L’albero di limone, Citrus limon, è originario dell’India e dell’Indocina, è una pianta sempreverde come gli altri agrumi della famiglia delle Rutacee, ed ha un certo pregio ornamentale.

Secondo alcuni non si tratta di una specie vera e propria ma di un ibrido tra il cedro (Citrus medica) e il Lime (Citrus aurantifolia), e questa ipotesi è abbastanza plausibile considerata l’elevata capacità che gli agrumi hanno di ibridarsi tra loro e di mutare. Questa loro attitudine ha contributo alla loro diffusione nel mondo, diversificandoli e rendendoli adattabili a diverse condizioni.

albero di limone

A differenza degli altri fruttiferi, questa specie è rifiorente e produce più volte durante l’anno, donando quindi più raccolti. Il frutto del limone lo conosciamo tutti: botanicamente è un esperidio, ha forma ellittica, è di colore giallo e presenta una punta chiamata “umbone”. La buccia è spessa ed è ricca di ghiandole che contengono olii essenziali molto profumati. La pianta del limone può raggiungere un’altezza massima di 6 metri, ha rami a crescita un po’ irregolare e spinosi e pur con qualche vincolo climatico, può essere coltivata con una relativa semplicità anche in modo biologico.

Clima e terreno indicati

Clima necessario alla coltivazione. Il limone è molto sensibile alle basse temperature, anche più di altri agrumi come l’arancio. A -4 °C si defoglia, e con temperature ancora inferiori e prolungate nel tempo si creano danni al legno fino alla morte della pianta. Di conseguenza all’aperto lo si può coltivare soltanto nelle zone a clima mite, dove gli inverni non sono troppo impietosi. Il meglio di sé infatti il limone lo offre negli areali del sud e delle isole, dove vegeta rigoglioso e produce in abbondanza frutti succosi. Anche i microclimi particolari dei grandi laghi del nord sono favorevoli agli agrumeti, mentre al centro la sua coltivazione dipende molto anche dall’esposizione, che deve essere assolata e riparata. Se proprio lo si vuole coltivare anche a nord, bisogna pensare a coprire la pianta in inverno con teli di tessuto non tessuto e tenerla in posizioni riparate, di conseguenza la migliore soluzione in questi casi è la coltivazione in vaso, che ne consente anche lo spostamento.

attrezzi della stihl

Il terreno ideale. Per quanto riguarda la natura del terreno, il limone è piuttosto adattabile, ma predilige suoli con ph leggermente acido e ricco di sostanza organica. Sono da evitare i suoli fortemente argillosi, e anche quelli troppo calcarei o salini.

Mettere a dimora l’albero

Portinnesto. Le piante di limone si acquistano già innestate ed è utile sapere su quale portinnesto, per capire le future attitudini della pianta. Il portinnesto infatti è la parte inferiore dell’albero e da esso dipende il radicamento, la vigoria e l’adattarsi a diversi tipi di terreno.

Impollinazione. Per la fruttificazione del limone non sono necessari più esemplari come impollinatori e anche una singola pianta può produrre in modo indipendente.

Come piantare il limone

Al momento del trapianto bisogna avere del buon composto o letame maturi, da miscelare alla terra di scavo della buca. La buca deve essere profonda, per assicurare alle radici della pianta un certo volume di terra smossa e soffice, quindi dimensioni di circa 70 x 70 x 70 cm sono ottimali. La buca in genere si fa manualmente con picconi e vanga, ma se il terreno è troppo tenace e se si piantano vari esemplari di limone, è utile ricorrere ad una mototrivella. Il periodo migliore per la messa a dimora è la primavera, quando le piante possono attecchire bene.

Sesti di impianto. Nella coltivazione professionale del limone le piante si tengono distanti circa 5 x 5 metri, o anche meno, ma dei sesti adeguati consentono una buona illuminazione solare, quindi è preferibile non infittire le piante. Idealmente inerbire gli interfilari è la soluzione migliore, ma questa pratica trova nella siccità un forte limite negli areali di coltivazione del limone.

La coltivazione nel dettaglio

Irrigazione

Indicativamente, il fabbisogno di acqua del limone è elevato, di circa 20-60 metri cubi per ogni pianta nell’arco della stagione. Siccome i limoni vengono coltivati soprattutto in areali caldi e siccitosi, sono sempre accompagnati dall’irrigazione, pratica che si deve quindi attuare anche per la coltivazione di una sola pianta o di poche, soprattutto se in vaso. La fase più delicata, quella nella quale l’acqua non deve mancare, è tra la fioritura e l’allegagione, e siccome il limone fiorisce più volte nell’anno, dovremo prestare attenzione spesso.

