Maggio è un mese meraviglioso per chi ama la natura: sole, giornate lunghe, tripudio di fioriture e un verde rigoglioso e brillante ovunque ci ricordano il noto poeta Giacomo Leopardi, che lo aveva definito “il maggio odoroso”.

Chi coltiva le piante da frutto può dedicarsi con piacere ai lavori che servono nel frutteto durante il mese, agendo con costanza e spirito di osservazione.

frutticini nel frutteto di maggio

A maggio è molto importante tenere sempre sotto controllo le piante da frutto sotto il profilo produttivo e fitosanitario. Infatti, da un lato si possono osservare le fecondazioni e le allegagioni dei frutticini e avere un’idea della produzione futura, e al contempo bisogna verificare che non ci siano sintomi di qualche attacco di insetti nocivi e di malattie fungine.

Scopriamo quindi cosa abbiamo da fare per prenderci cura delle piante da frutto nel mese di maggio.

Diradamento dei frutticini

Il diradamento dei frutticini consiste nell’eliminare parte dei frutti in via di formazione, in favore di quelli che si lasciano sulla pianta, in modo che le risorse vengano concentrate su questi. Grazie al diradamento si ottengono frutti di pezzatura maggiore ma in numero inferiore rispetto a quanti se ne avrebbero naturalmente.

L’operazione può trovare molta riluttanza negli agricoltori amatoriali, che non devono rispondere a degli standard di pezzatura per un mercato esigente e si dispiacciono all’idea di togliere dei frutti buoni. In realtà, la pratica del diradamento ha anche lo scopo, molto importante, di regolare la produzione evitando il classico fenomeno dell’alternanza, secondo cui una pianta da frutto presenta un anno di carica di frutti e il successivo di scarica.

La tecnica consente di ottenere produzioni più costanti nel corso degli anni. Infatti, mentre i frutticini stanno allegando, sulla pianta al contempo si stanno anche formando le gemme a fiore per l’anno successivo, e se la pianta deve utilizzare tutte le risorse per far maturare molti frutti, riduce la carica di gemme per la produzione futura.

Perché il diradamento porti all’obiettivo voluto, è fondamentale che venga praticato nel momento giusto, ovvero circa 30-40 giorni dopo la fioritura, dopo la prima cascola naturale che avviene alla sfioritura. Bisogna intervenire tagliando con forbici il picciolo dei frutticini da eliminare, la cui entità dipende molto dalla vigoria della pianta. Piante vigorose riescono a reggere un numero maggiore di frutti rispetto a quelle non vigorose, e poi bisogna anche osservare ogni singolo ramo per farsi un’idea di quanti ne possa reggere senza spezzarsi. Se siamo alle prime armi possiamo essere prudenti e togliere pochi frutticini, poi con gli anni si acquisirà una maggiore esperienza per regolarsi meglio.

Monitoraggio malattie e insetti

Ciò che a maggio non deve mai mancare è un’attenzione costante e scrupolosa dello stato di salute delle piante, perché la primavera è un momento in cui possono verificarsi vari attacchi di patogeni fungini, favoriti dalle temperature fresche e dalle eventuali precipitazioni, e dagli insetti nocivi.

Bisogna quindi osservare i diversi organi della pianta: foglie e germogli, che potrebbero mostrare i primi segni delle classiche malattie come ticchiolatura per melo e pero, monilia o corineo per le drupacee, bolla del pesco.

Chi ha delle piante di olivo deve continuare, come idealmente ha fatto ad aprile, a controllare eventuali sintomi dell’occhio di pavone o cicloconio.

Anche gli insetti sono un problema frequente a maggio, in particolare afidi, cimici e bruchi vari. Chi ha delle piante di vite, da fine mese dovrebbe tenersi pronto anche al monitoraggio delle forme giovanili (neanidi) dello Scaphoideus titanus, un insettino che di per sé non farebbe grandi danni, ma è il potenziale vettore della flavescenza dorata, una malattia mortale per la vite. I monitoraggi possono essere realizzati sulle foglie, cercando, con lente di ingrandimento, piccoli insetti biancastri di dimensioni da 1,5 a 2,5 mm.

Spesso dei monitoraggi visivi sono già sufficienti per darci delle informazioni utili, ma per quanto riguarda gli insetti si possono installare delle trappole specifiche.

Inoltre vale la pena iniziare a consultare i Bollettini fitopatologici del proprio territorio, utili servizi a cui si può anche accedere tramite App dedicate.

