metri, a seconda della vigoria della varietà scelta, e tra le file lasciare 3 metri di distanza. Lungo i filari è utile stendere i tubi forati per l’irrigazione a goccia.

Come coltivare i mirtilli americani

mirtillo americano

Una volta messe a dimora le piante, è importante dedicare loro delle cure regolari. Coltivare mirtilli non è particolarmente difficile e si può fare anche in regime di agricoltura biologica, a patto di avere attenzioni costanti.

Irrigazioni

Le irrigazioni sono importanti durante la stagione primaverile-estiva, soprattutto nel caso di siccità, ma senza mai esagerare con la quantità. I marciumi radicali dovuti alla troppa umidità, infatti, sono un rischio da evitare.

Una singola pianta può tranquillamente essere irrigare con la canna dell’acqua o l’annaffiatoio, mentre un impianto a filari dovrebbe disporre di un impianto a goccia.

Concimazioni

Oltre alla concimazione di fondo al trapianto, il mirtillo americano è una pianta perenne ed è importante somministrare annualmente del compost o del letame ben maturi, o anche dello stallatico in pellets.

Gestione dell’erba spontanea

Tra i filari possiamo lasciare l’inerbimento naturale, ma ben gestito con opportuni sfalci per evitare che le erbe infestanti prendano il sopravvento, attorno alle piante vale la pena sistemare una bella pacciamatura con paglia, foglie, o anche aghi di pino e cortecce che aiutano nel mantenere il ph acido del suolo.

Potare le piante di mirtillo

Le potature sono importanti per rinnovare le strutture produttive della pianta di mirtilli e per arieggiare e illuminare il cespuglio.

Piante non potate danno produzioni abbondanti ma frutti di piccola pezzatura, e possono entrare nell’alternanza di produzione, ovvero produrre ad anni alterni.

Già dal primo anno si deve intervenire riducendo le gemme a fiore, per evitare che la pianta si affatichi subito a produrre senza ancora aver sviluppato una buona struttura vegetativa. Successivamente si sfoltiscono i rami produttivi e si eliminano quelli malati o danneggiati, perché la pianta sia sempre sana e in equilibrio.

La difesa biologica da malattie e parassiti

Conoscere i possibili problemi delle piante di mirtillo e monitorare con costanza il mirtilleto è importante per poter gestire la coltura con metodi biologici.

I mirtilli possono andare soggetti a marciumi radicali, che si prevengono assicurando un buon drenaggio del suolo, e ai cancri, malattie fungine che appaiono sui fusti come alterazioni rossastre o bruno violacee. In questi casi bisogna tagliare via i fusti colpiti ed eventualmente durante l’inverno fare un trattamento rameico. La monilia del mirtillo è un’altra patologia a cui prestare attenzione, e si manifesta con imbrunimenti dei germogli e dei fiori a primavera. L’oidio o mal bianco si tratta invece con irrorazioni di bicarbonato di sodio disciolto in acqua.

Tra gli insetti nocivi citiamo la drosophila susukii, da tenere a bada installando delle trappole Tap Trap di colore rosso, o dalle reti antinsetto, che proteggono anche da altri parassiti temuti come la cimice asiatica.

Due approfondimenti utili:

Coltivazione del mirtillo americano in vaso

Anche il mirtillo gigante americano può essere coltivato in vaso, per averne delle piantine anche su balconi e terrazzi.

Rispetto ad altre piante, per questa specie è necessario scegliere il terriccio specifico per acidofile, e ammendare con compost o letame maturi.

Le irrigazioni devono essere più frequenti rispetto ad una coltivazione in piena terra. Per il resto gli accorgimenti colturali sono piuttosto simili alla coltivazione in campo.

Varietà di mirtillo gigante americano

In America sono state realizzati molti studi di miglioramento genetico di questa specie, da cui sono scaturite diverse varietà.

Una caratteristica voluta era quella dell’attitudine alla raccolta meccanica e quindi anche alla contemporaneità di maturazione dei frutti, ma per una coltivazione amatoriale, o anche per piccole produzioni commerciali, ciò è ininfluente. Meglio piuttosto puntare a diversificarle per avere maturazioni scalari.

Per esempio, tra le varietà precoci citiamo Earlieblue, Bluetta e Spartan, che hanno una buona resistenza al freddo, tra quelle a maturazione intermedia Northland, anche questa resistente al freddo, Hardyblue, resistente invece ai suoli pesanti, e Bluecrop, una delle più diffuse. Infine, tra le tardive citiamo Northblue, che in autunno diventa molto decorativa, Blue Gold e Northsky.

Però, dato che si possono trovare moltissime varietà di mirtilli americani, conviene farsi consigliare da un vivaista di fiducia su caratteristiche più specifiche ed eventuali resistenze alle malattie.

Raccolta del mirtillo americano

raccolta dei mirtilli

I frutti si raccolgono quando virano al colore blu tipico dei mirtilli e di solito ciò avviene nell’estate.

Da una coltivazione biologica possiamo attenderci circa 2 kg a cespuglio, a patto di aver sempre curato le piante con concimazioni e potature equilibrate. La produzione vera e propria comunque inizia dal quarto anno dal trapianto.

Le bacche del mirtillo gigante americano sono decisamente più grandi di quelle del mirtillo europeo, sono abbastanza serbevoli, o quantomeno lo sono di più rispetto ai lamponi, e hanno un ottimo sapore.

I mirtilli sono un vero toccasana, da consumare tali e quali, da soli o in macedonia mista. Si prestano altrettanto bene per la preparazione di succhi vitaminici e di marmellate.

Articolo di Sara Petrucci

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