Pacciamatura

La pacciamatura, come per ogni altra specie, è utilissima soprattutto nei primi anni di vita della pianta, perché evita la crescita di erba spontanea che può competere col limone per l’acqua e le sostanze nutritive. Per questa specie, inoltre, la pacciamatura è particolarmente utile per proteggere l’apparato radicale dai freddi invernali, soprattutto se viene coltivata in aree climaticamente al limite. Quindi si può distribuire un bello strato di paglia o di cortecce, sotto il quale mettere manciate di concime naturale.

Riprodurre limoni con margotta

Una tecnica semplice e particolarmente efficace per la riproduzione di piante di limoni a partire dalla pianta madre è la “margotta”, tecnica che consiste nello scegliere un ramo di uno o due anni e farvi un’incisione ad anello. Sotto il taglio si lega un sacchetto di polietilene, si riempie di terra e si lega anche all’estremità superiore: il ramo viene così avvolto da un manicotto di terra attorno al taglio e pian piano in quel punto nascono delle radici, che una volta ben formate consentiranno di recidere il ramo dalla pianta madre. Il periodo più indicato per questa operazione è la primavera. Possiamo approfondire l’argomento nell’articolo su come fare la margotta del limone.

Come potare i limoni

coltivare la pianta del limone

Forma della pianta. I limoni vengono allevati soprattutto a globo, forma con cui la pianta è lasciata libera di svilupparsi naturalmente, facendo rami fruttiferi anche in basso.

Lavori di potatura. Il limone non richiede interventi sistematici di potatura, e quindi i tagli sono solitamente legati ad esigenze particolari, come l’eliminazione di parti colpite da malattie e per arieggiare chiome particolarmente fitte.

Malattie del limone

Ci sono alcune malattie che colpiscono gli agrumi in generale e altre che riguardano soprattutto il limone. Le soluzioni a basso impatto ambientale ci sono e in una coltivazione biologica si scelgono quelle, sempre partendo da opportune pratiche preventive, come la nutrizione adeguata, senza eccessi, l’alleggerimento della chioma se troppo folta e le irrigazioni solo sotto chioma, che non bagnano la parte aerea.

Per capire quali sono i problemi più frequenti del limone possiamo guardare le foglie: quando ingialliscono, seccano o si arrotolano è segno di problemi.

Il mal secco

Si tratta di una patologia fungina che colpisce i vasi conduttori interni portando al disseccamento della pianta o anche solo di una parte. La difesa dal mal secco del limone, anche chimica, di questa malattia, è sempre stata difficoltosa, tanto che l’unica vera soluzione è la resistenza di tipo genetico, e quindi la scelta di varietà resistenti o tolleranti.

Batteriosi

L’attacco batterico si riconosce perché crea macchie depresse color rosso bruno sui rami, da cui esce un essudato gommoso e anche sui frutti si possono formare le macchie tondeggianti. Bisogna prevenire questa patologia con le normali accortezze, come le potature adeguate e una nutrizione equilibrata, mentre in caso di forte attacco si può trattare con un prodotto a base di rame, previa lettura dell’etichetta del prodotto acquistato.

La Tristeza

La Tristeza è un virus comparso in anni recenti, oggetto di un decreto di lotta obbligatoria. Siccome ha causato molti danni agli agrumeti le istituzioni sono intervenute stanziando fondi. Innanzitutto i vivai che vendono piantine di limone devono poter garantire che queste siano sane, poi se comunque la malattia sopraggiunge, e la si nota dal progressivo deperimento e defogliamento della pianta, bisogna eliminare e bruciare tutti gli esemplari coinvolti, disinfettando poi gli attrezzi usati e anche la buca da cui si estraggono le piante, con calce.

Il virus è trasmesso dagli afidi e quindi la vera lotta alla malattia parte dal controllo di questi insetti.

Insetti dannosi

Anche la difesa dagli insetti dannosi può essere condotta con metodi ecologici ma allo stesso tempo efficaci.

Cocciniglie

Ci sono varie specie di cocciniglie specializzate nell’attaccare in particolar modo gli agrumi, come il cotonello (Planococcus citri), che si insedia soprattutto attorno al picciolo del frutto e sottrae linfa sporcando con la melata e la tipica sostanza farinosa; inoltre vi sono l’Iceria (icerya purchasi) che attacca soprattutto la pagina inferiore delle foglie, la cocciniglia mezzo grano di pepela cocciniglia grigia e la cocciniglia rossa.

Mentre su grandi estensioni ha senso fare la lotta biologica vera e propria, cioè col lancio di insetti antagonisti, per poche piante è possibile trattare con oli minerali, ammessi anche in agricoltura biologica, e spruzzando macerati di felce.