Trattamenti preventivi di maggio

Se ad aprile, come era consigliato, sono stati avviati i trattamenti preventivi con dei prodotti ad azione corroborante quali zeolite, propoli o lecitina, a maggio bisogna continuare a praticarli, almeno un paio di volte su tutte le piante.

Benissimo anche l’irrorazione di estratti e macerati di autoproduzione, come quelli di ortica o equiseto, piante che in questo mese si trovano in giro molto facilmente e in abbondanza; e altrettanto utili sono i trattamenti con il bicarbonato di sodio, per arginare soprattutto i problemi di oidio.

Difesa fitosanitaria

Qualora si rinvengano danni da insetti è importante intervenire, senza farsi prendere dalla paura. Per mantenere una coltivazione ecosostenibile e ridurre al massimo l’impatto ambientale, scegliamo tra i prodotti ammessi in agricoltura biologica, leggendo le etichette e capendo che cosa si può utilizzare, su quale pianta e contro quale avversità. Attenzione alle nuove normative 2023, che limitano le possibilità di trattamenti da parte degli hobbisti.

In generale, per l’acquisto e l’utilizzo dei prodotti fitosanitari previsti per uso professionale, compresi quelli ammessi nella difesa biologica, è richiesto il “patentino”, che si ottiene seguendo un corso di 20 ore, con relativo esame finale.

Ci sono soluzioni per trattamenti a bassissimo impatto ecologico: contro gli afidi basta usare il sapone di Marsiglia o il sapone molle, che tecnicamente sono corroboranti e non insetticidi.

Poi ci sono vari prodotti come quelli a base di Bacillus thuringiensis contro varie specie di lepidotteri, quelli a base del fungo entomopatogeno Beauveria bassiana contro i tripidi delle drupacee, la mosca della frutta, la mosca della ciliegia, e la psilla del pero. Contro oidio, tripidi e altre avversità (leggere l’etichetta per dettagli) ci sono anche prodotti a base di olio essenziale di arancio dolce. Anche l’azadiractina e il piretro, così come lo Spinosad, sono principi attivi di  insetticidi di riferimento per la difesa bio, da utilizzare con tutte le dovute informazioni e cautele.

Contro la cimice asiatica su molte piante si può utilizzare con cautela il piretro naturale, che combatte anche afidi e altri insetti. Attenzione però che è un insetticida non selettivo, anche se biologico non è permesso agli hobbisti.

Per bloccare le malattie crittogamiche si possono usare, con le dovute attenzioni, i classici prodotti a base di rame e di zolfo. Sulle drupacee, durante la stagione, bisogna evitare il rame e usare prodotti a base di polisolfuro di calcio, o il Bacillus subtilis, efficace contro la moniliosi e delle batteriosi. Quest’ultimo prodotto è utile anche sulle pomacee contro il colpo di fuoco batterico e la maculatura bruna del pero, e abbastanza simile a questo è il Bacillus amyloliquefaciens.

Reti antinsetto

Per bloccare i danni degli insetti dannosi, oltre ai prodotti da irrorare c’è anche la possibilità di ricorrere alle reti escludi insetto, risultate molto efficaci nel prevenire gli attacchi di cimice asiatica e di altri insetti ancora. Quando le piante sono ancora piccole, le reti possono anche essere sistemate sopra tutta la chioma e legate con un nodo sul tronco, ma in un vero frutteto vale la pena l’allestimento di reti per tutto il filare, in un impianto dotato di meccanismi che consentano una facile posa e successiva rimozione.

Trappole per monitoraggio e cattura

Anche le trappole sono un valido strumento nella lotta agli insetti nocivi, come le trappole a feromoni, specifiche per determinati insetti, quelle alimentari e quelle cromotropiche o una combinazione di questi ultimi due tipi come nel caso delle trappole Tap Trap.

Le prime raccolte

Nella seconda metà di maggio maturano le prime ciliegie, tra cui le varietà Burlat, e questo è sicuramente un momento molto atteso e gradito.Da una pianta adulta si possono anche raccogliere 50 kg di ciliegie, ma spesso la difficoltà è legata alla raccolta sui rami in alto.  Con le piante ancora giovani si può agire indirizzando la loro forma a vaso basso tramite le potature invernali, in modo che negli anni successivi la raccolta risulti sempre agevole (si veda la potatura del ciliegio).

La potatura verde

A primavera inoltrata molte piante beneficiano di piccoli interventi di potatura, come la rimozione di succhioni e polloni.

Abbiamo approfondito questo tema in un ebook dedicato che potete scaricare gratuitamente.

Articolo di Sara Petrucci

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