Afidi

Gli afidi colpiscono anche il limone, lasciando melata appiccicosa e foglie accartocciate e soggette poi a fumaggine. Bisogna debellarli con sapone di Marsiglia diluito in acqua, ma prima di questo è possibile prevenirne la presenza con estratti di ortica e macerati di aglio o di peperoncino piccante.

Minatrice serpentina

La minatrice serpentina degli agrumi è un lepidottero dannoso per la pianta del limone in fase larvale. L’insetto sciupa le foglie, scavandovi delle sottilissime gallerie. Lo spinosad o il piretro possono essere usati per trattamenti efficaci e a basso impatto ambientale.

Aleirodidi

Gli aleurodidi sono piccoli insetti di varie specie. I limoni possono essere facilmente attaccati dall’aleirodide spinoso, un insettino nero bordato di bianco che compare in fitte colonie sulla pagina inferiore delle foglie, e che lascia tanta melata e di conseguenza provoca l’arrivo della fumaggine. Contro questo parassita si può trattare con un prodotto a base di olio essenziale di arancio dolce, che sugli agrumi è registrato anche contro tripidi, coccinglie e altri parassiti ancora. Comune anche l’aleirodide fioccoso, che emette tanta massa cotonosa biancastra e attira la fumaggine. La fumaggine in sé può essere eliminata con trattamenti col sapone.

Coltivazione in vaso

La coltivazione di limoni in grandi vasi è piuttosto comune e vi sono delle note limonaie in serra, come quella storica del giardino della reggia di Versailles, in Francia.

La capienza del contenitore deve consentire alle radici quel minimo sviluppo tale da garantire una discreta espansione della parte aerea. In vaso le irrigazioni devono essere più frequenti, il terriccio deve essere ogni tanto rabboccato, e bisogna aggiungere più volte l’anno dello stallatico pellettato o un concime organico a base di lupini macinati, ottimo per gli agrumi.

Durante il periodo che va dalla primavera all’autunno è consigliato somministrare anche altri fertilizzanti, perché non è raro vedere piante di limone fortemente ingiallite. A questo proposito sono ottimi i concimi liquidi, di cui si trovano facilmente anche delle versioni per la coltivazione biologica, e sono prodotti che si sciolgono semplicemente nell’acqua dell’annaffiatoio, nelle proporzioni indicate sui flaconi.

Raccolta e varietà di limoni

Dato che il limone è rifiorente, anche la produzione dei frutti avviene in più momenti dell’anno.

I periodi principali di fioritura sono: la primavera, con conseguente produzione di limoni invernali, e settembre, da cui si generano i cosiddetti limoni verdelli, destinati a maturare nell’estate successiva.

Varietà di limone

Al sud Italia si coltivano per lo più varietà autoctone, più resistenti o tolleranti al Mal secco: Il Femminello Comune e altre cultivar di Femminello che sono state tutte risanate dai virus mediante la tecnica del microinnesto.

Altre varietà note sono il Monachello, poco rifiorente, che produce soprattutto in inverno, caratterizzato da frutti a buccia liscia e molto spessa.

Gli “pseudo limoni”

Oltre al limone vero e proprio (Citrus limon) esistono alle specie di agrumi che che possono essere considerate abbastanza simili negli usi.

Citiamo ad esempio:

  • Citrus jambiri, il “limone rugoso”.
  • Citrus meyer, noto come limone meyer, che forse è un ibrido tra limone e arancio dolce;
  • Citrus limetta, la limetta dolce dai frutti tondi e gialli, albero molto ornamentale; il limone karna,
  • Citrus karna, il limone karna, che ricorda anche l’arancio amaro e che produce una volta l’anno,

Ne esistono tanti altri ancora, in una grande biodiversità nel genere Citrus.

Come consumare i limoni

I limoni, contrariamente a quanto si possa pensare, non creano l’inconveniente dell’acidità di stomaco che invece può essere causata da un elevato consumo di arance: al contrario, hanno un effetto balsamico sullo stomaco e sono molto salutari. Inoltre sono molto ricchi di vitamica C, che oltre a prevenire l’influenza, aiuta nell’assimilazione del ferro.

I limoni vengono anche usati molto nella cosmetica e in profumeria, nonché nella preparazione del noto liquore limoncello, che si può fare anche a casa (si vedano le ottime ricette di crema di limoncello e liquore rosmarino e limone). Assolutamente da provare anche la marmellata di limoni, in particolare se realizzata utilizzando anche le scorze. Coltivando limoni in proprio

Articolo di Sara Petrucci

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